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X Municipio, vigili di quartiere e postazioni nell’entroterra: i sindacati dicono no

29 gennaio 2018 | 11:18
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X Municipio, vigili di quartiere e postazioni nell’entroterra: i sindacati dicono no

Riaprire i presidi chiusi di polizia locale, per i sindacati dei vigili è un “impoverimento degli standard di servizio”. Tutto fermo per la nuova caserma nella ex Gil di Ostia

Ostia – Il X Municipio approva la riapertura dei vecchi presidi di Polizia locale nell’entroterra ma per i sindacati dei vigili urbani la proposta è sconveniente e riduce gli standard dei servizi resi al cittadino. Intanto è tutto fermo nell’operazione di restauro e riconversione dell’ex Gil di Ostia a caserma della Polizia locale.

E’ stata approvata dal Consiglio del X Municipio, anche con il contributo dell’opposizione, una risoluzione del Movimento 5 Stelle che impegna la presidente Giuliana Di Pillo ad attivarsi presso il Comune di Roma e presso il comando del Corpo di Polizia locale di Roma Capitale a “ripristinare nell’entroterra i vecchi presidi dei vigili urbani”. L’obiettivo è , in questo modo, di garantire “la presenza dei Vigili Urbani, una presenza importante, considerata la criticità di alcune zone dell’entroterra in termini di viabilità, sicurezza urbana e commerciale.

Il progetto, al momento, appare abbastanza fumoso in quanto nel passato un solo presidio della polizia locale decentrato ha funzionato, quello di piazza di Capel Venere ad Acilia. A quello faceva capo il progetto sperimentale dei vigili di quartiere, esperimento svolto anche a Ostia Antica con agenti che partivano però dalla caserma “Calcioli” di Ostia.

L’iniziativa intrapresa dal X Municipio, però, ha trovato la ferma contrarietà della Cisl, il sindacato più rappresentativo del gruppo Roma X Mare dei vigili urbani. “Abbiamo appreso che questa amministrazione ha approvato una mozione tesa allo smembramento del Comando della Polizia Locale del Decimo Mare sulla scorta della effimera idea di portare i servizi alla città, creando distaccamenti polverizzati sul territorio – commenta Raffaele Paciocca, delegato della CislL’idea, seduttiva per la politica incapace di pragmatismo, crea una sterilizzazione sistemica del lavoro della Polizia Locale ed un impoverimento grave dello standard del servizio. Un distaccamento funziona se, oltre allo stanziamento di risorse umane, è fornito di una dotazione strumentale, tecnologica e di un proprio parco auto che lo rendono realmente operativo, efficace ed autonomo. In passato l’esperimento, per nulla originale e perseguito da amministratori del PD, ha prodotto solo un formale fronte operativo incapace di fornire servizi reali alla città non solo perché la dotazione di risorse umane era insufficiente, ma anche perché il parco auto era ridottissimo (due vetture che venivano usate a turno), la manutenzione logistica inesistente (uno degli agenti si portava le chiavi a casa), la funzionalità tecnologica risibile (solo una linea telefonica)”.

Si apre, poi, – continua Raffaele Paciocca – un profilo che non riusciamo a comprendere, fino in fondo, in ordine alla collocazione materiale : da sempre siamo impegnati a chiedere formalmente la dismissione del fitto passivo e la sistemazione logistica in edifici istituzionali e pubblici e ci viene il sospetto che vi sia un disegno che infranga queste nostre rivendicazioni. Gli agenti e gli ufficiali della Polizia Locale non possono stare in “negozietti privati” o piccole sedi di privati, anche concessi gratuitamente, sparse qua e là, perché questa è una pianificazione che non sarebbe accettabile neppure se vi fossero 500 agenti ed il triplo delle moto e delle vetture a disposizione. Allo stato attuale abbiamo, per un numero ridotto di operatori, le password per la motorizzazione e abbiamo contingentati perfino gli agenti con responsabilità per maneggio valori (sono tre in tutto il comando)! Figuriamoci per ritirare un incidente il cittadino dovrebbe venire almeno quattro volte e pur percorrendo un minor tragitto di strada non avrebbe la garanzia di avere in turno l’agente contabile. Servono misure concrete come l’aumento del numero degli agenti in servizio nel Decimo Municipio, un maggior investimento sulle dotazioni tecnologiche e su quelle per la mobilità anche con situazioni innovative come scooter o biciclette. Serve altro che disperdere e polverizzare  la polizia locale sul territorio. Questo passaggio, senza le cautele richiamate, sarà solo uno spot politico senza ritorni reali per la cittadinanza che non avrà la agognata ‘redistribuzione dei servizi’ ma solo un incremento degli oneri (si pensi alla vigilanza notturna delle caserme per la quale vanno spese almeno due/tre unità a turno). Facciamo appello ai cittadini perché l’incremento ed il miglioramento dei servizi non passa attraverso misure meramente formali, simboliche  ed affatto originali, ma per impegni seri e pianificati con le parti sindacali”.

Il corpo centrale all'ingresso dell'ex GIL di corso Duca di Genova a Ostia

Il corpo centrale all’ingresso dell’ex GIL di corso Duca di Genova a Ostia

Intanto nessuna novità giunge sul fronte del restauro e riconversione dell’ex GIL di corso Duca di Genova a Ostia. E’ in quell’edificio storico che verranno trasferiti (dopo 500 giorni di cantiere previsti) i vigili urbani del gruppo Roma X Mare. L’11 settembre 2017 i rappresentati del X Municipio, la sindaca Virginia Raggi e il governatore Nicola Zingaretti, presenti il questore ed il prefetto di Roma, hanno sottoscritto un protocollo per il riuso dell’ex GIL con una dotazione di 13 milioni di euro per le opere necessarie. Al momento non risulta ancora lanciato il bando per l’avvio dei lavori.