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Pearl Harbor, Obama-Abe, la riconciliazione vince sulle ferite

28 dicembre 2016 | 11:46
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Pearl Harbor, Obama-Abe, la riconciliazione vince sulle ferite

Storica visita negli Stati Uniti. Il Premier del Giappone ā€˜offre condoglianze eterneā€™

Pearl Harbor, Obama-Abe, la riconciliazione vince sulle ferite

Il Faro on lineĀ ā€“ Shinzo Abe e Barack Obama visitano il USS Arizona Memorial di Pearl Harbor, coronando simbolicamente il crescere dei rapporti fra Stati Uniti e Giappone. Una visita ā€storicaā€, cosiā€™ la definisce Obama, che mostra ā€il potere della riconciliazioneā€ e dimostra come le ā€ferite di guerra possono cedere il passo allā€™amiciziaā€. Abe presente le sue ā€condoglianze sincere ed eterneā€ per le vittime di Pearl Harbor, teatro dellā€™attacco a sorpresa in cui 75 anni fa persero al vita 2.400 americani e che decretoā€™ la discesa degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. ā€Non dobbiamo mai ripetere lā€™orrore delle guerraā€™. Questo eā€™ lā€™impegnoā€ afferma Abe, dopo aver deposto una corona di fiori per le vittime. ā€Il mondo ha bisogno di tolleranza e del potere della riconciliazioneā€ aggiunge il premier giapponese, definendo lā€™alleanza fra Stati Uniti e Giappone unā€ā€™alleanza della speranzaā€.

La riconciliazione

Il tema della riconciliazione eā€™ quello cavalcato dai due leader nel momento solenne della visita, la prima di un premier giapponese dal 1951. Come previsto Abe non presenta le proprie scuse per lā€™accaduto, cosiā€™ come non le aveva presentate Obama a Hiroshima. La presenza di Abe a Pearl Harbor, spiega Obama, ā€ci ricordaā€ cosa eā€™ possibile raggiungere, mostra che le guerre possono finire e che i nemici possono diventare alleati. La visita mostra come ā€i frutti della pace sono piuā€™ pesanti della guerraā€. Nel corso degli ultimi anni, da quando Abe eā€™ salito al potere per la seconda volta nel 2012, le relazioni fra Stati Uniti e Giappone si sono rafforzate.

Lā€™incertezza Trump

E su queste pesa ora lā€™incertezza della politica estera di Donald Trump, che rappresenta un test per il rapporto ā€˜specialeā€™ fra i due paesi. Abe ha appoggiato alcune delle politiche spinte dallā€™amministrazione Obama, nonostante la resistenza interna. Il premier giapponese ha infatti detto siā€™ allā€™ampliamento del sostegno giapponese alle basi militari americane nonostante la forte opposizione di Okinawa; ha spinto per lā€™approvazione di norme sulla sicurezza che consentono alle forze armate giapponesi di partecipare a missioni di combattimento allā€™estero; e ha offerto aiuti non militari nei paesi in cui si combatte contro lā€™Isis. Un appoggio forte allā€™amministrazione Obama dettato anche dalla necessitaā€™ di aver un alleato forte contro la Cina. E Obama da parte sua ha contraccambiato dichiarando ufficialmente ā€“ e divenendo il primo presidente americano a farlo esplicitamente ā€“ che il trattato di sicurezza vigente obbliga gli Stati Uniti a difendere il Giappone nello scontro sulle isole contese con la Cina. Lā€™elezione di Trump getta peroā€™ unā€™ombra di incertezza.

Cambio di strategia

Lā€™approccio del presidente eletto, che ha assicurato un atteggiamento piuā€™ aggressivo contro la Cina su piuā€™ fronti, presenta molti rischi per il Giappone, soprattutto se faraā€™ scattare una dura risposta di Pechino. Trump ha anche indicato senza mezzi termini nel corso della campagna elettorale che il Giappone e la Corea del Sud stanno approfittando dellā€™ombrello di sicurezza offerto loro dagli Stati Uniti. Da qui lā€™invito del presidente eletto ai due paesi a considerare lo sviluppo di proprie armi nucleari, in uno schiaffo alla politica finora condotta dalla Casa Bianca di Obama. A fronte delle incertezze e dei proclami della campagna elettorale, Abe ha giaā€™ subito da Trump una delusione, con la bocciatura della Trans-Pacific Partnership, di cui il premier eā€™ stato un forte sostenitore sfidando lā€™opposizione del parlamento giapponese.