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Cronaca Locale
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#Formia, la Giunta comunale ha finalmente deliberato l’affidamento del bene confiscato alla mafia

21 febbraio 2017 | 07:04
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#Formia, la Giunta comunale ha finalmente deliberato l’affidamento del bene confiscato alla mafia

Il bene confiscato alla mafia, attraverso un bando è stato affidato all’A.T.I.

#Formia, la Giunta comunale ha finalmente deliberato l’affidamento del bene confiscato alla mafia

Il Faro on line – Il 15 febbraio la Giunta comunale formiana ha finalmente deliberato circa l’affidamento del bene confiscato alla mafia, intorno agli inizi del nuovo secolo, situato in zona Acquatraversa. Apparentemente sembra una bella notizia, giusto? Ma siamo sicuri di conoscere tutti i retroscena degni dell’ispettore Montalbano, che questa storia cela?
Era il 2003 quando il Ministero delle Finanze, ai sensi della legge per il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati ai mafiosi, cedette al Comune di Formia un immobile confiscato alla mafia, collocato in località Acquatraversa. L’immobile è una villa di tre piani con piscina e ampio giardino, con discesa a mare privata, costruita negli anni ‘70.

Dopo un anno e mezzo, il 04.08.2004, l’assessore alle Opere Pubbliche dell’epoca stanziò centomila euro per la ristrutturazione dell’immobile per ospitarvi un centro polivalente per disabili e attività per l’infanzia.
In maniera quasi simultanea, il presidente dell’associazione “l’Aquilone”, l’unica associazione accreditata alla Regione Lazio per l’assistenza ai disabili, cominciò a inoltrare varie richieste pubbliche al Comune di Formia per chiedere la gestione dell’immobile, anche in collaborazione con altre associazioni religiose e laiche presenti sul territorio, che però si concludono in nulla di fatto.

Ad inizio 2007, ovvero dieci anni fa, l’enigma comincia a prendere forma. Infatti, senza alcun preavviso, alcun bando e alcuna conferenza pubblica, la Giunta Municipale di Formia decide di affidare la struttura in questione alla comunità parrocchiale Emanuel della chiesa del Carmine.
La comunità, fino ad allora, non ha mai svolto iniziative a favore dei disabili, non è accreditata presso alcun ente e non ha competenze e professionalità per gestire una struttura del genere. Ma la cosa pare non avere alcuna rilevanza per il comune. L’importante, pare, invece, è ingraziarsi la benevolenza della chiesa e del vescovo di turno. E dei disabili, vi chiedete voi? Spariti, tanto la cosa non tange alla Giunta.
Il 31 maggio 2007, con tutte le pompe del caso e con la presenza dell’arcivescovo di Gaeta, il nuovo centro viene finalmente inaugurato e reso fruibile. Il centro viene intitolato a Papa Giovanni Paolo II. Ora, un immobile confiscato alla mafia dovrebbe essere intitolato a qualche personaggio che si è contraddistinto nella lotta alla mafia: un giornalista, un magistrato, un’associazione, un sindacalista, un carabiniere, o un qualsiasi altro cittadino che ha sacrificato la propria vita per la lotta alla mafia, non a un papa. Comunque, se non ci importa dei disabili, perché mai questa “facezia” dovrebbe avere rilevanza?

Aperto il centro, la tracciabilità dell’uso che ne viene fatto, si disperde nell’aria. Non si sa se funziona, e soprattutto se funziona bene, se rispetta le prescrizioni di carattere sociale previste dalla legge, se ospita davvero disabili, quanti ne ospita e se con qualche risultato tangibile.
Ma non è finita, qui. Come ogni enigma degno di nota, l’enigma va avanti. Siamo nel 2013. Il centro è completamente disabitato. Non è funzionante, non ospita disabili e non viene svolta alcuna attività sociale. Manca finanche la manutenzione primaria dell’immobile, così da vanificare i centomila euro spesi per la ristrutturazione. La spiaggia a cui si accede tramite scaletta privata, anch’essa comunale, vige in una situazione davvero deplorevole. Ogni tanto, però, si vede qualcuno che apre le finestre dell’immobile per fa prendere aria ai locali.

Ed è in questa condizione che ritroviamo l’immensa villa ancora oggi, nel 2017.
Ed eccoci, finalmente, con quella che ci auspichiamo sia una bella notizia. Tre giorni fa, infatti, il bene confiscato alla mafia, dopo un bando pubblicato è stato affidato all’A.T.I. (Associazione Temporanea D’Impresa) così composta:
L’Acquilone onlus – Via Pisciariello n. 35 Formia (LT)
Nuovo Orizzonte coop.soc – – Via Pientime Formia (LT)
Coop. soc. AlternataSI.LO.S onlus
Che dite, l’enigma sta per concludersi, o questa è solo una delle sue tante sfaccettature?!

http://www.comune.formia.lt.it/binary/prtl_comune_formia/formia_normativa/dgc_15_2017.pdf