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Ostiamare, intervista a Riccardo Martorelli, ‘Vogliamo arrivare il più in alto possibile, la migliore qualità per un difensore? Sicuramente, la concentrazione’

31 marzo 2017 | 08:00
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Ostiamare, intervista a Riccardo Martorelli, ‘Vogliamo arrivare il più in alto possibile, la migliore qualità per un difensore? Sicuramente, la concentrazione’

12 presenze in campionato. Titolare inamovibile e protagonista dei 55 punti nel girone G. Non si molla di un passo .. verso il termine del campionato

Ostiamare, intervista a Riccardo Martorelli: “Vogliamo arrivare il più in alto possibile, la migliore qualità per un difensore? Sicuramente, la concentrazione”

Il Faro on line – Si alzano i muri in difesa, all’Ostiamare. E quando, Riccardo Martorelli scende in campo e si piazza là dietro, nel reparto più arretrato, di fronte alla porta biancoviola, allora quel tesoro da conservare e da proteggere in fondo alla rete, è più al sicuro.

Concentrazione e talento. Due qualità importanti per Martorelli. Dare il meglio ogni volta in partita, è la sua prerogativa

E’ uno dei difensori più forti, del girone G, in un Campionato Nazionale di Serie D, lungo e difficile. Mai niente è scontato in una competizione sportiva e tirare fuori da se stessi, sempre il meglio, per portare in modo costante, il risultato a casa, è fondamentale. Lo fa Riccardo, ogni domenica, facendo affidamento sulla concentrazione e su un talento naturale, che ogni domenica, si esprime sui campi verdi.

Una difesa condivisa con Colantoni e Piroli. Appena acquistato, subito titolare

Dal mese di dicembre, veste la maglia dei gabbiani e con grande gioia. Titolare sin da subito, dietro alla difesa lidense, è arrivato ad Ostia, dalla sessione del mercato invernale. Ha trovato amici e compagni ad attenderlo, nel modulo di una difesa, in cui gioca e con risultati eccellenti, per tutta la squadra, con Francesco Colantoni, Danilo Piroli ed Andrea Belardelli. Tutti insieme, stringono mani e tecniche di gioco, per scoprire poi, lo zero in tabellino, per la squadra avversaria.

Uno dei fautori dei 55 punti in classifica. Con umiltà e serenità, il torneo continua

Centrale di posizione, come fare il terzo a destra o sinistra, non importa. La cosa fondamentale è frenare le incursioni avversarie a pochi metri o centimetri, da Alessio Quattrotto. Ne ha bloccati tanti di tentativi a rete, come ha spento in area, i sogni di chi voleva segnare alla sua squadra. Lo confermano i 55 punti in classifica, conquistati. L’Ostiamare è quarta ed in piena lotta, per i play off. Si gioca, di giornata in giornata, però. Lui lo sottolinea. Costruendo quotidianamente, i successi che stanno arrivando.

Qualità difensive, ma anche offensive. Quel suo tiro di destro potrebbe creare grossi problemi, agli avversari ..

Sono fondamentali i valori, per Martorelli e condividere la vita e lo sport, con chi ne ha nel cuore e nella mente, segna un passo differente, nella propria esperienza personale. Ne ha trovati molti di questi aspetti, all’Ostiamare e sentirsi inserito in un ambiente che sposa in pieno, le sue attitudini caratteriali, lo prende per mano verso il campo e lo spinge ogni volta, a dare l’anima. Sono 12 le presenze complessive, per lui in campionato ed ha segnato anche un gol. E’ accaduto in trasferta, con il Latte Dolce. In quell’occasione, Riccardo ha messo a rete, un pallone arrivato dagli sviluppi di un calcio di punizione, ma si allena ogni giorno all’Anco Marzio, per replicare quell’evento. Ha un ottimo tiro di destro, da fuori area e già in partita, con il Città di Castello, il suo palmares avrebbe potuto segnare due in tabellino. Alla sinistra del portiere umbro, il numero 5 dell’Ostiamare ha scagliato un potente tiro a rete, che per poco non andava a finire, sotto il sacco del sette opposto. Una qualità questa, per Riccardo da sfruttare e magari, nelle prossime gare, non mancherà di riprovarci.

