Asl Roma 3, arrivano gli infermieri ma non per il Grassi. Giallo su un bando di mobilità interna

22 gennaio 2018 | 10:00
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Asl Roma 3, arrivano gli infermieri ma non per il Grassi. Giallo su un bando di mobilità interna

Casalbernocchi – Servono infermieri al Grassi ed è l’azienda sanitaria ospedaliera San Camillo Forlanini ad attivarsi per trasferirne una ventina dal San Camillo agli ambulatori romani di Portuense e Monteverde.

E’ il senso del singolare bando di reperimento del personale lanciato dal Dipartimento delle Professioni dell’azienda sanitaria ospedaliera San Camillo-Forlanini il 27 novembre scorso. L’oggetto è “Manifestazione d’interesse per collaboratori professionali sanitari – infermieri”. Il testo è chiaro: “Questa Direzione ha necessità di acquisire da personale con qualifica di collaboratore professionale sanitario-infermiere, rapporto di lavoro a tempo indeterminato, già assegnato presso ambulatori aziendali ovvero impiegato nelle attività non specificatamente assistenziali con profilo orario h12, per prestare la propria attività presso i distretti Asl Roma 3 limitrofi all’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini elencati nell’allegato. I dipendenti interessati, in possesso dei requisiti richiesti, devono presentare entro 10 giorni dalla data della presente comunicazione la propria disponibilità con nota indirizzata al direttore del dipartimento delle professioni sanitarie presso la medesima segreteria utilizzando il modulo allegato”.

BANDINO

Nel distretto del XII Municipio (via Ramazzini e via Portuense) sono destinati 15 infermieri:  5 per i Pua (Punti unici di accesso), 7 per i poliambulatori 2 per i Centri vaccinali. Nel distretto dell’XI Municipio (via Volpato, via Vaiano e via Portuense)  ne servono 5 di infermieri: 3 per i Pua, 1 per il poliambulatorio e 1 per il Centro vaccinale.

Sulla vicenda i sindacati Cobas della Asl Roma 3 hanno rilanciato un documento del 2014 sempre attuale. “Nessuno può negare l’esigenza e la necessità di adottare provvedimenti urgenti per affrontare ‘l’oggi’, anche attraverso lo strumento della mobilità – sottolineano i Cobas – ma questo può e deve essere realizzato e attuato in modo equo e trasparente, non solo nel rispetto delle normative contrattuali e di legge, ma anche della dignità umana e lavorativa di chi, in tutti questi anni, ha garantito con competenza e professionalità, in assenza di ogni capacità e volontà di indirizzo e di direzione, l’assistenza e il diritto alla salute delle persone confrontandosi tutti i giorni con le difficoltà, con il disagio e la sofferenza, operando con strumenti e spazi, spesso inadeguati e per di più in condizioni disagevoli (attrezzature tecnico/informatiche obsolete, sistemi informatici inadeguati, carenza di ausili sanitari, telini da lettino per le visite, toner e persino sapone e carta igienica nei bagni, ecc., ecc.). Per cercare di uscire dalla logica emergenziale, la Direzione Aziendale nel suo insieme deve definire la propria strategia aziendale, favorendo processi partecipativi e democratici, cercando di realizzare e tutelare, attraverso l’individuazione delle priorità e degli obiettivi in relazione alle attività, alle strutture, ai servizi e alla verifica del corretto rapporto della dotazione organica di tutte le figure professionali necessarie (mediche, infermieristiche, ausiliarie, tecniche e sociali), una migliore e più adeguata risposta ai bisogni di salute delle persone”.