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Assoluti Kumite, ultima gara tricolore per Stefano Maniscalco: “Ho avuto tantissimo, sono un ragazzo fortunato e ringrazio tutti”

15 aprile 2017 | 08:00
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Assoluti Kumite, ultima gara tricolore per Stefano Maniscalco: “Ho avuto tantissimo, sono un ragazzo fortunato e ringrazio tutti”
Assoluti Kumite, ultima gara tricolore per Stefano Maniscalco: “Ho avuto tantissimo, sono un ragazzo fortunato e ringrazio tutti”
Assoluti Kumite, ultima gara tricolore per Stefano Maniscalco: “Ho avuto tantissimo, sono un ragazzo fortunato e ringrazio tutti”

Ultimo oro italiano, al collo. Non abbandona però, le gare internazionali. E Tokyo 2020 ? Si vedrà. Di anno, in anno

Assoluti Kumite, ultima gara tricolore per Stefano Maniscalco: “Ho avuto tantissimo, sono un ragazzo fortunato e ringrazio tutti”

Il Faro on line – Si è inginocchiato sul tatami, Stefano, al termine, del suo ultimo incontro agli Assoluti Italiani di kumite. Un momento emozionante ed indimenticabile, per lui. E non solo. Erano presenti tanti suoi tifosi al Pala Pellicone di Ostia Lido, come i moltissimi amici, tra tecnici ed atleti, che lo hanno visto crescere e diventare, il campione attuale, che tutti conoscono.

16esimo oro italiano, per il capitano della Nazionale. Dopo 21 anni, dal primo vinto nel 1996

Lo scorso 8 aprile, alla fine di una intensa giornata di gare, dedicata alla competizione maschile di kumite, all’interno del 52esimo Campionato Italiano di karate, il Maniscalco, pluricampione del mondo ed europeo delle Fiamme Gialle e capitano della Nazionale Italiana, ha vinto il suo 16esimo oro tricolore nei pesi massimi, rendendo omaggio, al tatami e al suo mondo delle arti marziali, a cui tanto ha dato, come molto ha ricevuto. Si è congedato da campione italiano, dopo 21 anni di competizioni nazionali, dopo aver disputato una pool degna di lui, come Stefano sottolinea nell’intervista rilasciata a Il Faro on line, ai piedi del podio.

L’omaggio di Maniscalco al tappeto. Il Pala Pellicone lo acclamato ed omaggiato

E’ cominciata lì, a scorrere la storia, al Pala Pellicone. La sua storia. Quando ha dismesso la cintura rossa, stretta in vita, per tanti anni e l’ha appoggiata sul tappeto. Mentre, tutti intorno lo acclamavano e lo speaker della manifestazione descriveva imprese e campione sportivo, Stefano stava lì, nel suo silenzio da samurai. Testa appoggiata sul tatami e tanti pensieri in mente. Ha battuto i suoi pugni vincenti sul tatami, prima di rialzarsi, ancora coperti dai guantini da combattimento e si è alzato, rendendo omaggio agli spettatori e agli amici. Inchini, ai quattro angoli del Pala Pellicone, come fossero stati i quattro angoli del creato. Quello che lui, ogni volta ha incantato sul tatami. Le arti marziali lo fanno. Ha voluto anche esibire un salto da ginnasta, Stefano, prima di scendere dal tappeto. In questo modo, festeggiò nel 2006, il suo primo titolo mondiale, a Tokyo.

Ferrarini, Bruno, Loria, Culasso. Solo alcuni, degli amici presenti, al suo ultimo incontro italiano

Ha stretto in seguito mani e dato abbracci affettuosi, agli amici, di una vita, nel karate. E’ stato festeggiato da Massimiliano Ferrarini, con lui a bordo tatami, per la finale, Emanuele Bruno, Salvatore Loria, il suo maestro ed ex Direttore Tecnico del karate gialloverde, Claudio Culasso, insieme a Claudio Guazzaroni, Salvatore Capitummino, attuale Direttore Tecnico del karate Fiamme Gialle e Salvalore Mendolia, del II Nucleo Atleti della Guardia di Finanza.

Il Gen. Romano lo ha premiato con una targa, ai piedi del podio

Sono arrivate allora, le parole di Stefano, per i lettori de Il Faro on line, dopo la premiazione avvenuta sul primo gradino del podio. Presente al suo ultimo incontro, anche il Comandante del Centro Sportivo delle Fiamme Gialle, Raffaele Romano, che ha messo direttamente, al collo di Maniscalco, l’oro vinto, insieme ad una targa ricordo, a lui consegnata.

Caro Stefano, hai appena concluso, il tuo ultimo campionato italiano in carriera. Come ti senti, in questo momento ?

“Le mie emozioni sono indescrivibili. Mi sembra di aver vinto il campionato del mondo. Ho vinto invece il 16esimo titolo italiano, che nel mio curriculum, può essere semplicemente, un titolo in più o in meno. Sono contento, perché ho visto tantissimi miei amici, che mi hanno applaudito. Sono soddisfatto, perché ho avuto degli avversari degni, di questo titolo tricolore. Dico che, sono felice e sono un ragazzo fortunato. Ringrazio Dio per ciò che ho avuto. Ringrazio le Fiamme Gialle, che mi hanno dato tantissimo. Con esse, ho avuto l’opportunità di potermi allenare con grandi campioni, nelle strutture che hanno loro a disposizione e ringrazio la Fijlkam, perché ancora crede in me, nonostante io sia un vecchietto di 35 anni. Tuttavia, ancora me la cavo. Fino a prova contraria, sono il campione italiano in carica, come ancora il vicecampione d’Europa. Non è un addio, questo. Lo è per le competizioni nazionali. Non lo è per quelle internazionali. Certo, prenderò un po’ di pausa. Ci saranno poi altre belle sorprese”.

Nel 2020, ci saranno le Olimpiadi in Giappone. Il karate parteciperà. E tu, cosa farai ?

“Tokyo è un bel sogno, ma fra tre anni. Vediamo, cosa succede. Ragioniamo di anno, in anno”.

I tuoi tifosi vogliono sapere che cosa hai provato quando ti sei inginocchiato sul tatami. Ci sono state delle immagini, episodi, o ricordi in particolare, che ti sono venuti in mente ?

“Nel 1996, ho fatto il mio primo campionato italiano, in questo palazzetto. 21 anni dopo, ho vinto il mio ultimo titolo assoluto, ancora qui. Io sono un karateka. Lo sottolineo. Sono uno sportivo, ma sono un karateka. Il mio maestro Fujoka mi ha insegnato questo. Quando mi sono inginocchiato, ho fatto il mio saluto da karateka, perché era giusto, lo facessi. Ho onorato il tappeto, ho onorato l’ultimo campionato italiano. Molti sportivi non lo fanno, perché magari lo snobbano. Mi sono sempre messo in gioco, con atleti forti. Quest’anno c’era un regolamento totalmente differente da quello internazionale. Tuttavia, sono felicissimo. Continuiamo ad andare avanti”.

A chi dedichi questa sedicesima medaglia d’oro tricolore ?

“La dedico alle persone a me care. Al mio Maestro Fujoka che è morto un mese fa ed anche ai miei zii. Angela e Giovanni. Mio zio ha perso la moglie, la settimana scorsa. E’ una medaglia che dedico a lui. E’ l’ultima medaglia”.