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2 giugno, festeggiamo la Repubblica. L’Italia è fondata sul lavoro e ripudia la guerra

28 maggio 2018 | 19:03
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2 giugno, festeggiamo la Repubblica. L’Italia è fondata sul lavoro e ripudia la guerra

L’appuntamento romano è alle ore 10:00 al Pontile di Ostia. Anpi X “Elio Farina” e Movimento Nonviolento – Roma: “Invitate tutte le forze vive del territorio ad aderire e partecipare”

Ostia – Il simbolo dell’Italia dovrebbe essere l’urna elettorale, nella quale i cittadini hanno fatto la scelta fondamentale tra Repubblica e Monarchia. La nostra democrazia deriva da una scheda.

Il 2 giugno è il compleanno della Repubblica, nata da mamma Resistenza (che fu un movimento prevalentemente civile e popolare antifascista e antinazista) e da papà Referendum (strumento fatto di seggio, scheda, matita, che per la prima volta usarono anche le donne).

Il sistema democratico repubblicano, scelto il 2 giugno 1946 dal popolo italiano, getta i semi dai quali il primo gennaio 1948 nascerà la Carta Costituzionale.

Il primo articolo indica come la nostra Repubblica sia fondata sulla forza del lavoro. Gli articoli successivi, dal 2 al 10, i principi fondamentali, contengono il richiamo ai diritti inviolabili dell’uomo, l’uguaglianza e la pari dignità sociale di tutti, il diritto al lavoro, le autonomie locali ed il decentramento amministrativo, la tutela delle minoranze linguistiche, l’indipendenza dello Stato e della Chiesa, la libertà per tutte le confessioni religiose, lo sviluppo della cultura, la ricerca scientifica, la tutela del paesaggio, del patrimonio artistico e monumentale, il riconoscimento del diritto internazionale e il diritto d’asilo per lo straniero; infine vi è l’articolo 11, il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

A chiusura dei principi fondamentali, i costituenti hanno scelto di inserire, con l’articolo 12, la descrizione della nostra bandiera tricolore, che è il simbolo unitario che racchiude in sé i valori precendentemente espressi, dal lavoro al ripudio della guerra. Al di là della spesa militare (valutsbili per il 2018 in 25 miliardi) nel suo complesso, per le armi non c’è stato alcun tentativo di risparmio. Per il 2018, secondo il bilancio preventivo, la spesa per gli armamenti ammonta in totale a “5,7 miliardi nel 2018, +7% in un anno”, spiega il Rapporto Mil€x 2018, annotando che si è registrato un incremento vertiginoso nel tempo: +88% nelle ultime tre legislature. Insomma, una tendenza che non fa distinzioni tra governi di centrosinistra, di centrodestra o tecnici. Denunciamo, inoltre, la crescita vertiginosa delle autorizzazioni all’export militare italiano, i cui effetti si vedranno nei prossimi anni: 14,6 miliardi di euro (+85% rispetto al 2015, +452% rispetto al 2014). Il valore delle esportazioni effettive si attesta invece sui 2,85 miliardi, in linea con il passato. Pesa in particolare la mega-commessa (oltre 7 miliardi) di caccia Eurofighter per il Kuwait; ma tra i principali Paesi destinatari vi sono anche Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Pakistan, Angola, Emirati Arabi: oltre il 60% delle nostre armi finirà in Stati non aderenti a Ue e Nato. Si tratta di una politica insensata che contribuirà a far crescere i conflitti, in contrasto con le nostre necessità di politica estera come vorrebbe la legge 185/90.

Tutto questo significa che i cittadini e i lavoratori devono costruire le condizioni economiche e sociali per la dignità della vita di tutti coloro che vivono nel nostro paese, e che la guerra è l’unico vero disvalore da espellere per sempre dal contesto civile.

Per questo riteniamo che i 25 miliardi di euro che saranno impiegati anche quest’anno per le spese militari vadano contro la Costituzione e sperperino denaro sottratto alle tante necessità attuali (lavoro, sanità, istruzione, cultura, ricerca, protezione civile, pensioni, ecc.).

Noi vogliamo essere cittadini obbedienti alla Costituzione italiana, scritta subito dopo il flagello del secondo conflitto mondiale, e per questo vogliamo festeggiare il 2 giugno con lo spirito civile di una festa di popolo, insieme alle forze vive della Repubblica: i lavoratori, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini, i giovani del servizio civile, i disoccupati che lavoro non trovano, tutti coloro, cioè, che in diversi modi attuano i primi 12 articoli della Costituzione.

Per tutto questo noi celebreremo in modo civile e disarmato il 2 giugno. Ci siamo dati appuntamento alle ore 10:00 al Pontile di Ostia dove innalzeremo le bandiere della pace, della nonviolenza e i cartelli con gli articoli della Costituzione. Invitiamo tutte e tutti a partecipare.

Viva la Repubblica, viva la democrazia, viva la pace, fondamento del futuro dell’Italia.
Il ripudio della guerra, e della sua preparazione, passa da qui.

Movimento Nonviolento – Roma
Anpi X Municipio “Elio Farina”
Per info e adesioni: nonviolenzaroma@gmail.com

(Il Faro on line)