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#Fregene, un antico tesoro da riscoprire e rivalutare

16 giugno 2017 | 19:01
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#Fregene, un antico tesoro da riscoprire e rivalutare

Ristoranti, hotel, locali e discoteche sulla spiaggia di certo non mancano per chi vuole divertirsi senza allontanarsi troppo da Roma

Fregene, un antico tesoro da riscoprire e rivalutare

Il Faro on line – Situata a circa 30 km dalla Capitale, Fregene è un agglomerato urbano compreso sotto la giurisdizione del comune di Fiumicino.

Un passo indietro
Dobbiamo risalire al 245 a.C. per riscoprire le origini di questo antico insediamento; questo è l’anno nella quale, sul finire della Prima Guerra Punica (264 – 241 a.C.) i romani trasferirono qui una colonia su un terreno già di appartenenza etrusca. La sua storia è piuttosto controversa già a partire dal nome, al quale non si riesce tutt’ora ad attribuire un’adeguata origine. Ciò che è certo è che il ruolo di importante scalo marittimo di riferimento si ridimensionò notevolmente con la costruzione del porto di Fiumicino; anche ad esso non si sa dare una datazione precisa. Tutta quest’aria ha subito una serie di trasformazioni sia morfologiche che di utilizzo vero e proprio; come testimoniano le fonti archeologiche materiali, l’area fu utilizzata dai romani sia come insediamento commerciale che come necropoli.

Durante il corso del Medioevo Fregene veniva identificata come polo unico insieme all’insediamento di Maccarese. Quando nel 1925 si vedono le prime mosse della grande bonifica dell’Agro pontino e del litorale laziale il progetto era quello di inserire questi terreni e venderli come poderi. Ma fu l’area geografica più a sud a ricevere grandi benefici dalla bonifica, mentre le terre di Fregene e Maccarese si svalutarono notevolmente senza vedere acquirenti. L’area di Fregene dunque cade totalmente nell’oblio divenendo un insediamento satellite della capitale.

Ma paradossalmente quando le cose vanno per il peggio alla fine volgono nel più positivo dei modi possibili. Grazie alla vegetazione rigogliosa e vivace, ai deliziosi villini che punteggiavano l’abitato, l’aristocrazia romana riscopre il fascino di Fregene e riprende a frequentarla, investendovi e ricoprendola di lusso e fama.

Come accade ancora oggi, fu il cinema a dare ancor più risalto a qquesta nuova scoperta. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta molti attori e registi non solo la scelgono come casa, ma la inseriscono nelle proprie pellicole dando spazio agli scorci più belli. Federico Fellini in Lo sceicco bianco, La dolce vita e Giulietta degli spiriti ad esempio inquadra da ogni prospettiva la meravigliosa pineta comunale che papa Clemente IX aveva fatto realizzare nel 1666; lo scopo, all’epoca, era quello di far assorbire l’acqua che stazionava in superficie, bonificando così la zona.

Fregene ai giorni nostri
Nel 1992 all’istituirsi del Comune di Fiumicino che ingloberà in se Fregene, sembra arrivare una ventata d’aria fresca: nuove idee e progetti, tanta voglia di fare e di migliorare l’area urbana. Viene ridisegnato il piano di lottizzazione e la convenzione con la società proprietaria dei terreni assume nuove caratteristiche. Ma questo bell’incip e questa voglia di fare non sembrano portare concretamente da nessuna parte; le strade non vengono rifatte, il lungomare non viene sistemato e tutto viene lasciato a se. La pineta di Clemente IX sembra comunque non lasciare indifferenti le amministrazioni che nel 2002 avviano un concreto progetto di recupero in seguito all’acquisizione ; ma nel 2009 ecco che il bosco viene nuovamente chiuso perché non a norma di sicurezza. Oggi finalmente è un’area protetta che vede tra latro la ricomparsa di specie animali che sembravano essersi estinte.

La festosa Fregene
Oggi Fregene ha ripreso a vivere, è un nucleo cittadino compatto e dinamico che in estate accoglie i giovani capitolini in cerca di mare e svago. Ristoranti, hotel, locali e discoteche sulla spiaggia di certo non mancano per chi vuole divertirsi senza allontanarsi troppo da Roma. Tra i molti stabilimenti balneari ce n’è uno in particolare che attira gran parte dei bagnanti; è L’Oasi, stabilimento di grande portata, può accogliere fino a 600 lettini e 300 ombrelloni. È adatto a vacanzieri di tutte le età, anche per famiglie con bambini, vista l’area giochi e la piscina piccola riservata proprio a loro.
L’Oasi è uno dei tanti simboli di ripresa di una area urbana che ha avuto una storia travagliata e il cui futuro speriamo che sia più glorioso.