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Cinema al porto, denuncia di Cineland: “Concorrenza sleale”. Chiesto 1 milione per danni

11 giugno 2018 | 19:46
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Cinema al porto, denuncia di Cineland: “Concorrenza sleale”. Chiesto 1 milione per danni

La proprietà di Cineland denuncia per concorrenza sleale gli organizzatori di “Cinema in piazza” che si svolge al porto turistico

Ostia – L’accusa è grave: concorrenza sleale. Parte con la carta bollata la rassegna cinematografica “Cinema in piazza” organizzata dai ragazzi del Cinema America presso uno dei parcheggi del porto turistico. La proprietà di Cineland, il multiplex realizzato nell’ex Meccanica Romana, ha affidato l’incarico ai propri legali affinchè presentino una denuncia per concorrenza sleale e chiedano un risarcimento di danni per un milione di euro.

Inizia oggi 11 giugno per prolungarsi fino al 9 settembre la rassegna gratuita di film in DVD del X Municipio presso il porto turistico di Ostia. I cittadini, grazie al contributo della Regione Lazio,  avranno l’opportunità di fruire gratuitamente del cinema. “E’ un atto di concorrenza sleale che impedisce alle mie imprese di far fronte ai costi di gestione e agli stipendi – denuncia  il patron di Cineland, Giuseppe CiotoliE’ facile fare impresa in questo modo“.

Da sempre, fin dai tempi del cinema “Sisto” e del “Superga”, la società Ci.Me. Grandi Impianti S.R.L. fornisce alla cittadinanza del quadrante sud della capitale l’offerta cinematografica garantendo ininterrottamente film e qualità di visione agli amanti dello spettacolo.

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Oggi – prosegue una nota di Ci.Me. – le imprese indebolite dal mercato vedono gli Enti Territoriali ed il Municipio competente erogare contributi a fondo perduto facendo danni che distruggono l’impresa per un manipolo di consenso elettorale. Il prodotto cinema regalato offende tutta la filiera, non garantisce l’eccellenza nella libertà del prodotto. L’avvocato Italo Mannucci del Foro di Roma è stato incaricato dalla proprietà di Cineland di chiedere 1 milione di euro per danni agli Enti erogatori di finanziamenti per concorrenza sleale. E’ stata invitata a dare un giudizio anche l’Autorità garante della Concorrenza”.