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Teatro del Lido di Ostia, parliamo di cultura di parità tra generi

28 novembre 2017 | 12:30
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Teatro del Lido di Ostia, parliamo di cultura di parità tra generi

Un incontro che ha visto la partecipazione di politica, sindacati e territorio, per affrontare insieme la questione della violenza sulle donne.

Ostia – Nel pomeriggio di ieri 27 Novembre, si è tenuto presso il Teatro del Lido di Ostia un incontro organizzato dalla Cgil per affrontare il tema della violenza sulle donne.

Il convegno è stato aperto con la proiezione dello spot pubblicitario del 1522, il numero rosa antiviolenza. Il 1522 è attivo 24 ore su 24 e rappresenta un servio pubblico importante per tutte le donne, uno strumento con cui le istituzioni hanno dimstrato un reale impegno nella questione.

All’incontro hanno parlato donne impegnate nella politica, nella difesa dei diritti delle lavoratrici e nella diffusione di una diversa cultura della parità tra generi.

La parola di Sinistra Italiana

“La data del 27 Novembre è importante – ha dichiarato nel suo intervento di apertura Sibilla Drisaldi, responsabile delle Politiche di Genere Sinistra Italiana X Municipio – perchè avviene dopo la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, dal momento che è essenziale non dimenticare questa tematica nel resto dei giorni, come invece di solito avviene.

“Il Teatro del Lido ha un duplice valore – ha aggiunto Drisaldi – perchè si colloca al confine con Nuova Ostia, zona vittima di una criminalità sempre più evidente, ed è un importante centro culturale.

“Spero che questo appuntamento – ha concluso la Responsabile di Sinistra Italiana – possa essere lo stimolo per promuovere in modo non occasonale iniziative di questo genere sul territorio”.

La parola di Anpi

L’importanza di programmare delle iniziative che siano continuative e che offrano sempre più strumenti alle donne vittime di violenza è stata messa in evidenza da Marina Lorenzi (Anpi – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).

“Si tratta di un problema non trascurabile – afferma Lorenzi – perchè coinvolge ogni aspetto della vita quotidiana delle donne, soprattutto l’ambiente domestico dal momento che l’80% dei casi di violenza avviene dentro le mura di casa.

E’ un amore sbagliato? No, – ha specificato Lorenzi – è solo possesso. E su questo, purtroppo, l’Italia conserva un ritardo culturale incredibile. Basti pensare che solo nel 1996 lo stupro è iniziato a essere considerato come un delitto contro la persona, e non più contro la morale…

“Usciamo da anni bui – ha proseguito l’esponente Anpi – in cui i media e la televisione commerciale hanno esposto il corpo della donna in maniera massiccia e totalizzante, sempre più come un oggetto, e questa cultura ha permeato anche le nuove generazioni di uomini e donne… Un arretramento culturale in cui la donna è stata rappresentata solo come madre, accusata e posta in cattiva luce se mamma lavoratrice.

“Anni in cui il discorso sul gender ha assunto una connotazione politica e per questo si è frenato lo sviluppo di politiche sociali serie che affrontino la questione di genere.

Per questo – ha concluso Marina Lorenzi – è importante che quella di oggi non sia una iniziativa di partito, ma sia l’inizio di un progetto per ragionare insieme attraverso piccoli o grandi gruppi di donne nel territorio”.

La parola della Cgil

Anche Donatella Bruno, segretaria territoriale Cgil e coordinatrice dello sportello ParieDritti contro le discriminazioni, il mobbing e le molestie sul lavoro, ha parlato dell’incontro di ieri come l’inizio di un percorso nel quale le istituzioni e le realtà del territorio devono lavorare in sinergia e cooperare.

“Questo confronto – ha affermato Donatella Bruno – è il punto di avvio per chi deve agire a livello politico, che non deve farsi scoraggiare dall’emergenza dell’evento, ma chiedere l’aiuto delle associazioni, ascoltarle e farne una sintesi.

Perchè uno sportello? Per possedere – ha spiegato la Segretaria territoriale Cgil – una conoscenza sempre maggiore del mobbing, dello stalking e della violenza.

“La violenza infatti sta diventando una cornice di vita quotidiana e agisce in differenti modi, ma la prevenzione in ogni sua forma parte da un assunto: consapevolezza, informazione e credibilità dello stato e delle istituzioni e di chi è sul territorio e può intervenire.

Per questo – ha annunciato Bruno – apriremo nel 2018 un nuovo sportello di ascolto nella sede Cgil in via Casana a Ostia. Lo sportello deve essere uno strumento e deve significare la presa in carico di una donna e della dignità della sua persona, con tutto il rispetto per la storia e la difficoltà che sta vivendo.

“Capire i meccanismi multipli che ruotano intorno alla violenza, come la non solidarietà dei colleghi, la solitudine, il fatto di combattere contro se stessi e di sentirsi responsabili della propria condizione… sono tutti elementi che devono essere considerati, che fanno parte di una cultura della parità e del rispetto delle persone.

“Per non abituarsi alla permanenza della violenza e della criminalità – ha concluso la Segretaria Cgil – bisogna sensibilizzare al fatto che la società violenta è quella si gira dall’altra parte quando assiste a degli episodi del genere”.

La parola delle istituzioni

Per concludere l’incontro ha preso la parola Giovanna Seddaiu, consigliera del II municipio e della commissione delle Elette. Nel suo discorso ha posto l’accento sull’importanza della figura, ancora mancante nella struttura scolastica italiana, dello psicologo per gli studenti.

“Uno strumento centrale e prioritario – ha spiegato la Consigliera – per diffondere un’educazione sentimentale nelle scuole, per far capire ai ragazzi quelle dinamiche emotivo-sentimentali che si creano soprattutto nell’ambito scolastico, quando sono lontani dalla famiglia“.

“Il contrasto alla violenza – ha poi aggiunto Seddaiu – si sviluppa su tre piani. Innanzitutto, il livello della prevenzione, ovvero della sensibilizzazione ed educazione alla società.

Secondo, il momento del dopo violenza, ovvero la risposta dei centri che dovrebbero accogliere le richieste di aiuto delle donne, risposta che ancora è molto diversa a seconda delle regioni di Italia.

Infine, il rispetto per i professionisti che si occupano di questa tematica, la difesa delle strutture che possano offrire una continuità nella presa in carico delle donne vittime di violenza e l’aumento delle risorse a loro disposizione.

“Un’altra cosa che noi in politica possiamo continuare a fare, – ha concluso la consigliera Seddaiu – è presentare documenti e sollecitare la nascita di sportelli di ascolto e centri antiviolenza istituzionali, del comune di Roma, perchè sia un segnale importante di vicinanza alle cittadine“.

(Il Faro on line)