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Nube tossica, #Pomezia città fantasma avvolta da odore nauseabondo

7 maggio 2017 | 08:43
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Nube tossica, #Pomezia città fantasma avvolta da odore nauseabondo

Nelle farmacie mascherine finite. Centinaia telefonate ai vigili.

#Pomezia città fantasma avvolta da odore nauseabondo

Il Faro on line – Un odore acre e nauseabondo avvolge ad ondate Pomezia, oggi una città ‘fantasma’ con poche persone in giro per le strade e perlopiù con i volti coperti da mascherine. Le farmacie della piccola cittadina a sud di Roma sono state assaltate, tutti a chiedere le mascherine con filtro e le scorte ormai sono terminate. “Arriveranno lunedì quando saremo tutti morti intossicati”, dice sconsolato un abitante. Tutta colpa della nube scaturita dall’incendio della vicina azienda di smistamento di rifiuti, soprattutto plastica e carta,

“Alle cinque di mattina l’odore era intollerabile – racconta il titolare di un bar – a quell’ora ho aperto il locale e l’aria era talmente irrespirabile che ho avuto bruciori di stomaco”. Anche al mercato del sabato c’erano meno banchisti “ma soprattutto c’era pochissima gente a comprare”, dice un commerciante.

I netturbini, a cui sono state date mascherine in dotazione per lavorare lo confermano: “Abbiamo finito presto qua al mercato perché la gente era davvero poca”. Anche nei supermercati si è ripetuta la stessa scena e non si è registrato il consueto pienone del sabato mattina. “E’ durata un attimo la fila”, spiega una signora uscendo dal supermercato. “I pochi che sono in giro sono i giovani e qualcuno ha voglia di scherzare: “Più che a Pomezia sembra di essere in Giappone“, dice ridendo riferendosi all’uso delle mascherine.

Vuoti ovviamente i parchi ed in giro non si vedono bambini. “Quei pochi che oggi sono venuti a comprare il giornale – racconta l’edicolante – si sono detti tutti preoccupati della nube tossica“. Gli abitanti sono preoccupati ma anche “convinti – sostiene un altro titolare di un bar – che si tratti di un incendio doloso e sono anche sicuri che non bisogna andare lontano per trovare i responsabili”.

Di sicuro tappati in casa gli abitanti di Pomezia hanno tempestato il centralino del comando dei vigili urbani: in centinaia hanno telefonato per chiedere informazioni. L’odore penetrante, come di pneumatici bruciati, arriva a folate secondo come soffia il vento ed in alcune ore della giornata ha raggiunto anche la località balneare di Torvajanica.

“Ma l’odore – spiegano dal comando dei vigili – era meno forte di quello di Pomezia. E chi ai cronisti faceva notare l’assenza di persone in strada alcuni anziani seduti al bar con la mascherina hanno commentato: “Lei uscirebbe con il rischio serio di ammalarsi? Dicono che non hanno i dati dell’inquinamento atmosferico, ce li daranno tra qualche giorno quando ormai sarà troppo tardi e ci saremo respirati tutta questa schifezza”.(fonte:ansa)