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Fiamme Gialle, Simone Raineri, ‘Non mi aspettavo una lunga carriera e avrei voluto non smettere’

17 maggio 2017 | 13:00
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Fiamme Gialle, Simone Raineri, ‘Non mi aspettavo una lunga carriera e avrei voluto non smettere’

Non solo medaglie da celebrare, ma anche le tante amicizie avute. E’ difficile spiegare, ciò che si sente, per una grande carriera. L’erede scelto è Giuseppe Vicino, capovoga come lui, in Nazionale

Fiamme Gialle, Simone Raineri, ‘Non mi aspettavo una lunga carriera e avrei voluto non smettere’

Il Faro on line – Mentre quelle immagini scorrevano in video, sono tornate a rivivere quelle emozioni olimpiche. A Sydney, il 4 di coppia azzurro è salito sul gradino più alto del podio. Lassù in cima all’Olimpo, la Nazionale italiana di canottaggio di questa specialità è diventata leggenda. E rimbombava la voce di Gianpiero Galeazzi, che nell’occasione della gara in Australia, era il telecronista: “Andiamo a vincere!”. E così, fu.

L’omaggio delle Fiamme Gialle in Sala Tito

Anche Simone le ha rivissute quelle emozioni, tutte sulla pelle. E lo ha fatto, mentre seduto di fronte alle autorità sportive e militari, insieme agli atleti gialloverdi, intervenute alla sua cerimonia di saluto dall’attività agonistica, è tornato probabilmente, nelle acque di regata, direzione oro. Lo scorso 12 maggio, per celebrare la sua carriera ricca di successi e di momenti leggendari, vissuti con l’azzurro nazionale sul petto e con lo scudetto Fiamme Gialle sul cuore, la Guardia di Finanza ha voluto omaggiare, uno dei suoi canottieri più importanti ed in Sala Tito, quel frammento olimpico di storia ha ricordato a tutti, che cosa Raineri ha dato al canottaggio mondiale.

Oltre le medaglie, le amicizie vissute. Il dono più bello della sua carriera

Ma lui oltre le medaglie conquistate, ha voluto celebrare il lato umano di quest’avventura sportiva che ha segnato la sua vita: “Più che la soddisfazione di raggiungere quello che ho sempre cercato e sognato – ha detto Simone, ad Il Faro on line, a margine della cerimonia – sono state le amicizie grandi, anche inaspettate, che sono state il dono più bello della mia carriera”. Lo dichiara Simone, in Sala del Camino. Dopo aver ricevuto gli omaggi dal Gruppo Sportivo che lo ha fatto crescere, come uomo e come atleta, sono stati anche quei suoi amici a fargli dono di una piccola scultura in legno, riportante proprio quella barca, con cui insieme hanno solcato le acque di regata, di tutto il globo. Arrivata direttamente dalla Germania, è andata a pesare un momento storico, quando Simone Venier e Luca Agamennoni, l’hanno regalata a Raineri. Tre campioni, di quel 4 di coppia, che poi a Pechino 2008, non vinse l’oro, ma salì sul secondo gradino del podio. Una seconda medaglia olimpica, in palmares ed un’altra, nella bacheca di Simone.

Uno straordinario palmares. Tre medaglie mondiali e l’oro olimpico a Sydney

7 in totale, gli allori messi al collo in campo internazionale ed altrettante immagini ed emozioni, da custodire gelosamente, nel cuore. Non solo medaglie olimpiche, per lui. Anche ai Campionati del Mondo, i podi sono arrivati. Due bronzi ed un argento. Per due anni di seguito, nel 2001 e nel 2002, Simone Raineri salì sul terzo gradino del podio, nel 4 di coppia e poi nel 2010, nelle storiche acque di regata di Cambridge, giunse l’argento. Nel 2007, fu ancora la medaglia del secondo posto a caratterizzare, l’avventura continentale di Simone a Poznan e nel 2005, ai Giochi del Mediterraneo, vinse tutto solo, l’oro nel singolo. Dopo la splendida vittoria olimpica a Sydney, con Rossano Galtarossa, Agostino Abbagnale e Alessio Sartori, questi ultimi due, di stessa divisa gialloverde, Simone ricevette una grande onorificenza, dal Presidente della Repubblica. Il titolo di Commendatore Ordine al merito della Repubblica andò a chiudere un anno straordinario, nel contesto del Giubileo italiano: “Le medaglie vinte mi hanno lasciato dentro, tanta gratificazione”. Ha confessato Simone, raccontando in poche parole, quel brillare in bacheca, di quelle sue conquiste in campo sportivo: “Non mi sarei mai aspettato, che ci sarebbe stata per me, una carriera sportiva così lunga. Sono veramente contento”.

