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Cronaca Locale
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Ardea, più rispetto e dignità per la terra dei Rutuli, culla della Civiltà Romana

10 aprile 2018 | 23:47
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Ardea, più rispetto e dignità per la terra dei Rutuli, culla della Civiltà Romana
Ardea, più rispetto e dignità per la terra dei Rutuli, culla della Civiltà Romana
Ardea, più rispetto e dignità per la terra dei Rutuli, culla della Civiltà Romana

Il reportage apparso su ‘Millenium’, periodico de ‘Il Fatto Quotidiano’, ha sollevato non poche polemiche tra i cittadini di Ardea che non accettano l’etichetta di terra di mafiosi

Ardea – Il reportage sul mensile “Millenium” de “Il Fatto Quotidiano“, mentre sembra voler raccontare un spaccato della storia di Ardea, dai primi anni del ‘900 ad oggi e nello specifico, della località balneare di Tor San Lorenzo, dagli anni ’50 in poi, dove, stando a quanto si legge, risiedevano personaggi vicini alla mafia, in realtà, sembrerebbe Milleniumpiù costruito per dare voce e visibilità al Sindaco attuale, Mario Savarese.

E’ bene precisare che, è difficile negare che negli anni ’70/’80 il quadrante di Ardea era diventato un territorio dal quale si controllava la malavita organizzata della Capitale. Così come è vero che molto sul territorio è stato fatto negli anni in ragione della criminalità. Numerosi sono stati gli arresti e i beni sottratti al patrimonio delle stesse organizzazioni criminali e a tal proposito, ricordiamo come alcune strutture edili residenziali nel territorio Rutulo, sono state fatte diventare oggi patrimonio di tutti e nelle quali si svolgono attività socio assistenziali (es. casa famiglia Iqbal e Gruppo di appartamento). Diverse le strutture sottratte alle famiglie del crimine, come ad esempio quelle Gruppo di Appartamentosequestrate ai casamonica, ‘ndrangheta e camorra lo scorso anno a Roma ed in parte ad Ardea nell’operazione di polizia denominata “all’Ombra del Cupolone“. Ecco…Roma, appunto. Ad indicare che tutto il mondo è un paese e ci sembra eccessivo, quindi, puntare il dito oggi su Ardea, quasi come voler riaprire una ferita del passato, seppur profonda, che si sta cercando man Ardea_Recupero_mafia_2mano di risanare, rimarginare. Sicuramente, ad Ardea c’è stato un incremento demografico negli ultimi anni che ha fatto migrare molte persone dalla Capitale nel Comune dell’agro Pontino e la maggior parte di queste persone, così come quelle già residenti da generazioni sul posto, sono brava gente che nulla hanno a che vedere con storie di Mafia, ‘Ndrangheta e Camorra.

SavareseCosì che, non è poi molto inverosimile, pensare che, rivangando nel passato, si possa cercare di offuscare, da una parte il vero degrado attuale che oggi il Comune vive sotto ogni punto di vista, ambientale, edilizio, urbanistico, sanitario, scolastico, senza trascurare quello della viabilità e della sicurezza e tanto altro ancora e che non è da ricondurre esclusivamente al passato; dall’altra, pensare che si voglia assolvere lo stesso Sindaco e la sua Giunta da una possibile inefficienza e inefficacia della loro azione politica ed amministrativa in quasi un anno di gestione locale. Quest’ultimo dato, non è frutto di costruzioni e/o polemiche, piuttosto, è un dato che rileviamo dall’insoddisfazione dei cittadini i quali, tra le varie proteste e manifestazioni pubbliche per lamentare la mancanza di servizi, sono anche arrivati ad occupare la sala consigliare per circa una settimana, nello specifico, a causa della soppressione del trasporto scolastico dei ragazzi disabili e del servizio Aec.

AECE allora, non è per caso che quest’ultimo reportage apparso su “Millenium”, abbia voluto continuare a percorrere la linea già tracciata dalla trasmissione “Piazza Pulita” de “La 7” (ricordiamo i loro reportage principalmente incentrati sul problema de “Le Salzare“), per costruire “ad hoc” un racconto del passato tendente a sollevare dalle responsabilità gli attuali amministratori che, di difficoltà ne stanno incontrando molte nella gestione del Comune e dell’intero territorio?

