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Traffico internazionale di armi con #Libia e #Iran, 4 arresti, anche un’italiana ex assessore radicalizzata

31 gennaio 2017 | 12:25
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Traffico internazionale di armi con #Libia e #Iran, 4 arresti, anche un’italiana ex assessore radicalizzata

Avrebbero introdotto elicotteri, fucili d’assalto e missili terra aria, aggirando l’embargo, in Iran e Libia.

Traffico internazionale di armi, 4 arresti, anche un’italiana ex assessore radicalizzata

Il Faro on line – Un passato in politica, come assessore del Psdi nella sua città, poi l’apertura di un ristorante arabo, lo Sheik Al Arab, a San Giorgio a Cremano (Napoli) e numerose candidature al Consiglio comunale con diversi partiti di centrosinistra. E’ questo il profilo di Annamaria Fontana, la donna arrestata oggi con il marito, Mario Di Leva, durante indagini sul traffico di armi con la Libia e l”Iran.

La coppia, convertita all”Islam dopo aver vissuto a Teheran, si sarebbe anche fatta fotografare in compagnia dell”ex presidente dell”Iran, Mahmud Ahmadinejad. Tra gli indagati per traffico internazionale di armi c”e” anche uno dei figli della coppia,

Sono in tutto le quattro persone fermate dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Venezia, su ordine della Dda partenopea, che ha eseguito nelle province di Roma, Napoli, Salerno e L’Aquila il fermo dei 4 indiziati di traffico internazionale di armi e di materiale dual use di produzione straniera.

I fermati sono – come detto – marito e moglie di San Giorgio a Cremano (Napoli), Mario D. L., convertitosi all’Islam con il nome di Jaafar, e Annamaria F., assieme al manager della Società italiana elicotteri, Andrea Pardi. Il quarto destinatario del provvedimento di fermo è un libico, al momento irreperibile.

In concorso tra loro, nel periodo dal 2011 al 2015, avrebbero introdotto elicotteri, fucili di assalto e missili terra aria, aggirando l’embargo, in Iran e Libia senza le necessarie autorizzazioni ministeriali.

Sempre nel 2015 Andrea Pardi si era reso protagonista di un’aggressione nei confronti di un giornalista di ‘Report’. In quell’occasione, il giornalista lo avvicinò all’esterno della sede della società chiedendogli conto di presunte trattative con Stati oggetto di embargo per la vendita di elicotteri, ma la reazione di Pardi fu immediata e violenta.

Indagato anche il figlio della coppia, per il quale, al pari del padre, i magistrati napoletani sospettano un processo di “radicalizzazione” in atto. Il provvedimento sarebbe stato emesso, secondo quanto si apprende, in quanto nel corso delle indagini era sopraggiunta un’emergenza investigativa legata a un pericolo imminente di fuga all’estero.