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Cronaca Locale
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#TestadiLepre, scontro Acea-Arsial, la burocrazia chiude i rubinetti e i cittadini restano a secco

13 febbraio 2017 | 08:05
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#TestadiLepre, scontro Acea-Arsial, la burocrazia chiude i rubinetti e i cittadini restano a secco

Inutilizzata la conduttura di 4 chilometri pagata e realizzata dal Comune

#TestadiLepre, scontro Acea-Arsial, la burocrazia chiude i rubinetti e i cittadini restano a secco

Il Faro on line – Rottura delle condutture fatiscenti, strade che si trasformano in stagni. Cittadini letteralmente a secco. Per giorni. Ancora disagi per l’acqua potabile a Testa di Lepre. Il problema è periodicamente e tristemente – sarebbe il caso di aggiungere – alla ribalta delle cronache locali. Nulla di nuovo quindi. Purtroppo. Una situazione in stallo che sembra ormai essere diventata cronica. Si rompe il tubo, parte il reclamo, ci si mette una pezza e si va avanti per un po’. Eppure un piccolo passo in avanti sembrava esserci stato. Il Comune, infatti, nel maggio dello scorso anno ha terminato una conduttura nuova di zecca di 4 km proprio in via Pedroli, in una zona tra le più disagiate. Forse non è la soluzione definitiva del problema, ma sarebbe stato comunque un passo in avanti, se solo fosse stata messa in opera.

Invece ci si è messa di mezzo la burocrazia, in un infinito rimpallo di competenze tra Acea (che andrebbe ad erogare l’acqua alle nuove utenze) e Arsial, il gestore che fino ad ora ha seguito la questione. Il nocciolo del problema: la mancanza di un collettore fognario dove i cittadini possano smaltire – a norma di legge – le acque nere. Si sono proposte – anche su suggerimento dell’Assessorato ai Lavori Pubblici – soluzioni alternative.
Si sono fatti sedere al tavolo i due contendenti per studiare una situazione transitoria che che salvaguardi gli interessi di Acea e metta pace con l’Arsial, ma che, soprattutto, tenga conto dell’esigenza primaria dei cittadini di fronte ad un bene di fondamentale importanza come l’acqua potabile. Ma superato un ostacolo, ecco che subito un altro si para di fronte. E così tra il tira e molla degli enti tutto è rimasto bloccato. E a rimetterci – anche questa volta – sono i cittadini.