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Legalità a Terracina, Tsf ‘le forze politiche rimangono silenti per questioni di puro calcolo elettorale’

9 gennaio 2018 | 18:23
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Legalità a Terracina, Tsf ‘le forze politiche rimangono silenti per questioni di puro calcolo elettorale’

Molteplici le questioni sollevate dal forum sociale e le proposte per una lotta concreta alla criminalità.

Terracina – “Un’altra bella notizia della fine del 2017 è stata quella riguardante i quattro arresti effettuati dalle forze dell’ordine nei confronti dei presunti esecutori dell’omicidio del boss camorrista Gaetano Marino, avvenuto il 23 agosto 2012 sul lungomare di Terracina”. Scrive Marco Villa per conto del Terracina Social Forum.

Il buon esempio di Rimini

“Dopo quella bella notizia, – prosegue Villa – per qualche giorno ci siamo illusi di riceverne un’altra, ma non abbiamo trovato nulla al riguardo sugli organi di stampa locali. Dopo aver letto che il comune di Rimini si è costituito parte civile nel processo contro i presunti autori degli stupri su una turista polacca e una trans peruviana avvenuti la notte del 26 agosto 2017, speravano che anche da Terracina arrivasse una notizia simile, e invece…

“E invece da parte della nostra amministrazione comunale non si parla di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio di Gaetano Marino, nonostante il gravissimo danno d’immagine inferto alla nostra ridente città, che vive di turismo, e senza considerare il terribile impatto psicologico che ha avuto l’efferato delitto sui nostri concittadini.

A dire la verità, – specifica la nota – è sull’intera questione legalità che i nostri rappresentanti in consiglio comunale, di maggioranza e di opposizione, ci sembrano piuttosto latitanti, come abbiamo già evidenziato. Non ripetiamo ciò che abbiamo scritto in altri articoli, ma oggi segnaliamo ulteriori interventi ed iniziative che potrebbero essere adottate”.

I suggerimenti per il futuro

“Ad esempio, – spiega il Terracina social forum – si potrebbe istituire l’assessorato contro il racket e la criminalità. Oppure, si potrebbe adottare il protocollo della legalità, ideato dall’architetta lodigiana Serena Righini, dipendente dell’ufficio tecnico del comune di Merlino, e dall’ingegnere Luca Bertoni, già sindaco di Tavazzano e consulente tecnico, che prevede un premio (+8% delle volumetrie) a chi accetta di sottoporre a controlli serrati (da bilanci e conti correnti fino alle targhe dei mezzi in cantiere) la propria azienda e i subappaltatori, con rescissione netta del contratto (e pagamento di una penale del 20%) per chi non supera i controlli.

“Inoltre, si dovrebbe promuovere il whistle-blowing tra i dipendenti comunali, con il quale segnalare in maniera anonima irregolarità e/o attività fraudolente, si deve integrare il codice di comportamento dei dipendenti comunali, adattandolo alla nuova normativa in vigore ed alle specifiche caratteristiche del comune, si dovrebbe prevedere l’osservanza del codice di comportamento per i collaboratori esterni a qualsiasi titolo, per i titolari di organo, per il personale impiegato negli uffici di diretta collaborazione dell’autorità politica, per i collaboratori delle ditte fornitrici di beni o servizi od opere a favore dell’amministrazione, nonché prevedendo la risoluzione o la decadenza dal rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal codice stesso.

Ma una misura in particolare ci preme: istituire, ai sensi dell’articolo 19 dello statuto comunale, una commissione consiliare d’inchiesta sul fenomeno del caporalato (nonché prevedere che il comune si costituisca parte civile nel caso di reati di caporalato)”.

