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Dai mozziconi di sigaretta, l’innovazione del futuro

Ogni mozzicone di sigaretta racchiude ancora al proprio interno un elevato potenziale energetico

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Il Faro on line – Quante volte ci è capitato di vedere, durante una semplice passeggiata, decine e decine di sigarette gettate per terra con noncuranza dell’impatto che esse hanno sull’ambiente? Un concetto forse ancora poco chiaro è che il processo di degradazione di una singola sigaretta può durare dai 5 ai 12 anni, per non parlare poi delle sostanze nocive contenute in esse: metalli pesanti, nicotina, benzene, ammoniaca, acido citrico, composti radioattivi come il polonio-210 e l’acetato di cellulosa, sostanza non biodegradabile di cui è costituito il filtro. Oltretutto ogni mozzicone di sigaretta racchiude ancora al proprio interno un elevato potenziale energetico, che quindi viene così sprecato.

Esattamente, non mi sono sbagliato: ogni mozzicone di sigaretta racchiude ancora al proprio interno un elevato potenziale energetico! Questo è quanto risulta dalla ricerca condotta da Robert Mokaya e Troy Scott Blankenship dell’Università di Nottingham, e pubblicata sulla rivista accademica Energy and Environmental Science (http://www.nottingham.ac.uk/news/pressreleases/2017/october/are-discarded-cigarette-butts-the-next-high-performing-hydrogen-storage-material.aspx).

L’innovazione consiste nell’aver creato materiali energetici con ottime capacità di stoccaggio di idrogeno, partendo esclusivamente dai mozziconi di sigaretta. L’idrogeno è uno dei combustibili sul quale si sta investendo di più negli ultimi tempi proprio per l’elevato rendimento energetico che può offrire, rilasciando soltanto acqua come prodotto di scarto.
Ogni anno vengono prodotte circa 800.000 tonnellate di mozziconi di sigaretta che non fanno altro che finire nelle fogne o nei bacini idrici, contaminandoli con le sostanze tossiche sopra citate, con evidenti ripercussioni sulla fauna e la flora locali, nonché` su noi stessi.

La notizia positiva, sfruttata appunto per questa recente innovazione, sta nel fatto che l’acetato di cellulosa costituisce un’ottima base di partenza per la sintesi di carboni porosi, materiali caratterizzati da una struttura ovviamente porosa (come suggerisce il nome stesso) e quindi un’elevata estensione superficiale per unità di volume. E’ tale caratteristica a renderli in grado di incamerare al loro interno molecole di altre sostanze.

Nel nostro caso, la carbonizzazione idrotermale (esclusivamente a base di acqua e calore) cui vengono sottoposti i mozziconi di sigaretta, genera l’hydrocar, un tipo di carbonio che, una volta attivato, produce ossigeno ricco di carboni porosi con superficie ultra-elevata e capacità di stoccaggio di idrogeno senza precedenti!
Le eccezionali proprietà di questi carboni, combinate all’efficienza energetica dell’idrogeno potranno in prospettiva sostituire la benzina o il gas naturale, facendo così strada allo sviluppo dei biocombustibili.
Attenzione però, tale applicazione vuole essere un modo per produrre energia a partire dai rifiuti che produciamo, lungi però da essa l’idea di presentarsi come un incentivo alla produzione ed al consumo di sigarette.

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