Ardea_storia_1_aNon è certo nostra intenzione fare un processo alle intenzioni. Ci limitiamo a rilevare dei fatti e a fare delle riflessioni su cui i cittadini possono ulteriormente ragionare. Questo reportage, alla luce di altri già passati sulle TV nazionali da diverse testate giornalistiche e che hanno dipinto, reiteratamente, il Paese di Ardea come il peggior luogo d’Italia dove vivere, qualche dubbio lo fa emergere, in merito alla bontà e incondizionata esigenza di produrre una semplice  informazione sensata di un territorio che, in realtà, nonostante le sue problematiche che possono essere accostate a quelle di molti altri Comuni Italiani, avrebbe molto altro da Ardea_Arte e Cultura_1raccontare, positivamente. Ma, forse, in questo momento, potrebbe essere più interessante per qualcuno, disegnare ancora Ardea come il crocevia nazionale ed internazionale, della malavita organizzata.

Ad incrementare la dose, nella parte centrale del reportage della rivista “Millenium”, sono le parole del Sindaco Savarese, le quali, fotografano un momento “decadente” del Comune e di come, le persone stanno scappando dal territorio di Ardea. Un territorio in stato di “abbandono“, dichiara il Sindaco Savarese – “E’ per questo che la gente sta scappando, come si evince dai tanti cartelli con la scritta “vendesi” che si incontrano in giro per la città“. Allora la domanda è, se in passato, almeno fino a giugno del 2017, data in cui si è insediato il M5S al Comune, a detta di Savarese, il boom speculativo edilizio è  il prodotto delle gestioni di Sindaci che lo hanno preceduto dal 1970 ad oggi, viene da chiedergli, lui e la sua Giunta cosa stanno facendo per far recuperare il territorio ed offrirlo “pulito” ai cittadini, evitando che questi scappino?

Ardea_storia_3_aCerto è che, continuare a raccontare Ardea per il suo degrado e disegnarla come residenza di pregiudicati, anziché raccontare la Storia, gli aspetti socio-culturali e le bellezze naturali che questo territorio offre, non solo scatta un’istantanea, quanto meno  destabilizzante ma, proprio insistendo su una descrizione così indecorosanon si incoraggiano i cittadini a rimanere, tutt’altro. Forse si ottiene l’effetto contrario. Invece di contrastare un’eventuale occupazione territoriale della criminalità, in modo che gli onesti cittadini non abbandonino il territorio, così facendo lo si concede di fatto a chi si vorrebbe eliminare o ridurre al minimo. Quindi, riprendendo le parole dello stesso Sindaco, quando parla di stato di abbandono del Paese, forse le persone stanno scappando per ben altri motivi, rispetto ad un passato storico legato a bande criminali. Forse, scappano per la mancanza di strade asfaltate, Ardea_Natura_3_aper lo stato dissestato e disastroso delle strade (laddove esiste un po’ d’asfalto), fossi di scolo non bonificati, illuminazione stradale mancante, servizi comunali sottratti al territorio (vedi delegazione di Montagnano e Tor San Lorenzo, oppure la sospensione dei servizi ai ragazzi con disabilità), mancanza di presidi Sanitari, spiagge abbandonate, tasse locali al massimo livello (tra cui spicca quella legata ad una delle ultime delibere comunali, riguardo l’aumento della tassa di soggiorno),ecc. ecc.. Allora la domanda è, chi deve garantire oggi  l’efficienza di tutto questo? E’ utile ricordare un passato, quando c’è tanto da fare nel presente?

Invece, sembrerebbe, rileggendo più volte il reportage oggetto della presente riflessione, che i cittadini stiano scappando da questo territorio perché in passato Frank Coppola è stato residente nel Comune Rutulo. Sappiamo che la corruzione, la criminalità, è estesa anche in zone, storicamente, considerate nobili, ad esempio i Parioli, Casalpalocco, l’Olgiata, Collina Flemming  a Roma, sono state spesso oggetto di testate giornalistiche per la scoperta di traffici illegali e/o residenze di noti criminali. Ad esempio, lo stesso caso dell’On. Aldo Moro e di tutto il periodo degli anni di piombo del nostro Paese, ci fanno evidenziare come, il crimine Ardea_Natura_1_aorganizzato, abbia avuto le proprie “basi logistiche”, proprio in quartieri nobili delle Capitale d’Italia. Eppure, non ci risulta che le persone stanno scappando dai luoghi che sono stati le sedi di bande e covi di criminali.

Insomma, questo ulteriore reportage, sul periodico “Millenium” se letto più attentamente e con il benefico del dubbio, potrebbe rivelare un messaggio diverso da quello che vuole raccontare.

(Il Faro on line)