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Latina, estorsioni e intimidazioni mafiose, sgominato il clan Di Silvio

12 giugno 2018 | 13:35
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Latina, estorsioni e intimidazioni mafiose, sgominato il clan Di Silvio

L’ombra del voto di scambio. Le dichiarazioni del sindaco Coletta

Latina – Un’associazione criminale senza legami con Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra ma in grado di imporsi con l’intimidazione e la violenza tipiche delle organizzazioni mafiose è stata sgominata dalla Polizia, che sta eseguendo – su ordine della Dda di Roma – una ventina di ordinanze di custodia cautelare. I provvedimenti sono scattati nei confronti di presunti appartenenti a un clan rom operante nel quartiere Campo Boario di Latina. Nell’operazione sono impegnati circa 250 poliziotti.

I destinatari dei provvedimenti – tra cui sette donne, una delle quali considerata dagli investigatori figura di vertice del clan – sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico di droga, estorsione, violenza privata, favoreggiamento, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e corruzione elettorale, tutti aggravati dalle modalità mafiose.

Secondo quando sarebbe emerso dalle indagini, gli autori delle estorsioni, effettuate con metodi particolarmente violenti, utilizzavano il nome dei Di Silvio per amplificare il potere di intimidazione e per ricordare che la destinazione del denaro era al sostentamento dei carcerati e delle loro famiglie. O, ancora, spendevano quel nome per richiamare episodi violenti risalenti alla guerra del 2010, quando le famiglie rom si imposero sui altri gruppi criminali. I dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa alle ore 11.00 presso l’Ufficio Relazioni esterne del Dipartimento della Pubblica sicurezza.

Il clan Di Silvio tentò inquinare voto a Latina

Il clan dei Di Silvio, colpito da una operazione della polizia nei confronti di 25 persone di cui 7 accusate di associazione di stampo mafioso, tentò di inquinare il voto nelle elezioni amministrative del 2016 nei comuni di Latina e Terracina. Dalle indagini emersi casi di compravendita di voti: gli esponenti del clan avrebbero costretto molti tossicodipendenti a dare la propria preferenza in favore di alcuni candidati (poi non eletti) alle comunali di Latina ricevendo in cambio circa 30 euro a voto.

Il sindaco Coletta: Una nuova alleanza civile contro le mafie

“Un sentito ringraziamento alla Procura e gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Latina per l’operazione compiuta questa mattina all’alba con il coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, operazione che ha portato all’arresto di 25 persone ritenute responsabili di avere costituito, promosso e fatto parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso sul nostro territorio. Per la prima volta nell’ordinanza cautelare si contesta l’aggravante del metodo mafioso riconoscendo l’esistenza di un gruppo criminale autoctono, che ha un trascorso a Latina e si è radicato nel tessuto sociale e nella storia di questa provincia”. Lo ha detto il sindaco Damiano Coletta.

I nuovi arresti eseguiti oggi confermano che viviamo una realtà complessa, purtroppo ancora inquinata che molti, troppi, sottovalutano o volutamente ignorano come di recente hanno dimostrato alcuni interventi e commenti ai rilievi mossi da quest’Amministrazione. Tuttavia ci dicono pure che si sta lavorando per ripristinare la legalità in un territorio sì difficile, ma composto per la prevalenza di persone per bene. Lo si sta facendo attraverso l’opera delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, sul cui operato rinnovo il più vivo e sincero apprezzamento, e attraverso l’azione amministrativa e un nuovo corso che vuole far ripartire questo territorio.

Pensare che quest’ultima operazione esaurisca il tema della presenza delle mafie a Latina sarebbe un errore. Per ricostruire gli anticorpi contro la diffusione della criminalità organizzata c’è bisogno, per prima cosa, di avere consapevolezza di ciò che è accaduto. E c’è bisogno dell’attenzione e del contributo di tutti, di un’alleanza civile per rompere il silenzio e rispondere con fermezza attraverso la partecipazione. E così dimostrare che esiste una città consapevole, che non mette la testa sotto la sabbia ma si pone in gioco per il futuro di Latina e la dignità della gente che la abita”.