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Strage di #Como, padre killer, i corpi trovati sullo stesso materasso

I figli erano seguiti dai servizi sociali ma il papà non li mandava a scuola.

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Il Faro on line – Cosa può spingere un genitore a dare fuoco alla casa per farla finita insieme ai suoi quattro figli? E’ la domanda sulla bocca di tutti, oggi, a Como, la città lariana segnata da una terribile tragedia della povertà in cui a pagare sono state tre innocenti piccole vittime di un uomo che da “premuroso” papà impegnato a supplire alla mancanza della mamma, in precarie condizioni psichiche e ricoverata in una struttura protetta, si è trasformato in irrazionale carnefice.

Secondo quanto è emerso che le fiamme, dolose, sarebbero state appiccate dallo stesso genitore, disperato per la situazione famigliare. Un uomo “dignitoso e premuroso” che ha perso il controllo ed è diventato il carnefice dei piccoli che voleva proteggere e che forse “temeva di perdere” per via delle sue drammatiche condizioni economiche.

E’ questa la terribile storia avvenuta oggi nella periferia di Como, dove un uomo, Faycal Haitot, marocchino regolare di 49 anni, è morto per intossicazione da fumo insieme ai suoi bambini, un maschietto di 11 anni e due femminucce di 6 e 3 anni che sono morti poco dopo, e a un’altra sorellina, di 4 anni e mezzo, deceduta in serata all’ospedale Buzzi di Milano.

Una tragedia che ora è al vaglio dell’autorità giudiziaria per capire se poteva essere fatto qualcosa, da parte degli enti coinvolti – Comune e Tribunale – per migliorare lo stato di disagio del nucleo famigliare che non era certo abbandonato: “Non è che non si stesse facendo niente – dice con rammarico un volontario – c’era un impegno costante a seguire il caso. Ecco perché questa tragedia lascia ancora più amarezza”.

Ad aggravare la situazione, dalla fine della scorsa estate, c’era il fatto che l’uomo, a cui erano stati affidati i figli da febbraio “non stava mandando i bambini a scuola ed è per questo che si erano incrementate le segnalazioni e i colloqui, a cui non si presentava”, ha spiegato il vicesindaco di Como, Alessandra Locatelli. Il Comune inoltre pagava l’affitto dell’appartamento di una fondazione dove abitavano, mentre la mamma era ospitata in una comunità ed era seguita dal Cps, il centro psicosociale.

All’uomo, secondo quanto riferito, era stata offerta per i bambini la mensa gratuita, il doposcuola garantito e anche aiuto per trovare lavoro. Della loro situazione si era interessato anche il Tribunale per i minorenni “e può darsi che lui abbia fiutato che a breve gli avrebbero potuto togliere i bambini”, hanno aggiunto in Comune. Forse questo sospetto ha suscitato il timore peggiore di ogni genitore, quello di vedersi sottrarre i figli. Una paura divenuta probabilmente incontrollabile, che è sfociata nel tentativo che gli psicologi forensi definiscono di “suicidio allargato” ma che ovviamente ‘suicidio’ non è.

A confermarlo anche la testimonianza dei vigili del fuoco entrati per primi nell’appartamento, con un’autoscala, da una finestra: “Facendoci strada nel fumo li abbiamo trovati tutti riuniti nella stessa stanza, su un letto matrimoniale che era stato ‘allungato’ avvicinando due materassi uno sopra l’altro a formare una unica grande zona per dormire. Nessuno presentava bruciature, e i bimbi erano tutti composti intorno al loro papà”.

 

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