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Cronaca Locale
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Ad #Anzio 3 casi di Chikungunya, infezione da zanzara, stop alle donazioni del sangue

9 settembre 2017 | 08:31
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Ad #Anzio 3 casi di Chikungunya, infezione da zanzara, stop alle donazioni del sangue
Ad #Anzio 3 casi di Chikungunya, infezione da zanzara, stop alle donazioni del sangue
Ad #Anzio 3 casi di Chikungunya, infezione da zanzara, stop alle donazioni del sangue
Ad #Anzio 3 casi di Chikungunya, infezione da zanzara, stop alle donazioni del sangue

La Regione ordina la disinfestazione. Fidas, trasfusioni sicure.

Ad Anzio 3 casi di Chikungunya, infezione da zanzara, stop alle donazioni del sangue

Il Faro on line – Sono ancora le zanzare a far scattare un nuovo allarme sanitario. Dopo il primo caso di malaria in Italia (malattia tradizionalmente trasmessa da questo insetto) che ha causato la morte della piccola Sofia, con indagini ancora in corso per capire come possa essere avvenuto il contagio, ora si tratta di tre casi di Chikungunya, una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e forti dolori alle ossa e alle articolazioni che spesso portano a bloccare il paziente a letto, trasmessa dalla puntura di zanzare infette. Si sono verificati nella zona del Comune di Anzio.

I precedenti

Non e’ la prima volta che accade in Italia, nell’agosto del 2007 sono stati notificati i primi casi autoctoni in Emilia Romagna, circa 250, e si registro’ anche un decesso, una donna che soffriva anche di altre malattie. Sono passati dieci anni e non e’ stato registrato nessun altro caso, ha spiegato Gianni Rezza infettivologo dell’Istituto Superiore di Sanita’. Ma qualche altro caso non si puo’ escludere.

Stop alle donazioni e disinfestazione

Le persone colpite ora starebbero bene ma, con una circolare inviata oggi, sono state bloccate le donazioni di sangue per 28 giorni per chi ha soggiornato nel comune. La Regione Lazio ha ordinato al comune di Anzio di procedere alla disinfestazione in un’area del suo territorio. Le responsabili della trasmissione sono le zanzare del genere Aedes, come Aedes aegypti (la stessa che trasmette la febbre gialla e la dengue). Queste sono presenti soprattutto in zone rurali, mentre è raro o addirittura assente in vicinanza dei centri abitati.

Come si manifesta

Un altro importante vettore è Aedes albopictus, comunemente chiamata zanzara tigre, che è anche presente nei centri abitati del nostro paese. Dopo una incubazione di 3-12 giorni, si manifestano dei sintomi simili all’influenzale: febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti dolori alle articolazioni (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”), tali da limitare molto i movimenti dei pazienti che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili. Il tutto si risolve spontaneamente, in genere in pochi giorni, ma i dolori articolari possono persistere anche per mesi.

Il rischio

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il rischio complessivo di un’ulteriore diffusione è considerato basso a livello regionale e molto basso al livello nazionale ed internazionale. ”Il sangue in Italia e’ al massimo livello di sicurezza”, ha poi garantito Aldo Ozini Caligaris. Il presidente nazionale della Fidas (la federazione di associazioni di donatori di sangue) e membro del direttivo del centro nazionale sangue, spiega che non c’e’ quindi alcun motivo per temere un contagio. ‘

‘Siamo stati informati subito di quanto accaduto, la comunicazione della direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute e’ arrivata con una nota di ieri trasmessa oggi”, ha detto. I casi segnalati che hanno fatto scattare l’allarme si sono verificati ad agosto e ora le sacche di sangue raccolte ”che sono preziosissime e quindi non verranno distrutte prima dei controlli” verranno tenute in quarantena.

La procedura prevede che verranno richiamati i donatori e sottoposti ad una visita di controllo. Se il donatore risultera’ sano il suo sangue potra’ essere utilizzato. I pazienti hanno riferito la comparsa dei sintomi nel mese di agosto e nessuno di essi aveva viaggiato all’estero nei 15 giorni che hanno preceduto a l’insorgenza dei sintomi. Al momento quindi l’ipotesi più verosimile è che i casi si siano infettati nell’area di domicilio, cioe’ nel comune di Anzio. (fonte: ansa)