Nuove tecnologie

Pile a idrogeno: il futuro non è poi così lontano

15 maggio 2018 | 08:20
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Pile a idrogeno: il futuro non è poi così lontano

Ecologiche e sicure grazie alla nuova tecnologia innovativa “HyForm-PemFc”

Non troppo tempo fa, in un precedente articolo, si è fatto cenno a come i filtri delle sigarette possano essere riutilizzati per ricavare materiali con grande capacità di stoccaggio di idrogeno.

Di recente è stato, invece, realizzato un nuovo sistema per poter sfruttare l’energia che tale sostanza può offrire: l’HyForm-PemFc.

Uno dei principali problemi riscontrati nel corso degli studi recenti, è la necessità di poter disporre dell’idrogeno allo stato liquido. Una volta liquido, infatti, l’idrogeno ha un potenziale energetico maggiore della benzina, con l’ulteriore importante vantaggio di non dare origine ad emissioni nocive di CO2 o particolato (le famigerate polveri sottili). Il passaggio dallo stato gassoso a quello liquido richiede però il ricorso a pressioni elevate e basse temperature (-253° C), con notevoli rischi per la sicurezza, oltre che costi elevati.

Grazie a questa nuova tecnica, sviluppata da una società svizzera “GRT group” in collaborazione con il Politecnico di Losanna, è possibile estrarre idrogeno a basse temperature e con costi ridotti a partire dall’acido formico (CH2O2), un composto assai semplice da stoccare stabilmente e trasportare, che si trova allo stato liquido già a temperatura ambiente.
Il processo sfrutta un catalizzatore a base di rutenio ed una pila a combustibile: il primo serve a separare l’idrogeno dalla molecola,mentre la pila lo converte in energia.

Il macchinario non ha alcun impatto ambientale, non produce inquinanti e non fa rumore; pertanto, se anche l’acido formico utilizzato è ottenuto da fonti di energia rinnovabili, si ha modo di produrre energia sostenibile al 100%.
Per la precisione, il rendimento energetico è pari a circa 7 mila kilowatt all’ora, con un’efficienza pari al 45%.

Al momento questa tecnologia, sebbene non sia l’unica in grado di produrre energia dall’acido formico, pare candidarsi ad essere quella più efficiente, ed è facile ipotizzare le molteplici, possibili applicazioni, sia in ambito domestico che industriale, nonché nel settore del trasporto pubblico.

“Treni e bus a idrogeno sono già operativi in Europa e nel mondo, ma per i mezzi più piccoli, come le auto, l’ostacolo posto dalla necessità di avere grandi volumi di idrogeno o altissime pressioni a bordo pone un limite allo sviluppo di questo mercato”, sottolinea Luca Dal Fabbro, amministratore delegato della GRT.

Con questa soluzione, invece, sarà possibile utilizzare l’acido formico come unico combustibile per la vettura, da convertire in energia strada facendo: un processo analogo a quanto avviene per i combustibili fossili a base di idrocarburi, con l’essenziale differenza che l’impatto ambientale è nullo!

(Il Faro on line)