Ancora bloccata la ‘palestra della legalità’ a #Ostia, e scoppia la polemica

27 settembre 2017 | 06:49
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Ancora bloccata la ‘palestra della legalità’ a #Ostia, e scoppia la polemica

Celli: “Solo tre le parole da cambiare, ma tutto è fermo da quattro mesi”. Bonafoni: “La sindaca Raggi dimentica di fare la sua parte”. Replica Pacetti M5s: “Nessuna anomalia”.

Il Faro on line – “Sono solo tre le parole da cambiare, ma tutto è fermo da quattro mesi. E’ questa la paradossale situazione della mancata assegnazione della palestra di Ostia, un bene sequestrato a Mauro Balini e affidato dal Tribunale a una cooperativa, che per aprire ha bisogno di un ultimo intervento del Campidoglio, secondo l’iter previsto per i beni confiscati alla mafia” – così in una nota la capogruppo della Lista Civica #RomaTornaRoma, Svetlana Celli.

“Dopo il via libera da Regione, Commissario prefettizio e Tribunale manca ora solo la decisione del Dipartimento Urbanistica di Roma Capitale, fermo da quattro mesi sul cambio di “destinazione di servizi”. Uno stallo su tre parole da cambiare che blocca di fatto l’assegnazione del bene recuperato all’illegalità, che potrebbe essere desinato subito alla pratica sportiva.

Mentre aspettiamo dalla maggioranza M5S una sintesi delle quattro proposte esistenti di Regolamento per la gestione dei beni confiscati e l’arrivo in Aula di un testo condiviso da tutte le forze politiche, i cittadini di Ostia di fatto non riescono a utilizzare un impianto sportivo. Ci aspettiamo che la maggioranza si attivi per rimuovere questo immotivato blocco al più presto. Ai cittadini del territorio di Ostia servono più che mai luoghi di aggregazione e inclusione dopo le difficoltà e il lungo commissariamento” – conclude Celli.

Sullo stesso tema Marta Bonafoni, Consigliera regionale di Insieme per il Lazio. “E’ molto grave che per mere questioni burocratiche, tra l’altro di facile soluzione, si blocchi o si rallenti un processo tra i più virtuosi nel nostro paese: quello della restituzione all’uso civico dei beni confiscati alle mafie. Ad Ostia, territorio da questo punto di vista particolarmente esposto, la sindaca Raggi dimentica di fare la sua parte e blocca l’apertura di una palestra.

Se la collaborazione Istituzionale trova intoppi anche su questo viene meno non solo la credibilità di un’intera classe dirigente e l’enorme sforzo di investimento che la Regione ha fatto per rendere questi luoghi agibili, ma è svilito agli occhi dei cittadini lo stesso senso di quel sequestro e di questa battaglia. La legalità si fa con azioni che colpiscono le mafie, si fa agendo e si fa mettendo le mani nelle situazioni più complesse. Contro la criminalità organizzata non sono ammesse distrazioni.”

Replica Pacetti (M5S) ‘Nessuna anomalia sulla palestra sequestrata’

Il Pd ci accusa di non interessarci alla legalità. Pensino piuttosto a Tassone, l’ex Presidente del X Municipio del loro partito. Come tutti sanno Tassone ha fatto commissariare il Municipio ed è stato condannato in primo grado nel processo Mafia Capitale. Interessante vedere come l’opposizione cerchi appiglio sul nulla pur di attaccarci, sempre e solo a favore di giornali e non a tutela dei cittadini”. E’ quanto dichiara in una nota stampa Giuliano Pacetti, consigliere M5S di Roma Capitale.

“Per fortuna possiamo spiegarlo noi ai cittadini come stanno davvero le cose. Sento di poter rasserenare l’opposizione, come una parte della stampa che evidentemente è in piena campagna elettorale, che sulla palestra sequestrata non c’è nessuna anomalia. I tempi sono scanditi solo dalla complessità di visionare la relativa documentazione anch’essa ovviamente sequestrata e presente solo presso gli Uffici del Porto Turistico di Roma.

“Il prossimo 2 ottobre è già prevista una riunione con i diversi soggetti interessati per il superamento delle problematiche e per giungere così al relativo cambio di destinazione d’uso. Siamo abituati da tempo alle bugie del Pd che stavolta mente anche a sé stesso e crede di poter raccogliere consensi nel X Municipio. Non vi affannate, il vostro Athos non lo voterebbe nemmeno Dumas”.