la "confessione" |
Cronaca Locale
/

Blue Whale a #Fiumicino, testimonianza choc, ‘Ecco cosa fa mia figlia’

29 maggio 2017 | 19:14
Share0
Blue Whale a #Fiumicino, testimonianza choc, ‘Ecco cosa fa mia figlia’

Parla la mamma della ragazza “vittima” del gioco del suicidio.

Blue Whale a #Fiumicino, testimonianza choc, ‘Ecco cosa fa mia figlia’

Il Faro on line – “Mi sono ripetuta più volte che Sara aveva paura del dolore e che mai si sarebbe ‘autolesionata’. E invece non era così”, sono queste le parole dalla madre della giovane quindicenne di Fiumicino caduta nella trappola del Blue Whale, il “gioco del suicidio”, episodio inquietante anticipato in esclusiva da Il Faro on line.

La madre di Sara – un nome di fantasia scelto per tutelare la privacy della giovane – ha raccontato l’agghiacciante storia della figlia all’agenzia di stampa AdnKronos. È stata un’amica della ragazza a far scattare l’allarme, comunicando alle forze dell’ordine che la quindicenne si sarebbe uccisa da lì a poco.

Poggiare la testa sui binari del treno e attendere, ascoltando una macabra musica, che quest’ultimo sopraggiungesse: sarebbe dovuta morire in questo modo Sara, stando a quanto stabilito dal suo “curatore”.

“Ho dovuto ingoiare un altro boccone amaro – ha raccontato la mamma di Sara all’agenzia stampa – perché quando le ho raccontato che sapevo ormai tutto e che sarebbe arrivata la polizia postale a sequestrare le chat, lei è scoppiata a piangere e mi ha fatto vedere un taglio sull’addome. Un taglio puntellato come se si fosse incisa con un oggetto appuntito. Era una delle tappe previste, mi ha poi spiegato”.

L’amica della quindicenne è venuta a conoscenza dell’intenzione suicida della giovane nel corso di una telefonata in cui Sara stava superando una delle sfide del Blue Whale, provocandosi lesioni sul corpo.

Le forze dell’ordine si sono immediatamente messe in contatto con la madre di Sara, comunicandole la notizia tramite telefono, prima di recarsi nell’abitazione della vittima e sequestrare il materiale contenuto nelle chat. Da quest’ultimo è emerso che anche altre coetanee della quindicenne stavano facendo la stessa esperienza.

Non è l’unico caso a Fiumicino: da quanto sta emergendo nelle ultime ore, infatti, sono almeno altri quattro i casi di gioco del suicidio, e sono coinvolte anche ragazzine più piccole di 15 anni. Per questo motivo, Paolo Calicchio, assessore alla scuola del Comune di Fiumicino, ha dichiarato di voler mettere in piedi una macchina di ascolto e supporto per salvare i giovani da questa pericolosissima pratica che conduce alla morte. Di fondamentale importanza, come ha dichiarato l’Assessore, è il ruolo di vigilanza che devono ricoprire i genitori nei confronti dei propri figli.