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Incendio a #Pomezia, controlli sul latte di pecore e capre per verificare contaminazioni

12 maggio 2017 | 21:28
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Incendio a #Pomezia, controlli sul latte di pecore e capre per verificare contaminazioni

Campionamenti saranno effettuati da oggi fino al 19 maggio. Legambiente “Dati impressionanti, è stato un vero disastro”.

Incendio a #Pomezia, controlli sul latte di pecore e capre per verificare contaminazioni

Il Faro on line – L’istituto Zooprofilattico sperimentale del lazio e della Toscana ha promosso una serie di misure per la prevenzione sulla catena alimentare e la sanità pubblica veterinaria. L’osservatorio epidemiologico dell’IZS ha ridisegnato l’area in cui si è consumato l’incendio utilizzando il latte ovi-caprino come indicatore di una eventuale contaminazione.

Sono stati selezionati gli allevamenti che si trovano nell’area sotto accertamento affinchè vengano inseriti nel piano di campionamento. La quale già partita dal 12 maggio, sabato 13 maggio verranno prelevati campioni fino a raggiungere il 19 maggio con un complessivo di 12 campioni di latte.

L’istituto ha inoltre stabilito una linea guida per consentire alle ASL di competenza di rilasciare le autorizzazioni per l’acquisto di latte crudo. Le aziende che non si trovano nell’area attenzionata possono ricevere gli attestati necessari, al contrario le altre aziende potranno autocertificare di aver rispettato i divieti dell’ordinanza sindacale riguardo al’accesso ai pascoli o all’approvvigionamento con mangimi non provenienti dalla zona proscritta. Lunedì è previsto un ulteriore aggiornamento sulle campionature.

Diossine 700 volte sopra i limiti nelle vicinanze del sito

Arpa Lazio ha pubblicato i risultati delle analisi svolte repentinamente a poche ore dal rogo della Eco X di Pomezia, da questi emerge una presenza record di diossine e furani. Per il 5 e 6 maggio le rilevazioni indicano una percentuale di concentrazione di diossine e furani di 77,5 picogrammi per metro cubo, a fronte del limite di 0,1 picogrammi per metro cubo indicato come limite massimo per la salute umana dall’Oms: una presenza oltre 700 volte la soglia di rischio.

Anche la concentrazione di idrocarburi benzopirenici è risultata superiore al limite con 9,1 nanogrammi per metro cubo, a fronte di un massimo di 1 ng/m3. Migliorano invece il livelli di Pm10 che stanno tornando a valori normali anche nelle vicinanze del sito dopo che domenica 7 maggio si era registrata una concentrazione record di 373 μg/m3 (nelle giornate di massimo smog in una città e difficile superare i 150 μg/m3 ).

“Il rogo di Pomezia ha prodotto una concentrazione di diossine impressionante – dichiarata Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – nell’aria intorno all’incendio. Bisogna evitare allarmismi ma ora è fondamentale individuare i terreni di ricaduta al suolo attraverso i modelli per lo studio dei venti, solo così si può avviare una seria di bonifica, che operi là dove è necessario intervenire, per mettere così in sicurezza la salute delle persone e tutti il comparto agro-silvo-pastorale del territorio.

Presenteremo un esposto alla procura che possa essere di sostegno alle indispensabili indagini delle cause, intanto ringraziamo con forza Arpa Lazio per il gran lavoro di monitoraggio che ha messo in campo in questa settimana e dovrà continuare”.