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Incontinenza urinaria, i consigli degli esperti

3 aprile 2017 | 00:40
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Incontinenza urinaria, i consigli degli esperti

In Italia sono circa 5 milioni le persone affette da incontinenza, una malattia tra le più costose e diffuse nel mondo.

Incontinenza urinaria, i consigli degli esperti

Il Faro on line – L’incontinenza urinaria condiziona in modo pesante la qualità della vita di chi ne è affetto con effetti sulla sfera professionale, familiare, sociale, psicologico e economico. Secondo gli esperti è una malattia sottostimata: molte persone non vanno dal medico o rimandano il momento di farlo per ragioni diverse, non ultima la questione economica.

Sono sostanzialmente tre i tipi di incontinenza, da sforzo, da urgenza e mista, a differenziarle, spiegano gli specialisti sono i sintomi che le caratterizzano.

L’incontinenza da sforzo, detta anche da stress, si manifesta durante un sforzo fisico per aumento della pressione dell’addome sulla vescica ma può anche verificarsi durante una risata, uno starnuto o un colpo di tosse.
L’incontinenza da urgenza è frequentemente associata ad uno stimolo urgente ad urinare ed è solitamente dovuta a contrazioni incontrollabili della vescica. Infine, l’incontinenza mista quando sono presenti sia l’incontinenza da sforzo che quella da urgenza In relazione alle perdite l’incontinenza può essere lieve, media, grave e gravissima.

Un problema non da poco dunque, di grande rilevanza sanitaria e sociale e causa di disagio e sofferenza psicologica per chi ne è affetto. Per affrontarlo al meglio, continuano gli specialisti, bisogna poter contare su un’organizzazione che permetta al paziente di fruire di trattamenti diagnostici e terapeutici personalizzati e dell’intervento integrato di diversi professionisti: l’urologo, il terapista, l’infermiere.

Ed è proprio a questi professionisti che abbiamo rivolto alcune domande per capirne di più ed avere anche alcuni consigli utili alla gestione dell’incontinenza.
Al Dottor Mauro Pastorello, Dirigente Struttura Semplice di urologia funzionale – Ospedale Sacro Cuor di Negrar – Verona abbiamo chiesto:

Alla Dottoressa Monica Pazzaglia fisioterapista esperta in pavimento pelvico – Ospedale Sacro Cuor di Negrar – Verona:

Infine, al Dottor Gesualdo Coniglio Referente infermieristico Ambulatori Stomizzati e Centri di Distribuzione protesica, consulente in Stomaterapia, Dipartimento Cure Primarie – Ausl Ferrara:

Vediamo le risposte, clicca su “Prosegui” per leggerle…

L’UROLOGO

Dottor Pastorello quale è la forma di incontinenza più frequente?
L’incontinenza urinaria da sforzo è certamente la più frequente nella donna, correlata principalmente con la situazione di prolasso vescico-uterino in cui vi è una riduzione delle resistenze uretrali rispetto alle pressioni endoaddominali. Anche l’incontinenza da urgenza è comunque più frequente nel sesso femminile.

A soffrirne di più sono gli uomini o le donne?
Nonostante la discordanza di numerosi studi sulla prevalenza dell’incontinenza urinaria emerge il dato univoco che documenta come il sesso femminile sia maggiormente colpito rispetto al sesso maschile con un rapporto stimato di 2:1 e che l’avanzare dell’età rappresenti un fattore di rischio per entrambi sessi.

I dati presenti in letteratura stimano che circa il 5-69% della popolazione femminile e l’1-39% di quella maschile risultano affette da incontinenza urinaria: tali ampi range percentuali riflettono la difficoltà della comunità scientifica di effettuare una stima esatta della prevalenza dell’incontinenza urinaria.

Gli studi epidemiologici infatti valutano diverse gruppi di pazienti analizzando svariati aspetti, quali sesso, età, etnia, coesistenza di più patologie diverse, tipologia di incontinenza, grado di severità, ecc. fornendo dati estremamente eterogenei.

C’è relazione tra incontinenza e età?
Certamente l’avanzare dell’età (e la inevitabile coesistenza di più patologie diverse) costituisce di per sé stessa un “fattore di rischio” per l’incontinenza urinaria, condiviso da entrambi i sessi.

Tuttavia nella donna i potenziali fattori di rischio sono ben più numerosi rispetto al maschio e si possono sintetizzare, oltre all’ età, anche nei seguenti: obesità e sovrappeso, gravidanza, numero di parti e tipologia di parto, etnia e razza, eventuale isterectomia e chirurgia pelvica, dieta, stato socio-economico, fumo, attività fisica, malattie neurologiche, nonché in specifiche situazioni in cui sono presenti più patologie spesso età-correlate, quali: diabete, infezioni delle vie urinarie, decadimento cognitivo, decadimento fisico, depressione.

anche nell’uomo l’avanzare dell’età comporta un aumento dei fattori di rischio per incontinenza urinaria (disordini minzionali correlati a ipertrofia prostatica, infezioni delle vie urinarie, decadimento funzionale e cognitivo, ridotta attività fisica, disturbi neurologici, diabete, chirurgia prostatica).