Prima o poi si deve smettere. Per gli atleti è così. Restano i ricordi e le grandi avventure sportive in Fiamme Gialle

E non si vorrebbe mai smettere di salire in barca e di stringere nelle proprie mani, quei remi. E sempre davanti, costantemente un traguardo da raggiungere: “Avrei voluto non smettere, ma sia per l’età, sia per i tanti giovani talenti che spingono, è giusto che sia così”. Le cose belle finiscono sempre nella vita, quando sono gli sportivi a viverle. Prima o poi, si deve dire basta e resta il sapore di quella leggenda, da respirare ogni volta, che i ricordi tornano alla mente: “Come tutte le cose – ha sottolineato Raineri – c’è un inizio ed una fine”. Ed in mezzo, la carriera alle Fiamme Gialle, che mai dimenticherà: “Ho passato un periodo sportivo veramente bello e fortunato. Sono felice per averlo fatto in Fiamme Gialle – ha detto il campione olimpico di Sydney – non solo dal punto di vista militare, ma soprattutto per le amicizie”.

E’ difficile descrivere le emozioni vissute e a Sabaudia, tante hanno caratterizzato la sua vita

Torna allora, il lato umano ad accendere il suo animo di militare e di atleta. Simone ha vissuto per tanti anni, all’interno del III Nucleo Atleti di Sabaudia e quell’atmosfera vissuta, ce l’ha ancora negli occhi: “C’è un clima veramente bello”. Ha voluto dire ai lettori di testata. E lo ha fatto, cercando di descrivere qualcosa che probabilmente, non troverà mai le parole giuste, per essere espressa: “L’emozione è tanta ed è difficile spiegare quello che si sente. Si vorrebbero dire tante cose. E’ difficile esternare, i sentimenti”. Tutti dentro a quelle immagini, impresse. Dentro, custoditi come tesori, da proteggere. Echi, episodi, avventure sportive, parole sussurrate con i compagni in gara, come dopo magari, sul podio, flash di momenti indimenticabili. Tutti azzurri, con sfumature gialloverdi, ad incorniciare, la sua carriera.

I giovani del canottaggio italiano. Giuseppe Vicino, capovoga azzurro, suo erede

E tanti sono i giovani che stanno crescendo in questi anni ed anche nelle stesse Fiamme Gialle. Giovani, già affermati in campo internazionale e già loro stessi leggende olimpiche. Quando Il Faro on line chiede a Simone, chi tra loro potrebbe essere un suo erede in barca, Raineri pensa a Giuseppe Vicino: “C’è lui adesso, come capovoga. E’ un grande talento”. Anche Raineri lo è stato e soprattutto a Sydney, come nelle altre competizioni internazionali. Questo ruolo cruciale in barca ha segnato quelle vittorie che lui ha raggiunto: “E’ un ragazzo giovane ed ha un bel carisma. Ha un bel feeling con la barca. Sicuramente, stanno crescendo tanti giovani”. Sottolinea, il vicecampione olimpico di Pechino. E Vicino, da campione del mondo a sua volta, ha conquistato una sua personale medaglia a Cinque Cerchi. A Rio 2016, insieme a Matteo Castaldo, Matteo Lodo e Domenico Montrone, questi ultimi due, di scuderia III Nucleo Atleti Fiamme Gialle, ha cominciato lo stesso cammino di Simone, nella storia del canottaggio, mettendosi al collo, il bronzo a Cinque Cerchi, nel 4 senza.

Tanti i compagni forti avuti, con cui Raineri ha conquistato titoli in tutto il mondo

Si è rialzato, lo sport dei canottieri italiani, nel mondo. Dopo un periodo di flessione, antecedente ai titoli mondiali vinti e alle medaglie di Rio 2016, le barche italiane sono tornate a comandare, in campo internazionale. E sono grandi, gli attuali atleti. Forti e determinati. Come Simone lo era, con i suoi di compagni : “Ne ho avuti, di veramente forti – ha confessato, continuando – ora l’Italia si è rialzata ed il futuro del canottaggio è più roseo. Sono convinto che i ragazzi faranno degli ottimi risultati”.

Il servizio d’istituto in Guardia di Finanza. A Parma, la sua nuova vita

Intanto, restano i suoi, da elencare e sono tantissimi. Ognuno, con un’emozione nascosta, probabilmente difficile da descrivere. Allora, rimane il brillare di una medaglia da osservare. E’ in quella luce che per sempre, le imprese di Simone in barca resteranno. E da domani, continuerà per lui, la vita. Si aprirà un nuovo capitolo ed una barca tutta diversa da guidare. Quella di un nuovo lavoro, con la divisa d’istituto della Guardia di Finanza, a Parma. Dove Simone è nato. E vincerà ancora, in quella quotidianità, portando i valori dello sport, anche nella sua nuova mansione di militare. Conservando in mente, le immagini di Sydney e la voce di un telecronista che ha celebrato, quella vittoria.

Foto : Giuseppe Marchitto/Ufficio Stampa Fiamme Gialle