appunti di viaggio

#Fiumicino2018, nel Risiko del centrodestra carri-armatini sparsi, per ora

10 luglio 2017 | 07:15
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#Fiumicino2018, nel Risiko del centrodestra carri-armatini sparsi, per ora

Per ora NcS e Fdi da una parte, la ex Destra da un’altra e Forza Italia in stand-by. Ma c’è l’incognita delle elezioni politiche…

#Fiumicino2018, nel Risiko del centrodestra carri-armatini sparsi, per ora

Il Faro on line (Appunti di viaggio)Una volta dicevi “centrodestra” (in parte il discorso vale anche per “centrosinistra”, ma ne parleremo in un’altra occasione) e immaginavi una serie di simboli, una coalizione e un candidato sindaco.

Le ultime amministrative ci hanno consegnato un paese in cui il centrodestra – alla continua ricerca di nuovi equilibri – è andato per lo più spaccato, dove Forza Italia in alcuni casi non ha nemmeno presentato il simbolo, in altri – sotto la forma di lista civica – è andato con il Pd. Il risultato è stato fallimentare, perché o ha vinto il Movimento 5 Stelle (esempio: Ardea) oppure Noi con Salvini/Fratelli d’Italia (esempio: Ladispoli). Dunque o ha vinto la protesta che si identifica con Grillo o l’identità che si indentifica con chi si professa “di destra”.

Fatta questa riflessione, vediamo le pedine in campo a Fiumicino. Forza Italia – dopo aver visto il suo componente Coordinamento Forza Italia Provincia di Roma, Mario Russo, presenziare a dicembre alla prima uscita pubblica dove l’on. Mario Baccini ha dato la propria disponibilità a candidarsi per le Amministrative 2018 – oggi ha emesso un comunicato stampa dove disconosce qualunque candidato autoprofessatosi di centrodestra, invita tutti al dialogo lanciando al contempo un monito contro l’autoreferenzialità. Tutti la tavolo, dunque, soprattutto i partiti.

Una linea – quella del tavolo politico prima ancora del dialogo territoriale – che ufficialmente non hanno né Baccini (chiaramente di matrice di centrodestra, anche se vuole raggiungere consensi in un ‘area vasta nel nome di programmi di sviluppo territoriale) né Federica Poggio, che seppur unica ad oggi ad essere appoggiata da consiglieri in carico ai partiti (Noi con Salvini, Fratelli d’Italia) sta marcando la sua candidatura come la candidatura della gente, del popolo, dei problemi veri, lontano dalle logiche di partito. Dunque entrambi sono, ad oggi, lontani dal modus operandi di Forza Italia che chiede subito un tavolo politico. E viceversa, ovviamente.

Nell’arco dei partiti di centrodestra rimane il “Movimento nazionale per la sovranità”, quella che fino a poco tempo fa era La Destra, di Storace. Elementi di questa compagine hanno presenziato ad un altro convegno organizzato da Mario Baccini, e dunque hanno testimoniato visivamente una vicinanza. Che non vuol dire necessariamente un appoggio elettorale, ma il riconoscimento di una leadership. Chi sarà in grado di presentare programmi di alto respiro per il territorio, con una “sostanza di destra”, è stato più volte ribadito dagli storaciani, avrà il loro voto.

Ricapitolando, ad oggi Poggio vede schierarsi con lei Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, gli storaciani sembrano più vicini a Baccini ma aperti comunque al dialogo, e Forza Italia per ora si è sfilata, affermando però che il “centrodestra unito vince”, e portando ad esempio i Comuni dove l’alchimia ha funzionato.

C’è da considerare però ancora due cose. La prima: esistono diversi personaggi politici, con una bagaglio di voti comunque interessante, che pur militando in un partito che sembra aver fatto delle scelte in una direzione potrebbero andare in altri lidi, per scelte personali oltre che per convinzione.

La seconda: bisognerà vedere se le amministrative andranno da sole (poco probabile) o saranno accoppiate alle regionali o alle politiche. In quest’ultimo caso, è possibile che il gioco dei partiti prenda il sopravvento, evitando di mandare l’elettore in confusione con schede comunali basate su una strategia e quelle nazionali su un’altra.

Ma, come detto più volte, è ancora presto per avere certezze. Restano i contatti continui, gli incontri, i giri sul territorio, le telefonate con Roma, il dialogo con le persone. E’ un’estate di lavoro, per chi fa politica. Soprattutto per chi, di centrodestra, cerca di ricostruire un puzzle piuttosto complicato.