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L’era del caos e della destabilizzazione sociale

6 settembre 2017 | 18:30
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L’era del caos e della destabilizzazione sociale

Media: tra fake news e notizie reali

Il Faro on line – Quello che stiamo vivendo nel mondo, nella nostra quotidianità, deve farci riflettere.

Viviamo nel caos più totale. Gli attentanti terroristici, le migrazioni di massa da uno Stato all’altro di molti uomini, donne e bambini, l’inquinamento ambientale, la minaccia di una possibile guerra nucleare e molto altro ancora, stanno gettando nella confusione più totale le popolazioni dell’intero pianeta.

Alcuni attribuirebbero questo disagio sociale globale, semplicemente, alla velocità con cui transitano le informazioni da un capo all’altro del mondo, in tempo reale e da come le immagini sono sempre più “realistiche” e a forte impatto emotivo. Altri, lo attribuirebbero ad un sistema centrale mondiale che architetterebbe tutto  per “controllare le masse”.

L’ipotesi del complotto

Un disegno predeterminato, di cui non si conosce esattamente la motivazione, per la quale si potrebbe solo ipotizzare, un sistema creato “ad hoc” per sollecitare gli animi delle persone e per innalzare il livello di allerta di ognuno di noi, proiettandoci in uno stato emotivo condizionato da tutto quello che i media documentano minuto dopo minuto attraverso i mezzi di comunicazione: carta stampa, internet, televisione, radio.

La certezza del perché tutto questo accade, non possiamo averla. Certo è, che molti fatti documentati non sono così chiari e senza elementi discutibili.

Prendiamo ad esempio quanto accaduto a Barcellona lo scorso 17/08/2017 a “La Rambla” e, soprattutto, soffermiamoci a quanto è stato pubblicato nel web, in merito ad un presunto attentato fake. Per la cronaca, nel web è uscito un video che documenta alcuni particolari dell’attentato in questione, che in qualche modo, suscitano delle perplessità in chi ha avuto modo di vederlo.

Nel video, che è stato censurato perché in violazione con le norme di YouTube su molestie e bullismo , ma, che è possibile trovare in altri siti web, il relatore pone diversi quesiti allo spettatore che inducono quest’ultimo a riflettere sulla possibilità che l’attentato fosse un fake. È sufficiente fare una ricerca su internet per trovare riferimenti in merito a quanto sopra.

La dottrina dello schock e sgomento

Detto ciò, non è nostra intenzione mancare di rispetto verso tutte le vittime di attentati terroristici, così come non è nostra intenzione allertare, né creare ulteriore confusione e destabilizzazione nel lettore, piuttosto, il nostro intervento vuole essere motivo di riflessione su quello che sta accadendo nella nostra società, oramai, globalizzata, in termini di destabilizzazione sociale.

Così come, non possiamo esimerci dal documentare che ci sono studi e sperimentazione nell’ambito della comunicazione, che utilizzano tecniche e metodi per il controllo delle masse, agendo sulla psiche e sull’emotività delle persone. Studi che, addirittura, risalgono ad oltre 60 anni fa.

Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo”, pronunciava  Johann Wolfgang von Goethe.

Ecco che, la “dottrina dello shock e sgomento” (shock and awe doctrine), non è qualcosa di immaginario, bensì, un metodo comunicativo che coinvolge e sconvolge le persone direttamente, nel caso in cui queste siano parte attiva, anche se inconsapevoli di un fatto, piuttosto che indirettamente, attraverso l’utilizzo dei media. Uno stato di shock si basa sull’improvvisazione, la sorpresa, lo spavento come elemento di distrazione e destabilizzazione di massa e tende a creare un senso di impotenza ed inibizione nelle possibili reazioni e resistenze da parte delle “vittime”.

L’effetto a sorpresa, crea un forte stato emotivo nel quale è difficile essere lucidi per capire cosa sta, realmente, accadendo. In questi casi, l’esperienza che viviamo, non colpisce il nostro stato di coscienza bensì, lo bypassa catturato dal sistema limbico, il quale elabora comportamenti correlati alla sopravvivenza della specie; elabora emozioni e manifestazioni vegetative che ad esse si accompagnano; è coinvolto nei processi di memorizzazione.

Stando a quanto si legge dagli studi in sociologia e psicologia, lo shock è, pertanto, un metodo generico che può contemplare casi nei quali può generarsi, naturalmente, che simulatamente (disastri naturali: terremoti; sociali: immigrazioni, epidemie; economici: recessioni; politici: guerre, atti terroristici; ecc.)

Il dubbio: fake o realtà

Ecco che, partendo da questo assunto, qualche dubbio in merito all’autenticità dei drammatici fatti documentati quotidianamente attraverso i media ed in tempo reale, può nascere spontaneo e solleticare il nostro intelletto, spingendo molti di noi a domandarsi, in primo luogo a cosa e chi credere e, in secondo luogo, cosa e come fare per evitare una possibile manipolazione psicoemotiva che può condizionare la nostra esistenza?

Tutti ricorderanno le polemiche che ci furono a seguito dell’attentato alle torri gemelle dell’11 settembre del 2001. Quanti articoli e documenti filmati sono stati prodotti che mettevano in dubbio la paternità dell’attentato e il fatto che tutto potesse essere predeterminato per scaricare la colpa su qualcun altro, sacrificando vittime innocenti?

Si dice che “pensare male si fa peccato ma, spesso ci si azzecca”. Lungi da noi voler dare per scontato che esista un sistema radicato internazionale che vuole manipolare le menti umane per creare ad arte uno “stato di caos”. Ma, non possiamo esimerci dal raccontare, da un punto di vista cronistico quanto accade nella nostra società, lasciando al lettore la facoltà di trarre le proprie considerazioni in merito a tutto quanto documentato.