I ghetti del centro-meridione

“Nel settore agricolo – continua Marco Villa – vige il detto ‘lontano dagli occhi, lontano dal cuore’. Nelle campagne i ghetti (o i casolari) privi di acqua, gas, corrente elettrica e servizi igienici diffusissimi nell’Italia centro-meridionale nei quali vengono fatti alloggiare i braccianti di nazionalità straniera, infatti, hanno un duplice scopo: consentono agli imprenditori agricoli (e ai caporali) di avere a disposizione un serbatoio di manovalanza a basso costo da sfruttare a proprio piacimento, con il beneplacito delle autorità; queste ultime, invece, ottengono il magico risultato di guadagnare consensi elettorali e contemporaneamente tenere lontano dalla vista dei cittadini piccoloborghesibenpensanti i tanti stranieri presenti sul territorio.

“Danno fastidio quei pochi rifugiati che chiedono l’elemosina agli ingressi dei supermercati, come lamentato anche dal nostro primo cittadino? Ammesso e non concesso che diano fastidio, non commettono alcun reato (per ora, almeno fino a quando non verrà dichiarato reato il chiedere l’elemosina, ed i primi segnali che ciò avvenga si percepiscono già).

“Ma se danno fastidio – evidenzia la nota – persone che non commettono reati, perché chiudere gli occhi davanti alle illegalità che avvengono nelle campagne, con comportamenti che negano la dignità di persone che stanno qui per lavorare, non per chiedere l’elemosina, con condotte ai limiti della violazione dei più elementari diritti umani?

Questa situazione ci ricorda una canzone di vent’anni fa, ‘Quelli che benpensano‘ del rapper Frankie Hi-nrg mc. Il primo verso di quella canzone, infatti, è ‘Sono intorno a noi, in mezzo a noi’ “.

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore

“Un nostro amico che abita a borgo Hermada – racconta Villa – ci ha raccontato, al riguardo, una storia interessante. Ogni mattina veniva svegliato alle 6:00 da due colpi di clacson di un veicolo che parcheggiava sotto casa sua. Una mattina, incuriosito da quell’evento che si ripeteva tutti i santi giorni, si è affacciato alla finestra qualche minuto prima delle 6:00.

“Che cos’ha visto? Decine di indiani che aspettavano sul marciapiede. Poi, alle 6:00, è arrivato un furgone che, non appena parcheggiato, ha dato i due colpi di clacson. Questi ultimi erano assolutamente inutili, perché i braccianti erano già presenti sul posto, ma avevano la finalità, i due colpi di clacson, di affermare il seguente concetto: ‘Qui comando io‘.

“Una mattina d’estate, il nostro amico dormiva con la finestra aperta per il troppo caldo. Alle 6:00, sentiti i due colpi di clacson, si è alzato dal letto esasperato e si è fiondato alla finestra gridando: ‘La vuoi finire con questo clacson tutte le mattine! Devo prendere il fucile o chiamare i carabinieri? Decidi tu’.

Il caporale, da quel giorno, non ha più suonato il clacson alle 6:00 di mattina. ‘Lontano dagli occhi, lontano dal cuore’ “.

Rompere gli schemi

“Ecco, – prosegue la nota – invece il Terracina Social Forum vuole con la massima determinazione che questo velo si sollevi. Non accettiamo più che, dalle nostre parti, le minacce le debbano subire solo i giornalisti coraggiosi che denunciano questi eventi e questo malaffare, come il nostro amico Marco Omizzolo, mentre le forze politiche, di maggioranza, di opposizione, di opposizione al di fuori del consiglio comunale, rimangono completamente silenti per questioni di puro calcolo elettorale, tranne pochissime e lodevolissime eccezioni.

“Invitiamo, poi, i nostri concittadini a segnalare qualsiasi irregolarità in cui s’imbattono (o di cui hanno eventualmente notizia) alle forze dell’ordine, ma anche alle associazioni antimafia presenti sul territorio, ad esempio Libera o l’associazione Caponnetto. Queste ultime, infatti, dopo anni e anni di esperienza, sanno anche come riuscire a superare i cosiddetti ‘porti delle nebbie’.

Noi abbiamo fiducia nel popolo. Ma il popolo – conclude Villa – deve capire, una buona volta, che gli stanno togliendo tutto“.

(Il Faro on line)