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Report del Calcio 2017, il valore del pallone tricolore è in crescita

Più di 1 milione di calciatori tesserati, con 71 mila squadre, che ogni giorno generano 1600 eventi sportivi. Aumenta il ticketing in serie A ed in serie B, scendono le entrate dal broadcasting

Report del Calcio 2017, il valore del pallone tricolore è in crescita

Il Faro on line – Sta crescendo il calcio italiano, in Europa e non solo. Per il settimo anno consecutivo, il mondo del pallone si è reso visibile e trasparente, agli occhi degli addetti ai lavori e dei tifosi. Ed il suo valore aggiunto, con trend in rialzo, sta proprio nella trasparenza.

 

E’ ciò che l’Uefa richiedeva al sistema tricolore, da 15 anni. E dal 2011, quando è partita l’iniziativa di redigere un documento appropriato che potesse raccogliere numeri e statistiche, del calcio italiano, l’Agenzia Arel , dati alla mano, trascrive tabelle e fornisce indicazioni sulla salute del pallone nazionale. Lo ha fatto ancora, per questo 2017 e lo scorso 30 maggio, ha presentato il Report Calcio 2017.

Alla presenza del Presidente della Figc, Carlo Tavecchio, appena rieletto alla guida del calcio italiano, di Enrico Letta per Arel (Agenzia di Ricerche e Legislazione), di Emanuele Grasso, per la Pwc (PricewaterhouseCoopers) ed il responsabile delle Licenze e del Financial Fair Play dell’Uefa, Andrea Traverso, si è svelato il sistema calcio, della stagione 2015/2016. E’ stata la Figc a presentare questo documento di rilevanza internazionale.

Il calcio italiano, grazie al lavoro svolto in questi ultimi anni, di maturazione organizzativa, economica e finanziaria, è diventato il modello di riferimento dei paesi europei e questo è un grande vanto, di cui essere orgogliosi: “La Figc può essere considerata come una delle federazioni, che più si è aperta al pubblico – ha dichiarato Andrea Traverso, come riportato da Sport Business Management – ha introdotto criteri economici più stringenti, che hanno portato miglioramenti”. Il responsabile delle Licenze Uefa, settore sensibile per la salute patrimoniale delle società di calcio di tutta Europa, ha fatto riferimento agli eventi internazionali, di cui l’Italia si è fatta organizzatrice, con grande professionalità e competenza: “C’è stato un particolare successo organizzativo, per le due finali di Champions League, di Milano e Reggio Emilia”.

C’era la necessità, che il sistema dovesse rendersi più accessibile e fruibile e tramite il Report presentato, il calcio ha potuto esibire potenzialità acquisite, ma anche debolezze presenti, da migliorare per il futuro: “Siamo comunque in crescita – ha dichiarato Carlo Tavecchio – abbiamo dei crediti nei confronti delle istituzioni europee. Cominciamo a raccogliere, ciò che prima era difficile ottenere”. Aveva bisogno di una scrollata, il calcio italiano ed anche grazie alle regole introdotte dall’Uefa negli ultimi anni, come quelle riguardanti il controllo diretto sui sistemi patrimoniali delle società, la realtà italiana ha potuto consolidare, investimenti e ricavi, con occhio attento alle perdite e ai troppi sprechi inutili, avvenuti in passato.

E’ stato Enrico Letta a parlare dell’anno trascorso dal calcio italiano: “Un periodo in crescita – ha introdotto, nel suo intervento, continuando – il calcio ha confermato di essere anche un settore fondamentale di integrazione”. Quello di cui parla Letta, è testimoniato dai dati presentati. Infatti, il 4% dei tesserati è nato all’estero e gioca nelle squadre italiane. Un altro elemento importante, come indicato dal Report, è certamente il grande e forte contributo erariale che il pallone da al sistema Paese e contribuisce con costanti gettiti, anche la crescita del Pil. Lo sottolinea, per Arel, Letta.

Tanti i numeri presentati, che hanno descritto la situazione economica, organizzativa e finanziaria del calcio italiano. E’ stato Emanuele Grasso a presentarli ed inerenti alla stagione: “Sono migliori dello scorso anno. Restano tuttavia delle criticità”. Sono pochi i club in Italia, come indica Grasso, che lavorano in maniera strategica sul lungo termine ed esistono ancora troppi investitori individuali. Un dato incoraggiante proviene comunque dagli investimenti che le società ripartiscono sui settori giovanili. Per quelle che si sono qualificate alle Coppe Europee, i soldi messi per i propri giovani, in campo, nel 2015/2016, ammontano a 5 milioni di euro. Dal 2011 al 2016, come indicato dal documento, il valore complessivo aggregato di tutto il sistema calcio, dalla serie A, fino alla Lega Pro, è cresciuto dell’8,9% e nella stagione 2015/2016, sono stati 2858, i milioni avuti. Come mai avvenuto, nell’ultimo quinquennio.

Tanta visibilità e pochi stadi di proprietà. Tutto si concentra sul broadcasting

I ricavi provenienti dai diritti televisivi e dai vari media di comunicazione, che gravitano intorno al pallone azzurro, continuano progressivamente a crescere. Rappresentano il dato più rilevante e consistente che porta una grande spinta di introiti esterni, alle società protagoniste. Sono 1153, i milioni ricavati. Un dato positivo,  in quanto testimonia la grande visibilità che il calcio detiene, non solo in Italia, ma anche all’estero. C’è stato un aumento consistente anche delle sponsorizzazioni e delle attività commerciali. Sta sul +13,8 %, il dato sorto dalle ricerche statistiche e i ricavi da vendita, stanno invece sul +7,8%. C’è stato anche un lieve incremento del pubblico negli stadi, nonostante il caro biglietti abbia raggiunto l’9,8% in più. in Serie A ed in B, le entrate avute, per assistere alle partite, si sono ammontate sul +3,3%.

