Balneari, Maurelli: ‘Programmare il futuro con una nuova coscienza d’impresa’

2 giugno 2018 | 08:51
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Balneari, Maurelli: ‘Programmare il futuro con una nuova coscienza d’impresa’

Unificare il sistema di rappresentanza di categoria. L’importanza di non rimanere fermi al palo.

L’iniziativa di Roma ha di fatto evidenziato che si tratta di “beni” e non di “servizi” ma non vi sono mai stati dubbi – dichiara il direttore di Federbalneari Italia Confimprese Italia Marco Maurelli – su questo. Ora però occorrono fatti sostanziali.

L’ex commissario Frits Bolkstein (ad oggi ci risulta pensionato) ci è parso però un po’ troppo in libertà per le sue tardive “riflessioni” dopo dodici anni ma siamo in molti a chiedegli il perché. Si potevano evitare anni di ricorsi e revisioni di norme statali che ci hanno visti soccombenti ed inerti dinanzi alle diverse procedure d’infrazione emesse dall’UE nei confronti dello Stato italiano.

Ora però bisogna avere la forza ed il coraggio, che alla categoria non manca di certo, di attendere solo il nuovo e solido governo italiano, atteso che nasca presto, il quale potrà chiedere all’UE di stralciare la posizione delle concessioni demaniali dalla Direttiva Servizi del 2006 ma questo certamente non basterà. Occorreranno atti certi e sostanziali.

Dunque dichiarazioni rassicuranti quelle di Bolkstein ma fatti contrastanti. Si dovrà ripartire e fronteggiare, in senso politico, la Sentenza 458-c della CGUE che lascia pochissimo spazio all’interpretazione e rischia di generare una nuova ed imminente procedura d’infrazione con il rischio serio che la stessa finisca per sancire presto anche la effettiva nullità delle proroghe al 2020, confermate ancora oggi attraverso il decreto enti locali del 2016, oggi in bilico anch’esso, così pure l’attuale intero impianto delle concessioni demaniali italiane, rischiando una forte accelerazione verso una evidenza pubblica “al buio” senza alcuna regola d’ingaggio chiara e definita per i concessionari uscenti.

Credo sia opportuno fare alcune considerazioni poiché il comparto si trova dinanzi a delle scelte da fare e vi
sono dei percorsi sui quali è opportuno attivarsi celermente:

Va stimolata una norma in grado di attivare una serie di processi da condividere con gli Enti locali e finalizzata alla
piena valorizzazione turistica del territorio puntando sull’ambiente e sulle opere pubbliche che solo un buon sistema concessorio organizzato in rete e per ambito costiero potrà riuscire a sviluppare dando seguito ad un adeguato processo di valorizzazione ambientale e turistica. decisamente più performante per gli obiettivi pubblici che le parti intenderanno raggiungere a fronte di periodi concessori molto lunghi.

La nuova norma statale dovrà puntare a rendere compatibili gli sforzi del sistema balneare con quelli di programma dei Comuni costieri, includendo anche eventuali misure ed interventi ricadenti nella finanza di progetto puntando ad eliminare quella amara consapevolezza di una “evidenza pubblica dei 6 anni concedibili senza rinnovo” che di fatto non gratificherebbe il lavoro di tante imprese famigliari italiane che si sono dedicate a rendere importante il turismo costiero in Italia valorizzando le tante aree costiere sulle quali insistono le concessioni demaniali e fornendo un servizio ad elevata valenza pubblica.

Per i comuni costieri sarebbe certamente utile avviare un piano di valorizzazione dei vari ambiti costieri d’intesa con il sistema balneare in rete e solo una norma ben strutturata potrà stimolare questo percorso virtuoso e condiviso tra pubblico e privato.

Questo nuovo percorso dovrà certamente riallineare la futura nuova norma di riordino delle concessioni con la normativa sui porti turistici e dovrà semplificare e risolvere le annose controversie ancora vigenti in materia di canoni concessori, decisamente antistoriche, riordinando le modalità di calcolo dei canoni in modo chiaro ed inequivocabile senza dare adito ad interpretazioni di alcun genere.

