Le criptomonete

Bitcoin, il denaro degli internauti

17 novembre 2017 | 08:58
Share0
Bitcoin, il denaro degli internauti

Si tratta forse della svolta che ci farà abbandonare definitivamente il denaro fisico?

Il Faro on line – Era il 1497 ed a Siena nasceva la prima vera e propria banca al mondo. Fu una rivoluzione per i tempi, sia a livello economico che sociale. Si iniziò a far credito ai privati, che iniziavano a liberarsi dal trasporto di grandi quantità di denaro. Oggi, il fenomeno dei bitcoin, sta rivoluzionando ancora una volta il modo di approcciarsi all’economia.

Ma cosa sono i bitcoin e cosa li rende così interessanti?
Il bitcoin è la moneta digitale ad oggi più utilizzata al mondo. Creato nel 2008 da Satoshi Nakamoto, pseudonimo di un utente anonimo, questo sistema economico non si basa sul valore che viene dato ad un bene fisico, come l’oro, ma sul commercio di una valuta puramente digitale.

Ma com’è che viene stabilito il suo valore se questa moneta esiste solo digitalmente?
Come in molti altri sistemi economici, il valore del bitcoin viene stabilito principalmente in base alla domanda di moneta da parte dell’utenza. Nel nostro sistema economico il valore dato all’oro dipende anche dalla sua scarsa reperibilità. Allo stesso modo, anche i bitcoin sono limitati in quantità. Quindi, la vera e propria differenza con il nostro sistema economico nel calcolo del valore della valuta, è il fatto che avvenga attraverso un algoritmo, che tiene conto di ogni transazione e che aggiorna automaticamente e sistematicamente il valore della valuta. Rappresenta quindi un modo completamente diverso di fare economia, che si autogestisce senza autorità centrali.

Cos’è che rende particolari le transazioni in bitcoin?
Il bitcoin viene anche definito una criptovaluta, poiché le transazioni che avvengono per mezzo di questa moneta digitale vengono “mascherate” attraverso la crittografia, disciplina che si occupa della cifratura di messaggi che possono poi essere decifrati soltanto usando una “chiave” di dominio solitamente non pubblico. Le transazioni quindi risultano anonime, nonostante il software tenga conto di ogni transazione che viene effettuata in uno storico chiamato “Blockchain”. Questo anonimato sistematico vale al sistema dei bitcoin una cattiva fama per la tendenza a favorire commerci illeciti in rete.
Le stesse transazioni, non sono gestite da un privato, come nel caso delle banche nell’economia attuale, bensì da un software che gestisce e automatizza lo scambio di moneta tra gli utenti, senza bisogno di intermediari. E’ proprio questa caratteristica che rende completamente impossibile per altri enti modificare il valore del bitcoin. L’assenza di un intermediario tra gli utenti rende questo sistema “Peer-to-peer”, ossia “Pari a pari”. Ciò rende il commercio dei bitcoin molto vantaggioso, non solo per un maggiore controllo dei fondi, ma anche per l’assenza di tasse applicate agli scambi di valuta tra gli utenti.

Ma se il bitcoin è una valuta non fisica, com’è che viene prodotta e gestita?
I bitcoin vengono a tutti gli effetti coniati, anche se in maniera diversa dalle nostre amate monete di rame. Questo processo è chiamato “Mining” (Letteralmente “Estrazione”) e può essere ormai svolto solo da computer con capacità di calcolo estremamente alta, poiché si tratta essenzialmente di un’enorme serie di calcoli, il cui scopo è produrre il codice identificativo di un bitcoin. Il processo di mining è intenzionalmente molto complesso, affinchè il numero di bitcoin prodotti al giorno rimanga stabile. Più solitamente i bitcoin vengono comprati con le normali valute, per poi essere scambiati con altri utenti.

Come accennato in precedenza, il complicato algoritmo dietro al sistema dei bitcoin, prevede che non possano essere prodotti più di 21 milioni di bitcoin. Per questo i suoi utenti sostengono che l’inflazione del sistema non possa essere manipolata a piacimento, poiché regolata da leggi matematiche non aggirabili. Al momento sono stati prodotti 17 milioni di bitcoins e si stima che esauriranno intorno al 2140, anno della fine del loro “coniaggio”.
Vi sono però molti scettici riguardo a questa tecnologia. Le fluttuazioni del valore della valuta risultano essere un problema a volte troppo grande e la sicurezza del sistema potrebbe non essere garantita. Basta un semplice errore umano nello smarrimento dei codici identificativi dei propri bitcoins per renderli irreparabilmente inutilizzabili (I così detti “Blocchi zombie”).

Insomma, il mondo delle criptomonete rappresenta un mondo molto complesso e per molti difficile da comprendere. Si tratta forse della svolta che ci farà abbandonare definitivamente il denaro fisico?