A 13 e mezzo, trasferimento alla Fiorentina e maturazione, personale e sportiva

Una carriera lunga per lui, nel calcio. Insieme ad un passione per il pallone, che lo ha accompagnato sin da bambino. Si cresce allora, su un campo verde, metafora della vita, ma anche fuori, se ogni giorno bisogna dimostrare di essere già grandi. Aveva 13 anni e mezzo allora ed era a Firenze. Un bimbo quasi ometto, che armi e bagagli, ha lasciato casa a Roma e ha puntato dritto verso la squadra gigliata. Lo aveva acquistato la Fiorentina ed ogni giorno, sveglia presto e a scuola, da solo. Come gli allenamenti e le partite giocate. Per due anni e mezzo, il difensore biancoviola ha vissuto questa esperienza. E si è trovato poi tutto il mondo, all’interno dello spogliatoio. Lo definisce in questo modo. Secondo lui, quel luogo nascosto agli occhi di chi non indossa maglia e scarpini per giocare, rappresenta un piccolo mondo, dove imparare la vita. Anche all’Ostiamare è così e quei grandi valori, di persone, che lui vi ha trovato all’interno, caratterizzano adesso, la sua quotidianità, sotto la bandiera biancoviola. Quell’emozione poi, vissuta agli ultimi secondi della partita con Trestina, quando Michele Vano ha ribaltato il risultato a favore, è rimasta nel suo cuore, come un’improvvisa gioia che non si dimentica.

Tante le maglie da lui indossate. La fascia di capitano al Rieti e la semifinale giocata, un ricordo da conservare

Sono state molteplici, le squadre in cui ha militato, prima di approdare, alla corte di mister Alfonso Greco.  La prima esperienza in Serie D, l’ha vissuta a Pomezia. Sono arrivate poi, tra le altre, Monterotondo e Lupa Roma. La fascia di capitano a Rieti, ha fatto in modo di farlo crescere molto e non solo come atleta. Guidare un gruppo di compagni in campo, è fondamentale, per maturare anche, sotto l’aspetto umano. Una grande annata per lui, quella. La ricorda con piacere. Nessuno si aspettava che la squadra sabina all’ultimo, sarebbe arrivata ad un passo dalla finale per il titolo. Lo hanno fatto i giocatori del Rieti ed insieme a Riccardo. E’ arrivato ad un soffio, il sogno di giocare la massima partita. Ma c’è un’altra occasione adesso, da sfruttare, ad Ostia. Ma fermi tutti. Bisogna volare bassi e mantenere concentrazione e serenità. Ne è convinto lui e poi chissà .. .

Ha raccontato della sua esperienza allora, nel calcio. Lo ha fatto al termine, di un altro impegnativo pomeriggio di allenamenti, all’Anco Marzio, alla ripresa dei lavori, dopo la partita conquistata, con il Flaminia. E ai lettori de Il Faro on line ha parlato di sé. Con fermezza, decisione, serietà e professionalità. Come il generale di una difesa, che non fa sconti a nessuno. Queste, sono state le sue parole ..

Caro Riccardo, l’Ostiamare sta vivendo un momento positivo. Sono stati appena conquistati 55 punti e siete quarti in classifica. Quali sono le tue personali impressioni ?

“Direi che è un ottimo momento per la squadra e per tutta la società. I punti sono tanti, come le partite vinte. Navighiamo con molta serenità, guardando di giorno in giorno, gli obiettivi che ci siamo posti. Sono quelli, di arrivare il più in alto possibile”.

Domenica scorsa, c’è stata la partita con il Flaminia. Come è andata la tua gara, personalmente in campo ?

“E’ stata una partita non facile, perché il Flaminia ha un ottimo attacco, con giocatori importanti, come Cardillo, Delgado e Cicino. E’ stata una gara dove la concentrazione, ci ha permesso di portare a casa il risultato”.

Sei all’Ostiamare, dal mese di dicembre. Come sta andando il tuo campionato ?

“Sono molto contento. Spero lo sia anche la società. Sto giocando molte partite da titolare e sto dando una mano ai compagni, per arrivare il risultato che ci siamo prefissati”.

