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Mondiali Indoor, Alessia Trost bronzo nel salto in alto, ‘Ho sempre creduto in questa medaglia’

2 marzo 2018 | 19:16
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Mondiali Indoor, Alessia Trost bronzo nel salto in alto, ‘Ho sempre creduto in questa medaglia’

E’ ancora una donna a salire sul podio. L’Italia Team dell’atletica festeggia la Trost di bronzo a Birmingham. Dopo la premiazione, le sue parole di soddisfazione

Il Faro on line – Aveva stupito Alessia, già nel 2009. Con la sua prima medaglia mondiale giovanile, aveva segnato un solco importante nella storia dell’atletica leggera azzurra. La nuova Sara Simeoni, dopo la grande Antonietta Di Martino. Si era poi ripetuta nel 2012 nella categoria juniores. Prima ancora e ai Mondiali di Barcellona.

In seguito, ha vinto due ori europei under 23, una medaglia d’argento olimpica giovanile e una continentale indoor. Migliore misura conquistata, quella di 1,98 nel 2013. Dopo Rio 2016, ha cambiato il suo allenatore. La scomparsa di Franco Chessa ha lasciato un vuoto non indifferente.

Si è trasferita ad Ancona allora e insieme a Marco Tamberi, ha puntato di nuovo al saccone, sognando di riprendersi il primo gradino.

E’ partita per Birmingham, con l’invito della Iaaf in tasca e convocazione automatica in Nazionale. Non è arrivato l’oro giovedì sera, ma ugualmente un alloro iridato per lei, si è fatto strada. Finale diretta agli Indoor mondiali, dove in questi giorni si stanno affrontando i migliori campioni del pianeta e la campionessa delle Fiamme Gialle è presa il terzo posto. Un bronzo scintillante al collo, che ha regalato al suo viso, uno splendido sorriso di chi sa di valere in pedana.

Un 1,93 centrato al secondo tentativo. Perfetto e pulito. Leggero. Come lei. Ma pesante, in bacheca e in palmares. Ha parlato allora Alessia, dopo la premiazione avvenuta sotto al tetto dell’Indoor Arena: “Sono veramente contenta – ha detto, come riportato dal sito ufficiale della Fidal – ci ho sempre creduto in questi anni, mettendoci tanto, senza magari vederlo tornare indietro. Sono consapevole che quella  del bronzo, non è una grande misura, ma anche se è un momento di passaggio, me lo prendo tutto ed è una grossa motivazione per cercare di fare ancora meglio e sono contenta come un bambino alla prima gara, che ha portato a casa la medaglia! Una gara molto strana, credo che la pedana sia reattiva e molto veloce, ma non tutte siamo riuscite a interpretarla bene. Ci sono stati molti errori e superare le misure presto ha fatto scalare posizioni”. Parlando della sua gara e dell’1,96 sfumato, spiega: “Mi dispiace per i tentativi a 1,96 perché ci credevo, ero molto concentrata anche all’ultima prova in cui sono riuscita a cambiare salto e finalmente è venuto fuori un salto diverso da quelli visti durante la stagione. C’è un pizzico di rammarico per l’errore iniziale, ma c’era bisogno di prendere le misure, sono più dispiaciuta per quelli a 1,96. Vorrei dedicare la medaglia a tante persone, ma non ci fermiamo qui”.

Raccontando i cambiamenti di ambiente e di allenatore, la friulana ha aggiunto: “Il cambiamento dell’ultimo anno e mezzo è stato soprattutto dal punto di vista emotivo e motivazionale, perché è stata dura pensare di portare avanti un progetto senza ottenere risultati. Sicuramente questa medaglia è una motivazione per fare meglio, mi ha dato l’idea che si può essere lì a combattere, e che molto semplicemente l’atletica è bella. Penso a portare avanti il progetto tecnico che abbiamo iniziato perché stiamo lavorando tanto e questa medaglia non cambia niente, ci dice che stiamo andando nella giusta direzione: mi manca ancora la sicurezza ad alcune misure, lo stacco e gli ultimi tre appoggi, continueremo a lavorare”.

Foto : Fidal/Colombo