Si dovrà dunque ripartire con vigore da una norma statale che abbia il compito di stimolare la nascita di una “nuova coscienza d’impresa”, con la consapevolezza di non fermarsi proprio in questo momento ad attendere poiché la politica ha certamente tempi molto diversi da quelli dell’impresa la quale deve vivere per riorganizzarsi al meglio puntando a riprogrammare le proprie certezze ed il proprio futuro nell’ambito di un nuovo modello di concessioni demaniali in rete tra loro.

Le nuove concessioni dovranno saper esprimere la piena risultanza di quell’auspicato e ricercato “valore aggiunto di sistema”. Credo che la nuova coscienza d’impresa dovrà essere certamente orientata a comprendere che il periodo concessorio non potrà più essere breve con l’obiettivo di assicurare certezze al sistema demaniale e per remunerare gli investimenti che dovranno essere programmati con i comuni costieri.

Sarà dunque molto importante e determinante, nell’immediato futuro, il ruolo dei comuni costieri italiani e la qualità della rappresentanza di categoria per puntare ad individare sin d’ora un percorso di tipo pluriennale in attesa che giungano le auspicate risposte da Bruxelles che il nuovo governo saprà porre in sede UE.

In ultima analisi occorre riflettere anche sullo studio pubblicato dalla Direzione Generale delle Politiche
interne dell’UE che ha approfondito per la Commissione Petizioni UE, il tema delle concessioni demaniali
nei paesi dell’UE. Dall’elaborato si evince in modo chiaro che ben presto i sistemi concessori degli altri
paesi costieri UE (Spagna, Portogallo, ecc…), peraltro diversi rispetto a quello tipicamente italiano, saranno molto presto ricondotti alle medesime condizioni di quello italiano secondo i principi di tutela della
concorrenza.

Mentre per il sistema concessorio italiano, conferma lo studio elaborato dalla Direzione UE, si
tratta di individuare un percorso di riforma del settore che dovrà essere disciplinato da una “procedura di
evidenza pubblica temperata” finalizzato all’assegnazione delle concessioni demaniali a seguito di naturale
scadenza.

Molti esempi positivi europei ben presto non lo saranno più ed occorrerà rimboccarsi le maniche e lavorare
ad una norma di riordino statale in attesa che il governo italiano, ormai prossimo, porti a casa lo stralcio
delle concessioni demaniali dalla Direttiva Servizi UE che tutta la rappresentanza di categoria chiede con
decisione ed a gran voce ormai da tempo.

Credo sia necessario verificare l’opportunità di riflettere meglio sull’applicazione della Direttiva Bolkstein o
nel novero dei “beni” per le concessioni demaniali marittime con finalità turistico ricreativa rispondendo con
la dovuta serietà a questo quesito:

Tenendo nella dovuta considerazione che, alla sua naturale scadenza, la superficie in concessione
demaniale sulla quale è ubicata ed opera l’impresa balneare, essendo pubblica, potrebbe essere richiesta
da terzi, per realizzare una specifica e nuova progettualità imprenditoriale.

Se le stesse fossero inquadrabili nei beni e non nei servizi, come si potrà riuscire, senza evidenza pubblica,
a dare continuità all’impresa turistica balneare che insiste su area demaniale marittima (area pubblica),
evitando di dare corso a procedure di evidenza pubblica per periodi temporali concessori con scadenza
determinata lunga o breve che fosse ??

In conclusione, credo sia giunto il momento di ragionare nella direzione di una rappresentanza di
categoria datoriale unitaria e coesa che sia in grado di offrire quel giusto valore aggiunto senza disperdere
energie ulteriori poiché se ne sono disperse sin troppe sinora, a 2 anni dalla scadenza del periodo
concessorio.

Il nuovo modello dovrà contenere principi di coordinamento e di pensiero diversi rispetto all’attuale, ritenuto
ormai obsoleto.

Credo sia giusto avviare delle riflessioni piuttosto serie sulla situazione in cui versano le concessioni
demaniali poiché la situazione pare essere ancora molto complessa e non “semplice” come prospettato dalle
dichiarazioni rilasciate dal dott. Bolkstein a distanza di anni e che non ci portano di certo gli obiettivi sperati.

Marco Maurelli
Direttore Federbalneari Italia – Confimprese Italia