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Diritto Internazionale Umanitario, ecco le regole per far crescere il mondo foto

Concluso con successo al Ctr dell'Aeronautica militare il 53° corso per Consigliere Qualificato per l’applicazione del Diritto Internazionale Umanitario nei conflitti armati,

Il Faro on line – Umanità e distinzione, ossia rispettare la dignità di ogni essere umano e saper discernere per ognuno ruoli e responsabilità. Sono i principi alla base del Diritto Internazionale Umanitario, ma sono anche i principi cardine di una vita comune basata sul dialogo, sull’assenza di preconcetti, sul rispetto reciproco, in situazione di conflitto come in tempo di pace.

Chiunque dovrebbe conoscerne il significato non solo emotivo ma giuridico, sapere come declinare questi principi nella vita privata come in quella pubblica, ancor più oggi, in un contesto dove le etnie si mescolano, l’interazione si fa quotidiana, la drammaticità degli eventi “scarica” sul pianeta combattenti e rifugiati, terroristi e richiedenti asilo, mercenari e migranti. E non parliamo solo della Siria o dell’Afghanistan piuttosto che dell’Ucraina; pensiamo anche alla Catalogna, alla Bosnia, al Centrafrica.

Diritti e doveri

Per la Croce Rossa Internazionale, quale che sia la posizione di ciascuno, c’è la necessità insopprimibile di assistenza, cura e rispetto; per il diritto internazionale, in più, c’è il dovere di tutelare i più deboli, ma anche distinguere i combattenti legittimi dagli illegittimi, difendere coloro che non “sporcano” i conflitti con azioni proibite, con l’inganno, in spregio al concetto stesso di vita umana.

Una serie di regole inderogabili, imposte a chiunque per il cosiddetto “diritto consuetudinario” che vale più di ogni diritto interno di qualunque Stato, altre frutto di ratifiche di accordi internazionali, importanti da conoscere non solo per chi in teatri internazionali si muove, ma anche per chi – con la globalizzazione – vede arrivare in casa propria esseri umani che fuggono da altre parti del mondo.

E infatti oltre ai militari di carriera delle diverse Armi, al 53° Corso per Consigliere Qualificato in Diritto Internazionale Umanitario svoltosi al Ctr dell’Aeronautica, c’erano anche appartenenti alle forze di polizia (carabinieri, finanza, polizia) e alle polizie municipali, nonché giornalisti ed esperti di diritto.

Il rispetto umano

Codici alla mano, si è affrontato il tema del Diritto Internazionale Umanitario a partire dalle Convenzioni di Ginevra (in realtà conosciutissima a livello mediatico allorché richiamata, al singolare, “la” Convenzione di Ginevra) quando i giornali raccontano di fatti internazionali, ma invece totalmente sconosciuta quanto ai reali contenuti (le Convenzioni in realtà sono quattro, anche se portano la stessa data, più due Protocolli aggiuntivi) che riguardano non solo i militari o le parti in conflitto ma anche i civili e le popolazioni vittime. E persino la tutela del patrimonio artistico e culturale.

Estremamente qualificati i relatori del corso: l’avvocato Gerardo Di Ruocco, la professoressa Alice Riccardi (dell’università di Roma Tre), il notaio Giulia Clarizio, la dottoressa Francesca Tabacchi, l’avvocato Ugo Milana, l’avvocato Marco Valerio Verni e il presidente della Commissione Nazionale del Diritto Internazionale Umanitario della Croce Rossa Italiana, dottor Pietro Ridolfi.

“Dentro” il 53° Corso

Fin qui l’articolo “canonico”. Ma dato che sono stato uno dei partecipanti al Corso, voglio andare oltre, per testimoniare la passione – oltre la competenza – messa da chi aveva il Compito di trasferire un complicato complesso di norme a una platea così eterogenea, basti ricordare che spaziava dall’ambito militare a quello civile.

Una passione trasferita all’interno di un “corpo discenti” che ha immedidtamente compreso che non si parlava solo di regole ma di vite umane, non di codici ma di rispetto delle persone, non di ambiti legali ma di vita vissuta. Belle persone – in aula come in cattedra – perché animate da buoni principi, il cui scopo primario da oggi non sarà quello di applicare le Convenzioni in teatri operativi ma di far capire a tutta la popolazione, militare e civile, quali siano le linee fondamentali alle quali attenersi.

Spesso si ha una versione distorta del “diritto”, intendendolo come una serie di libri pieni di norme oscure, conosciute solo agli addetti ai lavori. Ma pensandoci meglio, usiamo la parola “diritto” ogni qual volta chiediamo il rispetto di un principio che riteniamo essere fondamentale per la nostra persona. Ecco, lo scopo ultimo di questo Corso è proprio quello di sovrapporre le due concezioni facendole diventare una: sapere cosa dicono Convenzioni, Trattati, Protocolli e Codici significa sapere quali diritti abbiamo, e quali di conseguenza hanno gli altri. E’ l’inizio di una strada – ancora lunga, per la verità – che deve portare a una reale convivenza civile tra popoli.

Ottima dunque l’inizitiva della Croce Rossa, meritoria la disponilibilità del Ctr dell’Aeronautica militare grazie al suo comandante Colonnello Roberto Palmisano. E un pensiero finale, che ho potuto comprendere appieno, che esula un po’ dal corso in sé ma che in qualche modo ne è un riverbero, e lancia un punto di riflessione sui conflitti al quale non siamo abituati a pensare: non c’è persona più contraria alla guerra di chi la deve fare.