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Di Pietro, ‘Renzi mi ha fatto fuori perché non voglio l’inciucio con Berlusconi’

29 gennaio 2018 | 12:24
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Di Pietro, ‘Renzi mi ha fatto fuori perché non voglio l’inciucio con Berlusconi’

L’ex magistrato è intervenuto davanti ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Renzi preferisce il pregiudicato Berlusconi al giustizialista Di Pietro. Non mi ha candidato perché mi sarei opposto all’inciucio che farà con Berlusconi”. Così Antonio Di Pietro, intervenuto questa mattina ai microfoni di ECG, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.

L’ex magistrato è stato infatti escluso dalle liste dei candidati del Partito Democratico:”Berlusconi è il più coerente di tutti. Quando è esplosa Mani Pulite è entrato in Parlamento per cambiarsi le leggi. Ha trovato la via per fregare tutti quanti. Una prima precisazione: io non ho chiesto al Partito Democratico di candidarmi. Nel mio Molise volevo candidarmi come indipendente nel centrosinistra”.

“Il Pd regionale -prosegue- ha fatto una mozione specifica per candidarmi in una realtà indipendente di centrosinistra. Poi quando hanno portato il mio nome alla direzione nazionale del partito l’altra sera, Renzi ha detto ‘non candiderò mai quel giustizialista di Di Pietro finché sarò segretario’. Io avevo messo una condizione alla mia candidatura, quella che non avrei mai votato l’inciucio tra Renzi e Berlusconi. Renzi per questo non mi ha candidato, ma io alla mia età, dopo tutto quello che ho fatto, non vado a vendermi l’anima”.

‘Partito che non dà spazio a voci libere non è partito’

Di Pietro è amareggiato: “Do per scontato l’inciucio tra Renzi e Berlusconi dopo le elezioni. La cartina di tornasole è la mia esclusione, io sarei stato un voto contro. Tutti stanno rilevando, basta vedere quello che dice Sposetti al Fatto Quotidiano, che non si rispettano i territori e le minoranze.

Il Pd regionale del Molise che è venuto a chiedermi il favore di candidarmi è un Pd renziano. Lui ha umiliato i suoi stessi collaboratori, porta solo yes man in Parlamento. Così viene a mancare la democrazia stessa. Nel centrodestra Berlusconi mette i suoi personaggi, lo stesso Movimento Cinque Stelle fa le primarie ma poi le aggiusta. Il Pd cancella dalle liste quelli che non la pensano come il segretario nazionale.

In questo momento stiamo attraversando un pericoloso difetto della democrazia. Un partito che non dà spazio alle voci libere non è un partito, ma semplicemente un gruppo di yes man che pur di andare in Parlamento sono disposti a vendere l’anima al diavolo”.

(Il Faro On line)