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Erri De Luca a Ostia incontra gli studenti del Liceo Scientifico Enriques

20 febbraio 2018 | 16:04
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Sono volate in un soffio le due ore e oltre che il poeta e scrittore Erri De Luca ha dedicato agli studenti di cinque classi del Liceo Enriques di Ostia

Ostia – Un silenzio quasi religioso, una platea rapita e attenta e sul palco Erri De Luca. Sono volate in un soffio le due ore e oltre che il poeta e scrittore ha dedicato agli studenti di cinque classi del Liceo Enriques di Ostia, tra quelli radunati nell’aula magna e quelli in teleconferenza dalle aule.

Un incontro che si è aperto con la lettura da parte dell’autore della poesia “Considero valore”, tema ispiratore della conferenza organizzata per dar modo ai ragazzi di confrontarsi su argomenti complessi e sul loro significato ma con la possibilità di farlo incontrando autori o personalità del mondo dell’arte, della cultura e della scienza.

Una organizzazione complessa, quella di queste conferenze, messa in piedi e portata avanti da tre operose professoresse del liceo: Germana Cernicchi professoressa di matematica e fisica, Silvia Filippi di storia e filosofia e Lucia Guglielmi insegnante di italiano e latino. Attività voluta e supportata anche dal preside dell’istituto il professor Antonio Palcich.

A parlare di sé quasi senza sosta un De Luca generoso con i ragazzi che ha donato agli studenti le sue convinzioni sull’importanza del valore, del significato delle parole e aneddoti sulla sua vita. Che gli ha detto di aver letto un camion di libri, di aver ascoltato le storie dei vecchi e di star sempre alla finestra a vedere ciò che succede fuori.

Un fiume di parole che li ha trasportati nel tempo e nello spazio mentre ricordava che da ragazzino era un cattivo studente a Napoli, che per un periodo della sua vita ha fatto il muratore e di quando viaggiava per le missioni di pace nella città di Mostar in Bosnia ed Erzegovina. Un poeta che ha donato ogni centimetro di sé fino ad una commozione celata, ma che non è sfuggita agli occhi attenti di chi lo osservava stupito, mentre leggeva per i ragazzi la sua poesia “Mamm’emilia” a commiato della mattinata.