Ostia, il procuratore capo Pignatone: “Infondato dare il merito degli arresti Spada alla testata”

30 gennaio 2018 | 12:42
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Ostia, il procuratore capo Pignatone: “Infondato dare il merito degli arresti Spada alla testata”

Il procuratore capo Giuseppe Pignatone risponde alle accuse di interventi contro la mafia di Ostia solo dopo la testata al giornalista Rai

Ostia – Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, non ci sta a far passare la magistratura legata alle pressioni mediatiche. E contrattacca. Gli arresti di 32 persone, tutte legate al clan Spada, sono arrivati al termine di “lunghe e approfondite indagini sui clan di Ostia” svolte da magistrati e forze dell’ordine che da anni “hanno raccolto le prove per poterne affermare il carattere mafioso“.

Pignatone questa replica l’ha messa nero su bianco in una lettera recapitata al quotidiano La Stampa, per rispondere a quanto apparso domenica in una rubrica del quotidiano in cui si sosteneva che l’episodio della “testata” del 7 novembre ai danni del giornalista Rai, Daniele Piervicenzi,affibbiata da Roberto Spada,fosse stato utilizzato, se non ‘montato’, per accelerare i provvedimenti come se quell’episodio, e il suo contraccolpo, avesse fatto crollare il muro degli indugi e dilazioni contro i detentori del potere mafioso“. Per Pignatone queste affermazioni “oltre che ingenerose, sono infondate“. “In questo settore – spiega il capo dei pm romani – le indagini non si esauriscono certo in pochi mesi o addirittura in poche settimane: esse si basano su mesi e mesi di intercettazioni che bisogna ascoltare, trascrivere e soprattutto comprendere e riscontrare, anche alla luce della rilettura di atti di altri processi; sull’acquisizione di decine di testimonianze e di centinaia di documenti; sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, quando ci sono, che devono essere adeguatamente verificate“.

Secondo Pignatone, “è necessario ricostruire il contesto di relazioni e rapporti in cui si inseriscono i singoli fatti criminosi e in cui essi – spiega il magistrato – assumono quelle caratteristiche che consentono di contestare il reato di associazione mafiosa; questione ancora più complessa quando si tratta delle mafie tradizionali del Meridione d’Italia“. Se oggi, conclude il procuratore, «‘sembra che tutto fosse già chiaro per procedere a fondo’ è solo grazie a un lavoro di anni e non certo all’improvvisa decisione di approfittare dell’attenzione dei media“.

ROBERTO.SPADA

Naturalmente tutti i provvedimenti assunti dalla magistratura dovranno superare il dibattimento processuale, dove le prove diventano responsabilità e, quindi, condanne. Indubbiamente, però, il clamore mediatico sollevato dalla testata unito al particolare clima elettorale, sia delle elezioni per il rinnovo del X Municipio dopo due anni di commissariamento che ora per le Politiche e le Regionali, hanno offerto un tale palco da trasferire una vicenda locale in scenario di caratura nazionale.