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Sparò e uccise ladro, tabaccaio padovano assolto in Appello

13 marzo 2017 | 21:47
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Sparò e uccise ladro, tabaccaio padovano assolto in Appello

Intanto per la rapina all’Osteria Dei Amis, strappati i fiori per il malvivente ucciso

Sparò e uccise ladro, tabaccaio padovano assolto in Appello

Il Faro on line – Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola (Padova) che il 25 aprile del 2012 sparò e uccise un ladro sorpreso a rubare nella sua tabaccheria è stato assolto oggi dalla Corte d’Appello di Venezia. I giudici hanno ribaltato la sentenza di primo grado emessa del gup Beatrice Bergamasco che l’aveva condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere e ad un risarcimento danni di oltre 300 mila euro nei confronti dei parenti della vittima.

La sentenza di primo grado, emessa poco più di un anno fa, aveva scatenato molte polemiche. Birolo, 51 anni, difeso dall’avv. Luigino Martellato, aveva sparato ad un ladro moldavo entrato nel suo negozio, uccidendolo con un colpo di pistola regolarmente detenuta. Nonostante il pm Benedetto Roberti avesse chiesto la sua assoluzione, il gup aveva condannato il tabaccaio.

Bersagliata da minacce anche attraverso i social network, Bergamasco era stata posta sotto sorveglianza. Contro la sua decisione si erano schierate molte formazioni politiche ma anche il vescovo di Chioggia, mons. Adriano Tessarollo.

“Mi permetta un’ironia, signora giudice: quello che non era riuscito forse a rubare il ladro da vivo – aveva scritto il prelato nelle pagine del settimanale diocesano Nuova Scintilla – glielo ha dato il giudice, completando il furto alla famiglia, un bel vitalizio ottenuto per i suoi familiari, con l’incidente accadutogli nel suo ‘lavoro di ladro’!”. Il giudice aveva infatti stabilito un risarcimento di 325.000 euro per i danni patiti dalla madre e dalla sorella del bandito, Igor Ursu.

“Se la legge e chi la rappresenta hanno il compito di educare all’uso proporzionato della forza nella legittima difesa – aveva aggiunto il vescovo – non bisogna neanche correre il rischio di trasmettere un messaggio del genere: ‘violenti, scassinatori e ladri, continuate tranquillamente la vostra criminale attività, tanto qui siete tutelati per legge, perchè nessuno deve farvi del male mentre siete nell’esercizio del vostro ‘lavoro'”.

Parole che erano costate a Tessarollo le critiche dell’Associazione nazionale magistrati. “Rappresentanti istituzionali non dovrebbero dare giudizi sull’attività di altri organi, come quello giudiziario – aveva sostenuto Lorenzo Miazzi, referente per il Veneto dell’Anm – senza avere la completa conoscenza dei fatti”.

Osteria Dei Amis, ladro ucciso: strappati i fiori per il rapinatore

‘Intanto a Gugnano fiori calpestati e strappati. Sono quelli che erano stati posati, subito dopo la morte del ladro che, con tre complici, a Gugnano di Casaletto Lodigiano aveva assaltato l’Osteria Dei Amis per due monete e qualche stecca di sigaretta. Erano stati messi davanti al cancello del cimitero di Gugnano, proprio dove l’uomo, che stava fuggendo dall’osteria dopo esser stato scoperto, era stramazzato al suolo non riprendendosi più stroncato da un’emorragia interna. A quei fiori se n’erano aggiunti degli altri ieri sera: un mazzo di fiori di plastica trovato, anche questo, rovesciato a terra. La gente, stamattina, passava, guardava e andava oltre.

Ma un residente, Angelo Ungherini, amico da anni del tabaccaio gestore dell’Osteria e dal cui fucile è partita la rosa di pallini che ha causato la morte del ladro, ha voluto commentare spiegando: “Sono cose che non si fanno, qui c’è un morto. Ma questo, però, spiega bene il grado di sopportazione e frustrazione a cui è arrivata la gente in zona in tema di incursioni in casa da parte di ladri. Chiunque, qui, avrebbe fatto la stessa cosa che ha fatto Mario”.

E che la gente stia con Mario lo si è potuto capire bene anche dal fatto che oggi, in poche ore, la petizione affissa oltre che in bar della zona anche di fianco alla porta d’ingresso dell’Osteria Dei Amis si è riempita di oltre 100 firme. A bar chiuso: perché il locale, oggi, era in giornata di chiusura settimanale. Figurarsi nei prossimi giorni quando la gente arriverà qui a ogni ora per prendere caffè o pranzare a mezzogiorno.

Il procuratore della Repubblica Domenico Chiaro, ieri, aveva detto: “E’ un processo, se ci sarà, che si fa a malincuore. Ma a volte si è costretti a applicare la legge anche se contraria al sentimento popolare”. La percezione di quanto la gente sia stanca della situazione di insicurezza è chiara. Anche se il questore di Lodi, nell’ambito del Comitato per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto sabato scorso a Lodi, ha reso noto, alla presenza del sindaco di Casaletto Lodigiano Giorgio Marazzina i dati sui furti in zona specificando che si tratta di uno solo nel 2016 e 3 nel 2017.