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Quella foto simbolo di Aldo Moro che segnò la storia dell’informazione in Italia

15 marzo 2018 | 22:35
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Quella foto simbolo di Aldo Moro che segnò la storia dell’informazione in Italia

Lo scatto di Maurizio Piccirilli ricordato da un articolo dell’Adn Kronos.

Roma – Nel ’78 quella foto, lo scatto di via Caetani, con la R4 rossa abbandonata dai brigatisti, e il corpo di Moro, raggomitolato nell’angusto bagagliaio, fu l’ultimo atto mediatico, quello che mise fine alla ricerca di notizie sulla sorte di Aldo Moro, rapito il 16 marzo a via Fani – 55 giorni prima – dagli uomini delle Brigate Rosse.

Una foto che porta la firma di Maurizio Piccirilli, allora giovane freelance con la sua Nikon: “Una immagine dura – dice all’AdnKronos – che oggi forse non sarebbe facile vedere, perché le norme sulla privacy potrebbero mettere il bavaglio. Mentre io credo che dandola, abbiamo mostrato agli italiani il volto del terrore, quello che stava succedendo”.

Quella mattina, il nove maggio di 40 anni fa, sono due fotoreporter a poter scattare quella foto-simbolo: oltre a Maurizio Piccirilli, all’epoca 24enne, Gianni Giansanti, altro freelance che di anni ne aveva 22. Entrambi riescono a superare il cordone di sbarramento delle forze di polizia, arrivate dopo la segnalazione dell’auto con un corpo all’interno.

Ospite del portiere del palazzo, scatta mentre gli agenti tentano lo stop

“Riuscii ad entrare nel mezzanino del portiere dello stabile di via Caetani, che aveva due finestre, entrambe si affacciavano in una posizione perfetta per le nostre Nikon”, aggiunge Piccirilli. “Per noi è una scena caravaggesca – dice il fotografo – fotografiamo quel corpo adagiato, avvolto nella coperta, con vestito di grisaglia, con il gilet e la barba di qualche giorno, con il viso che sembrava mostrare un mezzo sorriso”.

“Scattiamo una foto dopo l’altra, a volte rientriamo perché i poliziotti ci dicono di smetterla – ricorda – . Poi arriva Cossiga, guarda dentro la R4 e si mette le mani nei capelli, con lui c’è il prete della chiesa del Gesù, che è a pochi passi”.

“Ormai è certo che si tratta di Moro: altri 5 o 6 fotografi, ma della scientifica, fanno i rilievi, mettendosi in semicerchio intorno alla R4, poi si avvicina un’ambulanza dei vigili del fuoco. Il corpo viene messo sulla barella portato via”. A quel punto Piccirilli arriva al ‘Tempo’, in laboratorio si sviluppano le foto che i giornali daranno poi nelle edizioni straordinarie.