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Rugby #Fiumicino, violenza e maltrattamenti su minori, primo caso in Italia nel quale la Federazione condanna i propri tesserati

25 novembre 2016 | 07:43
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Rugby #Fiumicino, violenza e maltrattamenti su minori, primo caso in Italia nel quale la Federazione condanna i propri tesserati

Sospesi 4 del Fiumicino Rugby tra coach e dirigenti. A dicembre l’udienza penale

Rugby #Fiumicino, violenza e maltrattamenti su minori, primo caso in Italia nel quale la Federazione condanna i propri tesserati

Il Faro on line – “Il Tribunale Federale dichiara la responsabilità disciplinare di Bennardello Roberto, Postiglione Daniele, Pontillo Stefano e Morra Giulia ai sensi dell’art. 20 comma 1 del Rg e, considerata l’aggravante di cui all’art.10 comma 1 lett. a), equivalente all’attenuante di cui all’art. 11 comma 2 irroga la sanzione di tre mesi di interdizione per ciascuno di essi. Con la firma del Presidente del Tribunale Federare della Fir (Federazione Italiana Rugby), Enzo Paolini, si arriva al primo atto formale di condanna dopo le denunce e la querelle sulla Fiumicino Rugby accusata di “violenza in danno dei tesserati”. E’ in assoluto il primo caso in Italia nel quale la stessa Federazione ‘condanna’ i propri tesserati (in giudizio, l’accusa è stata sostenuta dal Coni). Una sentenza a suo modo storica, contro la quale si potrà fare appello, In attesa dell’udienza penale fissata per il 5 dicembre, nella quale la giustizia ordinaria, e non più quella sposrtiva, dovrà dire la sua sulla vicenda.

Tre mesi di inibizione, dunque, a dispetto dei 6 e 4 anni richiesti dalla Procura del Coni sulle accuse di violenza e abuso nei confronti di due giocatori minorenni della squadra Under 14 mentre era in corso lo svolgimento del Trofeo Topolino del 2015 a Treviso e Casale.
La decisione del Tribunale sportivo della Fir arriva in seguito alla conclusione delle indagini da parte della Procura generale dello sport del Coni, che aveva avviato una attività di indagine rispetto all’episodio di violenza denunciato dai genitori dei ragazzi. Il processo sportivo appena concluso con la condanna degli imputati della squadra di Fiumicino – come detto – è il primo in Italia ad affrontare il tema della violenza e maltrattamenti nel cosiddetto terzo tempo. Sul caso come detto è ancora aperto un procedimento penale e civile presso il competente tribunale di Venezia.

Attendiamo fiduciosi anche l’esito delle altre indagini e dei processi in corso – dicono i familiari dei ragazzi coinvolti – convinti che prima o tardi la verità verrà fuori soprattutto sui motivi che hanno portato a questo terribile episodio di malosport. I nostri figli si fidavano dei loro allenatori e dirigenti come pure noi al punto da aver affidato totalmente la loro tutela alla società in occasione della trasferta a tanti chilometri da casa. Certo questo è un primo passo importante che almeno dal punto di vista dell’etica dello sport segna un punto fisso sul quale almeno la federazione e le società sportive dovranno riflettere soprattutto pensando al sistema educativo del settore giovanile”.

Le indagini faranno il loro corso, ma intanto con la sentenza sportiva – al di là delle responsabilità del Fiumicino – si squarcia il velo su uno sport come il rugby che sembra essere scosso sempre più spesso da episodi e da accuse pesanti (ricorsiamo gli episodi di Mogliano e di Padova) oltre che da una serie sempre più numerosa di eventi al limite tra violenza e bullismo. Episodi che ledono il valore sociale e inclusivo dello sport soprattutto quando a commetterli sono gli stessi educatori allenatori, che dovrebbero invece trasmettere ai ragazzi il senso del rispetto della persona e della dignità umana, in una società sportiva che avrebbe a sua volta dovuto meglio vigilare e controllare la qualità di coloro ai quali aveva affidato i propri atleti e i propri colori.