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#Libia, gli impegni dell’Italia, motovedette e un sistema radar da 150 milioni di euro

4 febbraio 2017 | 10:13
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#Libia, gli impegni dell’Italia, motovedette e un sistema radar da 150 milioni di euro

Lavori in cantiere Napoli sui primi tre mezzi da dare a Tripoli

#Libia, gli impegni dell’Italia, motovedette e un sistema radar da 150 milioni di euro

Il Faro on line – Motovedette, sistemi radar per il controllo degli sterminati confini desertici a Sud, addestramento degli ufficiali della Guardia costiera e della Marina libiche, finanziamento dei centri di accoglienza locali e formazione del personale che vi lavora. Dopo la firma a Palazzo Chigi dell’intesa da parte del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni e del primo ministro libico Fayez al Serraj, si definiscono gli impegni del Viminale a favore di Tripoli sul fronte del contrasto all’immigrazione illegale.

3 MOTOVEDETTE PRESTO DA ITALIA A LIBIA

Il memorandum sottoscritto indica che l’Italia dovrà fornire “supporto tecnico e tecnologico agli organismi libici incaricati della lotta contro l’immigrazione clandestina“. Nell’officina navale della Guardia di finanza di Miseno (Napoli) si stanno completando i lavori di messa a punto di tre motovedette che si prevede di consegnare in primavera agli ufficiali di Guardia Costiera e Marina libiche.

Si tratta di tre delle sei imbarcazioni che l’Italia donò alla Libia tra il 2009 ed il 2010, facendo seguito al Trattato di amicizia firmato nel 2008 tra Silvio Berlusconi e Muhammar Gheddafi. Le altre tre non sono state più recuperate dopo i danneggiamenti subiti dai mezzi della coalizione che ha attaccato il regime del rais nel 2011.

OBIETTIVO PATTUGLIAMENTI IN ESTATE

La prossima settimana gli 89 ufficiali e sottufficiali libici che si stanno addestrando a bordo dei mezzi di Eunavformed, saliranno su una motovedetta simile a quelle che si trovano a Miseno per acquisire familiarità con le imbarcazioni che dovranno poi gestire una volta che le tre motovedette saranno a disposizione dei marinai libici. Successivamente, ulteriori imbarcazioni – dovrebbero essere attorno a dieci complessivamente – verranno cedute alle forze di Tripoli.

L’obiettivo, secondo quanto annunciato dall’ammiraglio Enrico Credendino, comandante della missione europea, “è quello di consentire alla guardia costiera libica di avere mezzi per pattugliare le proprie acque territoriali dove noi non possiamo entrare”. Un obiettivo che potrebbe essere raggiunto in estate.

SISTEMA RADAR A SUD

Altro impegno cruciale dell’Italia contenuto nel Memorandum è è il “completamento del sistema di controllo dei confini terrestri del sud della Libia, secondo quanto previsto dall’articolo 19 del Trattato” di amicizia del 2008. L’articolo 19 del Trattato Berlusconi-Gheddafi prevede che la realizzazione del sistema sia affidato a “società italiane in possesso delle competenze tecnologiche necessarie”: Selex, del gruppo Leonardo-Finmeccanica, il nome indicato. L’Italia, sempre secondo il Trattato, si è impegnata a sostenere il 50% dei costi, mentre per il restante 50% “Italia e Libia chiederanno all’Unione europea di farsene carico”. La spesa prevista a carico dell’Italia era pari a 150 milioni di euro.

CENTRI ACCOGLIENZA DA RISTRUTTURARE

C’è poi la parte che riguarda i Centri di accoglienza per migranti, da sempre nel mirino delle associazioni umanitarie che ne contestano le condizioni e la mancanza di rispetto dei diritti umani. L’Italia deve stanziare fondi per adeguare queste strutture, fornire medicinali e formare il personale libico che vi opera.

INTERROGATIVO E’ FRAGILITA’ SERRAJ

Al di là degli impegni messi nero su bianco da Gentiloni e Serraj, resta tutto da vedere se questi si tradurranno in atti concreti. La leadership del premier libico è molto fragile in un Paese dilaniato, dove Serraj è costretto a stare rinchiuso nella base di Al Sittah a Tripoli ed i ricchi trafficanti di uomini hanno il pieno controllo delle coste da dove partono i barconi diretti verso l’Italia.