Papa Francesco ‘L’Eucarestia è una scuola d’amore che ci insegna l’accoglienza’

3 giugno 2018 | 14:49
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Papa Francesco ‘L’Eucarestia è una scuola d’amore che ci insegna l’accoglienza’

Appello del Pontefice per la pace in Nicaragua: “La Chiesa è sempre per il dialogo, ma questo richiede l’impegno fattivo a rispettare la libertà e prima di tutto la vita”

Città del Vaticano – L’Eucarestia “è scuola di amore concreto, paziente e sacrificato, come Gesù sulla croce. Ci insegna a diventare più accoglienti e disponibili verso quanti sono in cerca di comprensione, di aiuto, di incoraggiamento, e sono emarginati e soli”.

Così Papa Francesco spiega il senso del Corpus Domini, solennità che la Chiesa celebra in questa domenica.

Affacciandosi in piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus, il Pontefice ripercorre a grandi linee il brano evangelico proposto dalla liturgia odierna, quello dell’Ultima Cena (cfr. Mc 14,22.24).

Quella Cena, precisa il Santo Padre, è stata “un testamento d’amore”, ed è proprio in forza di “quel testamento” che “la comunità cristiana si raduna ogni domenica, e ogni giorno, intorno all’Eucaristia, sacramento del Sacrificio redentore di Cristo”.

Un Sacramento, definito dal Papa “sobrio” ma allo stesso tempo “solenne”, che ogni volta che viene celebrato “realizza in pienezza la comunione tra Dio e noi. E in quanto partecipi di questa Alleanza, noi, pur piccoli e poveri, collaboriamo a edificare la storia come vuole Dio”.

“Per questo, ogni celebrazione eucaristica, mentre costituisce un atto di culto pubblico a Dio, rimanda alla vita e alle vicende concrete della nostra esistenza”, aggiunge il Pontefice.

Quando “ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo – spiega poi il Santo Padre – riceviamo in noi il suo amore, non per trattenerlo gelosamente, bensì per condividerlo con gli altri”.

Francesco passa poi a spiegare la “logica eucaristica”: “riceviamo in noi il suo amore e lo condividiamo con gli altri”.

In questa solennità del Corpus Domini, ricordiamoci che Gesù, Pane di vita, è la nostra forza, il sostegno del nostro cammino.

— Papa Francesco (@Pontifex_it) 3 giugno 2018

In altre parole: “E’ una presenza che come fuoco brucia in noi gli atteggiamenti egoistici, ci purifica dalla tendenza a dare solo quando abbiamo ricevuto, e accende il desiderio di farci anche noi, in unione con Gesù, pane spezzato e sangue versato per i fratelli”.

La festa odierna, dunque, “è un mistero di attrazione a Cristo e di trasformazione in Lui”, è una “scuola di amore concreto, paziente e sacrificato, come Gesù sulla croce” che ci insegna “a diventare più accoglienti e disponibili verso quanti sono in cerca di comprensione, di aiuto, di incoraggiamento, e sono emarginati e soli”.

E aggiunge: “La presenza di Gesù vivo nell’Eucaristia è come una porta, una porta aperta tra il tempio e la strada, tra la fede e la storia, tra la città di Dio e la città dell’uomo”.

Infine, chiede a tutti di unirsi spiritualmente al suo pellegrinaggio a Ostia, dove nel pomeriggio celebrerà la Santa Messa e la processione con il Santissimo Sacramento, un atto di pietà popolare che nell’odierna solennità si svolge in tanti paesi.

Dopo la preghiera mariana, il Papa lancia un appello affinché cessino le “gravi violenze, con morti e feriti, compiute da gruppi armati per reprimere proteste sociali”, che stanno sconvolgendo il Nicaragua.

“Prego per le vittime e per i loro familiari”, dice il Pontefice, ribadendo: “La Chiesa è sempre per il dialogo, ma questo richiede l’impegno fattivo a rispettare la libertà e prima di tutto la vita”.

“Prego perché cessi ogni violenza e si assicurino le condizioni per la ripresa al più presto del dialogo”, conclude.

Quindi, il tradizionale saluto: “A tutti voi auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

(Il Faro online)