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Un fiore in ricordo a Inge Manzù, prima direttrice della raccolta Manzù di Ardea

7 maggio 2018 | 18:45
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Un fiore in ricordo a Inge Manzù, prima direttrice della raccolta Manzù di Ardea

Giosuè Auletta: “ Porteremo un fiore sulla tomba di Giacomo Manzù nel parco giardino del museo di Ardea”.

Ardea – “Donna Inge Manzù, – ricorda Giosuè Auletta, dell’Ecomuseo Lazio Virgiliano – la prima direttrice della raccolta Manzù di Ardea, andava ogni giorno, dal 1992, a portare un fiore sulla tomba di Giacomo Manzù per ricordare il marito ed onorare la memoria dell’artista. Sabato 12 maggio 2018 alle 10:00 porteremo un fiore sulla tomba di Giacomo Manzù nel parco giardino del museo di Ardea, per ricordare Inge Manzù ed onorare la sua memoria con una visita al museo che contribuì a fondare nel 1969”.

“Ecco perchè sono qui da quasi 60 anni”

“Nel 1960, appena arrivati a Roma, – si legge nella presentazione del libro ‘Ardea e Manzù’ di Giosué Auletta – abitavamo sull’Aventino, poi due carissimi amici ci offrirono Casal Rotondo sull’Appia antica e, di lì, quando Manzù desiderava distaccarsi un poco dal suo lavoro mi diceva: ‘Andiamo al mare‘. Verso il mare la strada ci portava in un piccolo paese sulla collina di Ardea.

“Qualche volta ci fermavamo e attraversavamo a piedi il paese. Spesso sostavamo in una vecchia trattoria di quelle semibuie e fresche dove il vino era ancora nelle botti di legno. Fuori, su una rustica panchina, consumavamo un panino con la mortadella. Fu lì che un giorno Giacomo mi disse: ‘Inge, tra questa gente semplice, mi piacerebbe vivere. Chissà se sarà possibile trovare un terreno adatto a noi’.

“Chiedevamo alla gente del paese se vi fossero terreni in vendita. Poi un signore tanto cortese ci disse che di fronte ad Ardea c’era un grande terreno a forma di nave. Mi ricorderò sempre l’emozione di Giacomo: rimase stregato da tanta suggestiva ed aspra bellezza. Quando vide il terreno esclamò: ‘Questo posto, tra sole, mare e montagna, è fatto proprio per me e per il mio lavoro. Da qui non mi sposterò mai più. Sento che posso lavorare liberamente’.

“Quando siamo venuti ad abitare ad Ardea, Manzù non aveva pensato all’antica storia di questo luogo, ma alla sua natura selvaggia, alle rocce, alla sua straordinaria vegetazione. Poi quando, man mano nel tempo, scoprendone la storia, non poteva fare a meno di sorprendersi riconoscendo in essa antichi e misteriosi legami con il suo animo e la sua arte. Molto spesso ripeteva: ‘Come scultore ho scelto proprio il posto giusto‘. E proprio perché si sentiva come a casa sua, ha lasciato scritto per testamento di essere sepolto ad Ardea, nel giardino del suo museo, vicino a quella gente semplice e vera che lo ha accolto con discrezione e affetto e che sente privilegio di custodirne le spoglie insieme alla sua grande arte cui tutto il mondo guarda”.

(Il Faro on line)