Ancora vandali nell’ex convento di San Francesco a Terracina

17 aprile 2018 | 06:53
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Ancora vandali nell’ex convento di San Francesco a Terracina
Ancora vandali nell’ex convento di San Francesco a Terracina
Ancora vandali nell’ex convento di San Francesco a Terracina
Ancora vandali nell’ex convento di San Francesco a Terracina

Dopo aver rotto il lucchetto i vandali hanno messo a soqquadro l’area esterna e i locali lasciando segni evidenti del loro passaggio.

Terracina – “In questi giorni alcuni sconosciuti si sono intrufolati nelle sostruzioni romane alla base della costruzione dell’ex-convento di San Francesco dopo aver rotto il lucchetto” – a raccontare lo spiacevole episodio è il gruppo del Litorale Pontino, membro dell’associazione Wwf del Litorale Laziale.

“La vicenda preoccupa non poco i volontari del Wwf che lavorano nel sottostante parco della Rimembranza; nel passato dal vecchio ospedale ogni tanto venivano fatti oggetto di lanci di sassi, sedie, carrelli. Indisturbati i nuovi vandali hanno messo a soqquadro l’area esterna e i locali lasciando segni evidenti del loro passaggio.

Si sono introdotti nei locali manomettendo il materiale che gli scout hanno lasciato dopo essere stati costretti ad abbandonare la sede.E’ opportuno ricordare la vicenda di questo storico gruppo dello scautismo terracinese da anni senza sede e costretto ad appoggiarsi a strutture inadatte per garantire un minimo di aggregazione giovanile.

Il 27 luglio del 2017 il Wwf Litorale laziale-Gruppo Litorale pontino, in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia- sede di Terracina, l’associazione Cultura e Territorio e il Gruppo 1 degli Scout di Terracina, presentò all’Amministrazione comunale una nota con documentazione allegata in cui veniva richiesto l’inglobamento nel parco della Rimembranza dell’area in precedenza occupata dagli scout.

Tale ampliamento della Rimembranza – conclude la nota del Litorale Pontino – oltre a garantire una migliore tutela, valorizzazione, fruizione e sicurezza del parco, avrebbe garantito anche la ripresa e la continuità d’uso dell’attività educativa e didattica che nel corso degli ultimi decenni era stata svolta nell’area. Sono trascorsi nove mesi senza risposta da parte dell’Amministrazione comunale; come interpretare questo silenzio?”