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Ostia, street food al Pontile: pochi camion bar, adesioni degli operatori in calo

Solo 19 camion bar in questo week end per la International street food parade. Poca pubblicità e accuse degli organizzatori

Ostia – Street food parade a rischio flop per carenza di adesioni da parte degli operatori. La manifestazione autorizzata dal X Municipio in deroga al divieto di svolgere attività commerciali in piazza dei Ravennati, nel prossimo week end proporrà poco meno della metà degli stand gastronomici annunciati dagli organizzatori torinesi.

Come avevamo anticipato in questo articolo, nei giorni di venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 maggio è in programma la International street food parade in piazza dei Ravennati, al Pontile. Proposta dalla società di Torino Associazione M.A.S. e organizzata insieme con Level Up e AO Produzioni la manifestazione è stata imposta dal Gabinetto della Sindaca, Virginia Raggi, al X Municipio in deroga alla cosiddetta “zona bianca” ovvero dal divieto esistente da sempre di fare attività di vendita sul Pontile, prescrizione ribadita con una delibera della Giunta Bordoni nel 2003.

Martedì 8 maggio in X Municipio si è tenuta la commissione Controllo, trasparenza e garanzia nel corso della quale è stata fatta una grave affermazione da parte degli organizzatori. “Gli operatori hanno paura a venire a lavorare a Ostia” è in sintesi l’affermazione fatta da Alfredo Orofino davanti ad amministratori allibiti.

In un’intervista Orofino ha anche specificato che gli operatori che non hanno aderito “hanno paura della brutta gente di Ostia”. L’organizzatore ha anche specificato che un solo operatore di Ostia ha aderito all’evento e che dei tre stranieri, in particolare uno dall’Australia avrebbe giustificato il proprio diniego, sostenendo “Ostia è troppo pericolosa per me”.

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Dalle carte in nostro possesso emerge una realtà contraddittoria ovvero l’impegno da parte degli organizzatori una massiccia opera di comunicazione e promozione dell’evento. Nel dettaglio, al punto C della richiesta presentata in Campidoglio, gli organizzatori si impegnano per una campagna pubblicitaria “così composta: 1) organi di stampa (quotidiani, periodici, ecc): possibilità di acquisto spazi a pagamento per annunci, inserzioni o pagine contenenti indicazioni, immagini e informazioni dell’evento; 2) Emittenti radiofoniche: attiveremo un veicolo promozionale, sia di massa che per fasce specifiche di consumatori; 3) pubblicità esterna: utilizzo di spazi pubblici e privati, situati all’interno della città o in luoghi di particolare importanza strategica per visibilità, intensità del traffico e transito delle persone; 5) (sì, la nota ufficiale passa dal punto 3 al 5) Distribuzione di stampati: la distribuzione si rivolgerà ai punti di ritrovo maggiormente frequentati al target di riferimento; 6) Nuove tecnologie: lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie, in particolar modo di internet, fornisce nuovi strumenti pubblicitari e di comunicazione. Oltre a una possibile pagina web di riferimento dell’evento, nel quale (italiano errato n.d.r.) possono essere veicolate tutte le informazioni necessarie e attivate relazioni interattive con il pubblico, utilizzeremo mailing list e pubblicità a pagamento su siti web”.

Quanti lettori hanno notato finora pubblicità dell’evento a parte una paginetta facebook? Eppure grazie alla pubblicità ed alla promozione, hanno assicurato a Campidoglio e Municipio gli organizzatori nella loro richiesta, quelle attività avrebbero garantito “un ritorno d’immagine positivo per tutti i protagonisti del progetto (la struttura organizzativa, i partner e le Istituzioni)”.

E restano criticabili anche la proroga al divieto di attività commerciali sul Pontile ma anche l’aggiramento dell’ordinanza prefettizia del 2017 nella quale la zona è interdetta ad eventi per timore di attentati terroristici.

Questa città – commenta il consigliere delle liste civiche autonomiste, Andrea Bozziha bisogno di rilancio, di eventi ambiziosi di opportunità di valorizzazione delle nostre risorse e invece ci ritroviamo con un evento di basso livello e non proprio di qualità. Singolare anche il comportamento dell’amministrazione locale a 5 stelle: accolto a gennaio, l’evento è stato presentato a noi consiglieri soltanto a fine aprile. Le gravi affermazioni fatte dagli organizzatori hanno l’effetto paradossale che invece di farne diventare volano di pubblicità e promozione, questa manifestazione è occasione di diffusione di paure che non comprendiamo. I grillini si dimostrano sempre più improvvisati anche nella scelta della location se, come è stata presentata, questo è un evento che nasce dalla tradizione popolare, perché non si è portato nella zona di Ostia Ponente, per esempio a piazza Gasparri?”.

Ferma la protesta anche da parte di Forza Italia. “La Deliberazione del 2003 – ribadiscono il capogruppo comunale Davide Bordoni e la coordinatrice del X Municipio Mariacristina Masiproibisce attività a scopo di lucro sul Pontile, revocando la deliberazione precedente di cui si allega sotto la cartina, che evidenzia quella che è da sempre considerata dall’Amministrazione l’area del Pontile. Apprendiamo che l’illuminata Giunta Grillina considera invece il Pontile solo ed esclusivamente la parte sul mare e ritiene quindi possibile vendere nella parte restante. Alla domanda perché allora si sia dovuto procedere in deroga si è allora risposto: ‘per prassi’. Ah, ecco. Loro deliberano per prassi. I pentastellati ci fanno lezioni su una deliberazione votata all’unanimità, che dimostrano di non comprendere appieno, come spesso accade. Non vorremmo che tutte queste farneticazioni, anche un po’ ridicole, nascondano la volontà di aprire al commercio quell’area”.