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#Fiumicino, crac da 47 milioni euro all’Interporto Romano, 12 indagati

8 aprile 2017 | 16:54
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#Fiumicino, crac da 47 milioni euro all’Interporto Romano, 12 indagati

L’accusa è di bancarotta fraudolenta per la società impegnata nella piattaforma logistica. Noficata la chiusura delle indagini.

#Fiumicino, crac da 47 milioni euro all’Interporto Romano, 12 indagati

Il Faro on line – La Procura della Repubblica di Roma ha emesso l’avviso di conclusione indagini preliminari nei confronti di dodici persone, responsabili, secondo l’accusa, del fallimento della Interporto Romano SpA, società impegnata nella realizzazione di una piattaforma logistica intermodale nel Comune di Fiumicino che avrebbe dovuto fornire servizi di integrazione dei trasporti tra l‘area Cargo-city dell’Aeroporto di Fiumicino, la linea ferroviaria Roma-Pisa, lo svincolo autostradale A12 Roma-Civitavecchia ed il Porto di Civitavecchia.

Su disposizione della Procura di Roma, i militari del Nucleo di Polizia Tributaria hanno notificato all’imprenditore romano Pierino Tulli, nella sua qualità di Presidente pro tempore del Consiglio di Amministrazione, e ad altri undici persone, rispettivamente componenti del CdA e del collegio sindacale, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Nel corso degli accertamenti, svolti dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale, è stata ricostruita la gestione amministrativa e contabile della società fallita, dalla sua costituzione (avvenuta nel 2005 ad opera della CIRF SpA – Consorzio Interporto Roma Fiumicino SpA – appartenente al Gruppo IFITEL, riconducibile a Pierino Tulli – si legge in una nota della guardia di finanza – già noto alle cronache giudiziarie per altri reati societari e fallimentari) alla dichiarazione di fallimento del luglio 2014.

Gli ulteriori approfondimenti hanno consentito di accertare – sempre secondo l’accusa – gravi fatti di dissipazione e distrazione di beni commessi anche attraverso la redazione di bilanci d’esercizio che non riportavano la reale condizione economica e finanziaria della società, per un ammontare complessivo di circa 47 milioni di euro. Fin qui le accuse della Finanza, ora la parola passerà alla difesa, che esporrà le prorie ragioni ai giudici.