Neve e lava si toccano, ecco cosa ha fatto ‘esplodere’ l’Etna #Sicilia #vulcano

17 marzo 2017 | 09:01
Share0
Neve e lava si toccano, ecco cosa ha fatto ‘esplodere’ l’Etna #Sicilia #vulcano

Per i vulcanologi è ‘un evento che può anche ripetersi’.

Neve e lava si toccano, ecco cosa ha fatto ‘esplodere’ l’Etna #Sicilia #vulcano

Il Faro on line – È stato il contatto tra la lava incandescente della colata e la neve presente ad alta quota a provocare l’esplosione di oggi sull’Etna. Un fenomeno conosciuto dagli esperti come ‘esplosione freatica’, che ha causato il ferimento di una decina di persone, colpite dal materiale piroclastico lanciato lontano sotto forma di schegge. Tra i feriti anche un ricercatore dell’istituto di geofisica e vulcanologia (Ingv).

La nuova fase eruttiva dell’Etna è cominciata tre giorni fa, con delle esplosioni dal nuovo cratere di sud-est. Poi ha subito un’incremento ieri mattina, generando una colata lavica sommitale. E ieri infine l’esplosione, a 2.700 metri di quota, sul fronte della colata lavica, nel Belvedere che si affaccia sulla Valle del Bove. Attualmente la lava avanza con una temperatura superiore ai 1000 gradi centigradi in una zona ricoperta di neve.

Quest’ultima al contatto con la lava si scioglie, formando delle pozze d’acqua che possono venire ricoperte dal magma in avanzamento. In quel caso, l’acqua sotto la colata lavica tende a vaporizzare, e può causare esplosioni freato-magmatiche, come quella di ieri.

L’eruzione continuerà, secondo il vulcanologo Marco Neri dell’Ingv, e “probabilmente continuerà ad espandersi e a dirigersi verso la valle del Bove, una depressione erosiva profonda 1000 metri che si apre sull’alto fronte orientale dell’Etna”.

“Qui, se avverranno altre esplosioni – aggiunge – saranno lontano dagli occhi di eventuali osservatori. Ma la lava potrebbe anche restare dal lato del Belvedere. E anche qui non è escluso che possano ripetersi fenomeni del genere. Perché in questa zona c’è molta neve, e bastano anche piccole sacche per causare forti esplosioni”. “I rischi ci sono, ma solo per chi si avvicina troppo – avverte Neri -. E la quota dove sono avvenute le esplosioni è interdetta alle escursioni e alle guide.

Ma bisogna tenere presente che un’esplosione può avere una gittata di almeno 150-200 metri, come è già avvenuto. E i detriti oltretutto sono incandescenti”. Nell’esplosione è stato coinvolto un vulcanologo dell’Osservatorio Etneo dell’Ingv, Boris Behncke.

“Il collega sta bene – assicura Neri – è solo un po’ scosso”. “Lui al momento dell’esplosione era impegnato in un’osservazione, quindi era molto vicino – continua Neri -, ma per fortuna ha riportato solo una piccola escoriazione. Mentre il gatto delle nevi che era ad una distanza di 150 metri ha il tetto sfondato”. “Sono fenomeni che mettiamo in conto, che possono accadere – conclude Neri -. L’Etna è un vulcano buono, ma è pur sempre un vulcano attivo, e bisogna tenersi a debita distanza”. (fonte: ansa)