Ottimo il dato dell’aumento del patrimonio netto in bilancio. Risultato di studio e di cultura, che sta cambiando

Un dato che descrive la consolidata situazione patrimoniale delle società, o almeno in netto miglioramento, arriva dalla diminuzione del risultato netto negativo, che sta sul 30,6%. In questo caso, è riuscito ad aumentare il patrimonio netto di oltre 4 volte. Da 37, è arrivato a 151 milioni di euro, in cassa. Questo è potuto avvenire anche grazie alle ricapitalizzazioni fatte privatamente dai presidenti.

Il pallone è un grande volano, su cui lo Stato conta, per ricevere ricchezza e solidità

Il calcio partecipa alla ricchezza dello Stato per 1,073 milioni, se vengono considerate le scommesse generate dal sistema. Rispetto al 2013, l’aumento riscontrato è stato quello del +5,2%. Un record, negli ultimi 9 anni.

L’enorme universo di chi direttamente scende in campo, con quasi 71 mila squadre in tutto il Paese

Ma chi è che da vita, al calcio italiano ? I suoi protagonisti. Allora, ecco i numeri che mostrano, le migliaia di atleti, arbitri e dirigenti, che ogni giorno in campo, diventano respiro del mondo del pallone. Sono quindi, 1.400.000, i tesserati, di cui 1.062.294, sono i calciatori, che danno anima e cuore, dietro ad un pallone, direzione porta. In aiuto di essi, arrivano i 25 mila tecnici, coadiuvati dai 233.141 mila dirigenti. Tra i 33.674 arbitri censiti, 1600 sono donne. Nel complesso, le società in Italia, sono 13.120, con 70.868 squadre, che ogni giorno danno vita a 1600 eventi calcistici. Numeri enormi, che attestano come il calcio sia ancora cultura e colonna portante, del sistema Paese Italia.

Serie A. La sponsorship, una grande forza del torneo

Per quanto riguarda i ricavi operativi della Serie A, come indicato a pag.69 del documento, nel quinquennio 2011/2016, sono avvenuti degli aumenti positivi, che danno al massimo campionato italiano, una spinta favorevole verso il futuro. In questo caso, i ricavi derivanti dal ticketing degli stadi è aumentato dell’1%, con 223,9 milioni in cassa. Nel settore fondamentale delle sponsorship invece, c’è stata un’impennata del 14,9%, fino agli attuali 414,8 milioni liquidi ricavati.

La delicata questione del costo del biglietto. Un asset importante, sarebbe lo stadio di proprietà ..

Come detto, il prezzo del biglietto per la Serie A è aumentato e questo è un dato indicatore importante. A livello gestionale, il costo del ticketing aumenta, in quanto le società di calcio non hanno altre vie di ricchezza. Almeno, non in quelle già poste in essere (sponsorship, lo stesso attuale ticketing e broadcasting). Un lato sicuramente negativo questo, che potrebbe incoraggiare il fenomeno della fuga dagli stadi. Nel mese di febbraio, il Censis indicava il dato del 10%. Un sistema in cui, le società fossero in possesso eventualmente, di un impianto di proprietà, sarebbe positivo per marginare questa piccola ferita. Togliendo alcune eccezioni, che si stanno attrezzando per questo e avendo come esempio la Juventus, che da alcuni anni, possiede un impianto tutto suo.

L’enorme ricchezza dai diritti tv, ma anche dipendenza fisiologica 

Ecco che, il discorso, allora, si concentra sui ricavi dai diritti televisivi. L’unica grande fetta di ricavi, su cui il sistema può effettivamente contare e che segna un vuoto di gestione, tra l’Italia e l’Europa. E tocca, il miliardo. Il ricavo indicato è di 1,1 miliardi, con l’8,5%. Una dipendenza non di poca rilevanza.

Serie B. Ottima la crescita della presenza degli spettatori negli stadi. Diminuiscono le entrate dai diritti tv

Per quando riguarda la serie B, i ricavi medi da stadio sono del +2,8% e si attestano sul 1,1 milioni di euro. Una cifra enorme. La serie cadetta è cresciuta tantissimo negli ultimi anni, creandosi un proprio brand che ha generato la crescita, nel settore del ticketing. Ed anche un marchio forte, può causare l’attrattività, come anche il dato fondamentale dei costi dei biglietti d’ingresso, che sono diminuiti del 6,9%, generando 7,3 milioni. Sono aumentati anche i ricavi da sponsor. Affiancando il settore della sponsorship, alle attività commerciali, che sono di 2,4 milioni. Con un aumento del 5,4%. Tuttavia, avendo la serie A fare probabilmente ombra, alla serie minore, il denaro derivante dai diritti televisivi, è decisamente minore. Il settore del broadcasting frutta 1,6 milioni di euro. Una diminuzione del 43,5%, dal 2011, al 2016.

Al seguente link, il Report completo : http://www.figc.it/other/ReportCalcio2017/2017_1543_RC_Completo_04_250dpi.pdf