Quali sono le tue caratteristiche tecniche in campo ?

“Nel calcio moderno, è meglio avere molte caratteristiche. Con il modulo con cui stiamo giocando, in una difesa a 3, sono più marcatore, in questo momento. Faccio il terzo di destra o di sinistra. Invece, quando mi trovo a giocare a 4, in coppia, ho un ruolo più di posizione. Gioco d’anticipo. Anche l’aspetto mentale, è importante. La concentrazione per un difensore è l’arma principale, come la determinazione e la caparbietà. Sono alla base del mio ruolo”.

Prima di giocare all’Ostiamare, sei stato in molte squadre, tra le quali il Civitavecchia ed il Rieti. Quali sono le tue impressioni a riguardo ?

“Il Civitavecchia è stata una parentesi non bella, che non ripeterei. Non per i miei compagni, che sono stati squisiti. Dopo che avevo rifiutato il Trastevere. Lo scorso anno, venivo da un campionato da capitano, a Rieti. Avere la fascia al braccio, è stata un’esperienza importante per me. Abbiamo fatto di più, rispetto a quello che ci aspettavamo all’inizio e che si aspettavano tutti. Abbiamo terminato la stagione, perdendo in semifinale, ai play off a Sassari, pareggiando però. Nei minuti dei tempi supplementari. Quindi, nel complesso, è stata un’ottima annata”.

Vuoi vincerli ad Ostia i play off ? Sarebbe una rivincita da parte tua ..

“Certo. Chissà ..”.

Come si riesce a marcare un avversario ostico in campo ?

“Sicuramente il difensore, spesso è avvantaggiato. Si trova, fronte alla porta avversaria. Quando trovi l’uomo di spalle, se sei intelligente tatticamente, sei bravo a non farlo girare e la spunti tu. Chiaramente, di attaccanti forti, ne ho marcati. Non è facile. Ritorno sempre a dire che la concentrazione, è alla base del calcio, in qualsiasi ruolo”.

Che cosa personalmente, il calcio ti ha dato, come persona ed atleta ?

“Personalmente, mi ha fatto crescere come individuo. Ad esempio, a 13 anni e mezzo sono stato costretto ad andare via di casa, perché mi comprò la Fiorentina. Sono stato fuori, due anni e mezzo, a Firenze. Anni importanti, per la mia crescita personale. Ero un bambino. Mi dovevo svegliare ed andare a scuola, da solo. Senza mai saltare un giorno. Mi sono responsabilizzato da subito. Vivere uno spogliatoio poi, è vivere il mondo in piccolo, in tutte le situazioni che si pongono nella vita. Praticamente, le hai già vissute lì dentro”.

.. e com’è lo spogliatoio all’Ostiamare ?

“Sono stato molto fortunato. Grandi e giovani sono tutte persone di valori importanti. Credo che una squadra, come una società, debba essere formata, prima che da buoni giocatori, da ottime persone. Altrimenti, non si va, da nessuna parte”.

Qual è il tuo sogno da sportivo ?

“Anche se è brutto dirlo, ed io ho una mente fervida che viaggia molto .. , nello sport sono molto cinico e nichilista. Non mi pongo obiettivi stratosferici. Vivo di giorno in giorno. E’ talmente labile il confine, tra il sognare e prendere una bella cantonata, che magari domani ti alleni e ti fai male .. e ti crollano tutte le aspettative. Ogni vita di uno sportivo è contornata, dalla fortuna, come dalla sfortuna. I sogni sono chiaramente importanti, nella vita di tutte le persone, però avere anche un equilibrio e non sognare troppo ad occhi aperti, spesso ti aiuta ad andare avanti, più semplicemente”.

Qual è stata l’emozione più bella vissuta qui all’Ostiamare, fino a questo momento della stagione ?

“La vittoria conquistata negli ultimi minuti della partita, non mi era mai capitato. In casa, con il Trestina. Non mi era mai successo, di vincere la gara all’ultimo secondo. Credo, sia stata l’emozione più bella. E sicuramente, anche la vittoria con l’Arzachena su rigore, è stata una emozione notevole”.