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Emergenza smaltimento rifiuti in provincia di Latina, 19 sindaci scrivono a Zingaretti

19 gennaio 2018 | 14:01
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Emergenza smaltimento rifiuti in provincia di Latina, 19 sindaci scrivono a Zingaretti

Nella lettera, i sindaci hanno avanzato alcune ipotesi di intervento per cercare di contenere l’emergenza sia dal punto di vista ambientale che economico.

Provincia di Latina – Con il sequestro della S.E.P. di Pontinia prima e quello della ex Kyklos (oggi Acea Ambiente) di Aprilia poi, la crisi dello smaltimento rifiuti in provincia di Latina è diventata ancor più allarmante, tanto da diventare una vera e propria emergenza.

A questo proposito, nella speranza di sollecitare una tempestiva risoluzione, il 17 gennaio 2018 19 sindaci della Provincia pontina (i rispettivi Comuni di appartenenza sono: Pontinia, Latina, Aprilia, Sabaudia, Terracina, Fondi, Itri, Minturno, Sermoneta, Sonnino, Bassiano, Maenza, Monte san Biagio, Lenola, Gaeta, Roccasecca dei Volsci, San Felice Circeo, Prossedi, Santi Cosma e Damiano) hanno scritto una lettera al presidente della Regione, Nicola Zingaretti.

Di seguito riportiamo il testo della stessa:

“Caro Presidente,

ti è certamente noto che, a seguito dei due recenti sequestri operati dalla Magistratura agli impianti dove molti gestori del servizio di igiene urbana nei nostri Comuni conferivano la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu) provenienti da raccolta differenziata, sta comportando rilevanti problemi gestionali, sia in termini organizzativi che economici. Prima il sequestro della S.E.P. di Pontinia e poi quello della ex Kyklos (oggi Acea Ambiente) di Aprilia, stanno imponendo da un lato la spasmodica ricerca di altri impianti fuori Regione dove realizzare  lo smaltimento, dall’altro si stanno determinando imprevisti costi aggiuntivi per le nostre casse comunali; costi che ormai si sono raddoppiati rispetto a quelli precedentemente programmati e inseriti in tariffa. Questa situazione di fatto sta annullando e se persiste annullerà, i vantaggi economici e ambientali che la Regione Lazio intende perseguire con il  “Bando per le misure a favore delle attività di compostaggio e auto-compostaggio per la riduzione della frazione organica per i Comuni del Lazio e Roma Capitale”, pubblicato nello scorso mese di luglio; bando al quale molte amministrazioni che qui rappresentiamo hanno aderito con prontezza e convinzione, presentando un progetto collettivo, innovativo e ambizioso che intende perseguire i medesimi obiettivi contenuti nel bando stesso.

Coraggiosamente la Regione, con tale bando, ha messo in campo per il triennio 2017-2019 significative risorse per far acquisire ai Comuni, tra l’altro, “impianti di compostaggio della frazione organica biodegradabile dei rifiuti urbani, utile alla produzione di compost, per consentirne il susseguente utilizzo da parte delle utenze conferenti, recuperare energia rinnovabile e diminuire i rifiuti urbani residui da trattare e smaltire.”

Lungi da noi qualsiasi idea di mettere in discussione le iniziative e i provvedimenti della Magistratura (che rispettiamo e facciamo nostre) è di tutta evidenza comunque che la situazione venutasi a creare con la chiusura forzosa dei suddetti impianti, sta costringendo le nostre Amministrazioni a un esborso economico che potrebbe vanificare, se non addirittura compromettere durevolmente, i vantaggi potenzialmente derivabili dall’approvazione dei progetti presentati anche da altre amministrazioni, in risposta al medesimo bando. Inoltre conseguenza inevitabile di tale situazione è la riduzione dei significativi risultati raggiunti dalla maggior parte dei comuni in termine di frazione percentuale differenziata.

L’incertezza nei tempi di definizione e di soluzione delle problematiche igienico-ambientali che hanno imposto tali chiusure determina a cascata una mancata definizione delle poste di bilancio (PEF sui rifiuti, in particolare) che le nostre amministrazioni sono chiamate ad approvare entro il prossimo mese di febbraio. La considerazione vale soprattutto in riferimento agli obiettivi di legge che tutti i Comuni sono obbligati a rispettare rispetto alla raccolta differenziata, per la quale la Forsu rappresenta la componente principale.

Alla luce di tutto ciò, con la presente, è nostra intenzione avanzare le seguenti ipotesi di intervento:

1)      Istituzione immediata di un tavolo tecnico-operativo a livello regionale, anche con l’eventuale partecipazione dei rispettivi Prefetti, che metta in campo tutte le soluzioni di smaltimento individuabili a breve termine e al minor costo possibile;

2)      Contributo “una tantum” della Regione a sostegno dei costi aggiuntivi in essere (le risorse potrebbero essere reperite, in ipotesi, tra somme che sono state messe a disposizione per il Bando e che sono risultate eccedenti rispetto ai progetti presentati);

3)      Autorizzazione in deroga a conferire presso altri impianti di compostaggio esistenti nella Regione Lazio per un tempo limitato (tre mesi) che permetta una definizione dell’eventuale riapertura degli impianti posti sotto sequestro;

4)      Ipotesi di normativa specifica e di incentivazione a breve termine di smaltimenti attraverso macchine dissipatrici e disseccanti della frazione organica, in grado di eliminare buona parte del peso (costituito in gran parte da acqua) nei medesimi rifiuti.

5)      Discutere la possibile costituzione di una futura A.t.o. per il compostaggio tra comuni omogenei ed interessati, per l’abbattimento dei costi di conferimento e una garantita gestione degli impianti stessi.

Per tutto quanto su esposto attendiamo tuoi cortesi e solleciti riscontri e relative determinazioni.

Cogliamo l’occasione per porgerti i nostri cordiali saluti ed i migliori auguri di un buon anno.”

(Il Faro on line)