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Il Papa ‘Le chiacchiere distruggono l’armonia creata da Dio, basta sparlare degli altri’

6 giugno 2018 | 11:00
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Il Papa ‘Le chiacchiere distruggono l’armonia creata da Dio, basta sparlare degli altri’

In piazza San Pietro l’Udienza Generale del Mercoledì dedicata al sacramento della Confermazione, Bergoglio: “Le grazie di Dio si ricevono per darle agli altri”

Città del Vaticano – A messa ci si scambia la pace, ma una volta usciti iniziano le chiacchiere, “incominciamo a sparlare degli altri, a ‘spellare’ gli altri. E le chiacchiere sono guerre“.

Papa Francesco continua il ciclo di catechesi dedicate al sacramento della Confermazione, incentrando la meditazione dell’Udienza Generale di quest’oggi sul dono dello Spirito Santo.

Lo Spirito, ricorda il Pontefice, porta con se armonia e pace, la stessa che ci si scambia durante la celebrazione eucaristica.

Eppure, quella pace spesso termina nel momento in cui si esce dalla chiesa: “Questo non va! Se noi abbiamo ricevuto il segno della pace con la forza dello Spirito Santo – ammonisce il Papa -, dobbiamo essere uomini e donne di pace, e non distruggere, con la lingua, la pace che ha fatto lo Spirito”.

“Povero Spirito Santo – dice a braccio il Papa – il lavoro che ha da fare con noi è tanto con questa abitudine del chiacchiericcio! Pensate bene: il chiacchiericcio non è un’opera dello Spirito Santo, non è un’opera dell’unità della Chiesa. Il chiacchiericcio distrugge quello che fa Dio. Ma per favore: smettiamola di chiacchierare!“, aggiunge.

Francesco sottolinea poi “gli effetti che il dono dello Spirito Santo fa maturare nei cresimati, portandoli a diventare, a loro volta, un dono per gli altri”.

“È un dono lo Spirito Santo”, aggiunge ricordando come questo regalo divino “entra in noi e fa fruttificare, perché noi poi possiamo darlo agli altri”.

“Sempre ricevere per dare: mai ricevere e tenere le cose dentro, come se l’anima fosse un magazzino. No: sempre ricevere per dare. Le grazie di Dio si ricevono per darle agli altri. Questa è la vita del cristiano”, prosegue il Santo Padre.

Quindi spiega: “È proprio dello Spirito Santo, dunque, decentrarci dal nostro io per aprirci al ‘noi’ della comunità: ricevere per dare. Non siamo noi al centro: noi siamo uno strumento di quel dono per gli altri”.

“Completando nei battezzati la somiglianza a Cristo, la Confermazione li unisce più fortemente come membra vive al corpo mistico della Chiesa”, aggiunge il Papa.

In altre parole, “la missione della Chiesa nel mondo procede attraverso l’apporto di tutti coloro che ne sono parte”. “Qualcuno pensa che nella Chiesa ci sono dei padroni: il Papa, i vescovi, i preti, e poi ci sono gli altri – prosegue Bergoglio -. No: la Chiesa siamo tutti! E tutti abbiamo la responsabilità di santificarci l’un l’altro, di avere cura degli altri. La Chiesa siamo noi tutti. Ognuno ha il suo lavoro nella Chiesa, ma la siamo tutti”.

“Dobbiamo infatti pensare alla Chiesa come a un organismo vivo, composto di persone che conosciamo e con cui camminiamo, e non come a una realtà astratta e lontana”.

“La Chiesa siamo noi che camminiamo – fa notare il Papa -, siamo noi che oggi stiamo in questa piazza. Noi: questa è la Chiesa“.

Il Santo Padre passa poi a spiegare il motivo per cui ad amministrare la Confermazione è il Vescovo: “Lui inserisce nella Chiesa il confermato. E questa incorporazione ecclesiale è ben significata dal segno di pace che conclude il rito della crismazione”.

“Il Vescovo dice, infatti, a ogni confermato: ‘La pace sia con te’. Ricordando il saluto di Cristo ai discepoli la sera di Pasqua”.

E aggiunge: “Noi, nella Cresima, riceviamo lo Spirito Santo e la pace: quella pace che dobbiamo dare agli altri. Ma pensiamo: ognuno pensi alla propria comunità parrocchiale, per esempio. C’è la cerimonia della Cresima, e poi ci diamo la pace: il Vescovo la dà al cresimato, e poi nella Messa, la scambiamo tra di noi. Questo significa armonia, significa carità fra noi, significa pace“.

E precisa: “La Confermazione si riceve una sola volta, ma il dinamismo spirituale suscitato dalla santa unzione è perseverante nel tempo. Non finiremo mai di adempiere al mandato di effondere ovunque il buon profumo di una vita santa, ispirata dall’affascinante semplicità del Vangelo“.

Infatti, spiega il Pontefice, “nessuno riceve la Confermazione solo per sé stesso, ma per cooperare alla crescita spirituale degli altri. Solo così, aprendoci e uscendo da noi stessi per incontrare i fratelli, possiamo davvero crescere e non solo illuderci di farlo“.

Quanto riceviamo in dono da Dio dev’essere infatti donato – il dono è per donare – affinché sia fecondo, e non invece seppellito a motivo di timori egoistici, come insegna la parabola dei talenti. Anche il seme, quando noi abbiamo il seme in mano, ma non è per metterlo lì, nell’armadio, lasciarlo lì: è per seminarlo. Il dono dello Spirito Santo dobbiamo darlo alla comunità“, dice il Papa.

Da qui l’invito rivolto ai cresimati a non “ingabbiare” lo Spirito Santo, “a non opporre resistenza al Vento che soffia per spingerli a camminare in libertà, a non soffocare il Fuoco ardente della carità che porta a consumare la vita per Dio e per i fratelli“.

Infine, un augurio speciale rivolto a tutta la comunità cristiana: “Che lo Spirito Santo conceda a tutti noi il coraggio apostolico di comunicare il Vangelo, con le opere e le parole, a quanti incontriamo sulla nostra strada. Con le opere e le parole, ma le parole buone: quelle che edificano. No le parole delle chiacchiere che distruggono. Per favore, quando uscite dalla chiesa pensate che la pace ricevuta è per darla agli altri: non per distruggerla col chiacchiericcio. Non dimenticare questo“.

(Il Faro online)