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Caso #Alitalia, torna la protesta, esposti gli striscioni. “Nazionalizzazione unica soluzione”

24 febbraio 2017 | 08:01
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Caso #Alitalia, torna la protesta, esposti gli striscioni. “Nazionalizzazione unica soluzione”

Fabio Frati: “La tutela dei lavoratori e degli interessi strategici del paese può essere praticata unicamente da investimenti pubblici che ricostruiscano la compagnia di bandiera”

Caso #Alitalia, torna la protesta, esposti gli striscioni. “Nazionalizzazione unica soluzione”

Il Faro on line – Controllati dalle forze dell’ordine, circa 200 lavoratori, più che altro precari Alitalia, riunitisi dalle 10:00 di ieri mattina in presidio davanti al terminal 1 partenze dell’aeroporto di Fiumicino con bandiere sindacali della Usb e Cub Trasporti e striscioni recanti la scritta: “La nazionalizzazione è l’unica soluzione”, hanno dato vita ad un corteo che ha sfilando davanti ai terminal del Leonardo da Vinci.

A dar loro solidarietà, Silvana De Nicolò, consigliere regionale M5S, e Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista. Gli interventi al megafono dei rappresentanti sindacali della Usb e della Cub Trasporti, che hanno indetto lo sciopero di 24 ore di tutto il personale di terra e di volo ed organizzato il presidio e poi il corteo, vengono a più riprese interrotti da applausi e suoni di trombette.

“La privatizzazione di Alitalia è fallita perché – ha spiegato Fabio Frati, della segreteria Cub Trasporti – ha prodotto 12 mila licenziamenti dal 2008; migliaia di precari; pesantissimi tagli salariali e normativi e tre crisi aziendali dovute a scelte sbagliate costate poi ai contribuenti miliardi di euro. Da qui – ha continuato – ne è quindi derivato un enorme dumping occupazionale, salariale e normativo”.

Frati si è poi detto contrario, come Cub Trasporti, al progetto di trasformazione di Alitalia in una low cost e di pensare, invece, alla “nazionalizzazione come unica soluzione”.

“La tutela dei posti di lavoro e degli interessi strategici del paese – ha sottolineato il sindacalista – può essere praticata unicamente da investimenti pubblici che ricostruiscano la compagnia di bandiera”.