Malgrado il recente, sensibile aumento dell’incontinenza dopo prostatectomia radicale, la prevalenza dell’incontinenza urinaria nel maschio rimane comunque inferiore a quella nella donna anche in età avanzata.

LA TERAPISTA

Dottoressa Pazzaglia ci sono esercizi semplici che possono essere fatti durante le attività quotidiane e che aiutano a rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico?
Non ritengo opportuno consigliare esercizi senza valutazione della persona. Chi soffre di incontinenza deve essere sempre sottoposto a visita urologica e agli eventuali accertamenti del caso e quindi, se ritenuta l’indicazione più idonea, inviata alla riabilitazione.

Non sempre gli esercizi classici che normalmente vengono proposti sulle riviste risultano essere utili: bisogna valutare caso per caso poiché per qualcuno possono essere addirittura controindicati o assolutamente inefficaci.

Molte persone pensano che sia naturale diventare incontinenti dopo un parto o con l’età e si vergognano ancora oggi a consultare un medico. Questo atteggiamento non è corretto ed in ogni caso l’incontinenza è un sintomo che va trattato seriamente da professionisti, anche se lieve, in quanto può peggiorare.

Quali indicazioni darebbe a chi soffre di incontinenza?
Indicazioni semplici che possono essere utili a tutti. Innanzitutto mantenersi snelli (il peso addominale può infatti portare nel tempo a incontinenza), contrastare la stipsi ed evitare di spingere smodatamente per andare in bagno: per facilitare la defecazione mettere uno sgabello sotto i piedi.

In presenza di un’incontinenza da urgenza o una minzione frequente è bene evitare bibite gassate, té, caffè, alcol, cibi speziati, piccanti o ad alto grado di acidità in quanto queste sostanze possono irritare la vescica.
Non sollevare pesi (borse della spesa pesanti, passeggini ecc). Durante starnuto, colpo di tosse o quando si deve sollevare un peso contrarre i muscoli del perineo e tirare in dentro la parte inferiore dell’addome (quella dall’ombelico al pube) contemporaneamente, non prima.

Infine, evitare di praticare sport con importante coinvolgimento dei muscoli addominali (tennis, crunch ecc.), preferire le passeggiate. Non bloccare la minzione come esercizio, purtroppo ancora molti ginecologi lo consigliano, a lungo andare può portare a cistiti, psicologicamente può risultare frustrante e sicuramente non risolve il problema.

L’INFERMIERE

Dottor Coniglio, quando necessari, quali sono gli ausili assorbenti disponibili?
Oggi sul mercato sono disponibili diversi tipi di ausili assorbenti studiati per rispondere alle diverse abitudini personali, ai diversi stili di vita, alle differenti corporature fisiche e soprattutto all’intensità dell’incontinenza urinaria.

Come vanno scelti e come vanno usati?
Una caratteristica fondamentale da considerare è la capacità assorbente del prodotto al fine di programmare i cambi ad intervalli ottimali per favorire il mantenimento di una pelle asciutta e sana.
E’ bene cambiare gli ausili assorbenti ad intervalli adeguati a seconda della tipologia dell’incontinenza e delle abitudini quotidiane.

I cambi degli ausili assorbenti a inizio e fine giornata sono di fondamentale importanza: il primo permette di vivere la propria quotidianità senza dover rinunciare a qualcosa e l’ultimo assicura un riposo sereno ed evita fastidiosi cambi notturni.

Inoltre, è importante trovare ausili assorbenti con il grado di assorbenza più adatto alla persona: non sempre gli ausili con un grado di assorbenza elevato sono la soluzione più giusta, può essere preferibile utilizzare ausili differenti a seconda che sia giorno o notte.

Un aiuto nella scelta è dato dall’indicatore di umidità presente sul lato esterno della maggior parte dei prodotti assorbenti che permette di capire rapidamente se il momento è quello giusto per il cambio dell’assorbente e che consente di limitare in tal modo i cambi non necessari.

A cosa bisogna fare attenzione quando si usano?
E’ fondamentale fare attenzione alla cura della pelle per difenderla dagli effetti dell’incontinenza. L’urina può, infatti, essere causa di irritazione: la pelle può venire danneggiata sia per la persistenza di un ambiente umido che può portare a macerazione sia per l’esposizione che in queste condizioni proliferano.

Che cosa bisogna fare per ridurre gli effetti dell’incontinenza sulla pelle?
Innanzitutto è necessario curare molto bene l’igiene intima utilizzando acqua tiepida, prodotti a pH fisiologico, idratanti, emollienti e protettivi che siano in grado di mantenere la pelle asciutta e pulita senza alterarne le normali difese.

Per mantenere la pelle asciutta è indicato scegliere ausili assorbenti adeguati al grado e alla frequenza delle perdite di urina. Anche l’uso di creme e prodotti a base di ossido di zinco e utile a favorire l’integrità della pelle esposta al continuo contatto con l’urina e a frequenti lavaggi.

La pelle deve essere controllata almeno una volta al giorno. Al cambio del pannolone bisogna lavare, asciugare tamponando e successivamente proteggere la pelle, con prodotti a base di ossido di zinco.

Non bisogna massaggiare energicamente o frizionare, usare prodotti antisettici, disidratanti o a base alcolica, polveri. E’ inoltre importante evitare il contatto prolungato della pelle con il pannolone bagnato.