Il ricordo di Gandhi |
Cronaca Locale
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Ricordando Gandhi, 70 anni dopo

30 gennaio 2018 | 05:00
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Ricordando Gandhi, 70 anni dopo

L’iniziativa del Movimento Nonviolento si terrà martedì 30 gennaio dalle ore 18:30 in Viale delle Meduse 63a

Sono passati 70 anni dall’assassinio dell’apostolo della nonviolenza avvenuta il 30 gennaio 1948. Il Movimento Nonviolento – Roma vuole ricordarlo con un’ora di letture, riflessioni e convivialità presso la Biblioteca per la nonviolenza martedì dalle ore 18:30.

Non aveva partecipato ai festeggiamenti per l’indipendenza indiana, dopo averla conquistata con il satyagraha (la forza della verità o nonviolenza), perché la separazione tra India e Pakistan era per lui una grande sconfitta. È stato assassinato da un giornalista indù, alla testa di un complotto, che non gli aveva perdonato la sua azione per la riconciliazione religiosa e la sua apertura ai musulmani. Gandhi, che era di religione indù, fu considerato dai fondamentalisti di entrambe le parti come un traditore. Sono passati 70 anni, da quel 30 gennaio del 1948, e il fondamentalismo religioso è ancora un pesante ostacolo per tanti processi di pacifica convivenza […] Oggi il mondo è nuovamente sull’orlo del baratro atomico. Papa Francesco, fortemente impegnato per il disarmo nucleare, ha detto “Sì, ho veramente paura, siamo al limite”, ed il bollettino degli scienziati atomici ha spostato in avanti l’orologio dell’Apocalisse a due minuti dalla mezzanotte!

La mobilitazione contro la guerra (intendo contro tutte le guerre, fatte da chiunque per qualsiasi motivo e con qualunque arma) è coerente e vincente solo se fatta con i mezzi della nonviolenza. “La guerra è il più grande crimine contro l’umanità”.

Gandhi condanna il ricorso alla guerra, senza appello, e ci indica anche il metodo giusto alternativo: “Si dice: i mezzi in fin dei conti sono mezzi. Io dico: i mezzi in fin dei conti sono tutto”. Dunque la nonviolenza di Gandhi è soprattutto prassi, azione, sperimentazione. Tutta la sua vita è spesa in questa ricerca, tanto da intitolare la sua autobiografia “Storia dei miei esperimenti con la verità”. Il mondo è solo all’inizio dell’esplorazione delle potenzialità della nonviolenza, la sola via che può salvare l’umanità.

(Il Faro on line)