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Il Papa ‘Serve cambiare mentalità, i migranti non sono una minaccia alla nostra comodità’

14 giugno 2018 | 16:42
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Il Papa ‘Serve cambiare mentalità, i migranti non sono una minaccia alla nostra comodità’

Il Pontefice: “Nella questione della migrazione non sono in gioco solo numeri, bensì persone che hanno bisogno di una protezione continua”

Città del Vaticano – Sui migranti “occorre un cambiamento di mentalità: passare dal considerare l’altro come una minaccia alla nostra comodità allo stimarlo come qualcuno che con la sua esperienza di vita e i suoi valori può apportare molto e contribuire alla ricchezza della nostra società. Perciò, l’atteggiamento fondamentale è quello di andare incontro all’altro, per accoglierlo, conoscerlo e riconoscerlo”.

Papa Francesco torna a parlare sul fenomeno mondiale delle migrazioni. L’occasione è quella del secondo colloquio tra Santa Sede e Messico sulla “Migrazione Internazionale”, svoltosi oggi nella Casina Pio IV, in Vaticano.

Il Pontefice, in un messaggio, ribadisce la linea del Vangelo, ovvero quella dell’accoglienza, sottolineando quanto sia “necessario l’aiuto di tutta la Comunità internazionale, dal momento che esso ha una dimensione transnazionale, che supera le possibilità e i mezzi di molti Stati”.

Patti globali

Secondo il Pontefice, la Comunità internazionale di oggi “è impegnata in due processi che condurranno ad adottare due patti globali, uno sui rifugiati e l’altro sulla migrazione sicura, ordinata e regolare”.

“La responsabilità della gestione globale e condivisa della migrazione internazionale trovi il suo punto di forza nei valori della giustizia, della solidarietà e della compassione”, è l’auspicio del Papa.

Ribadendo poi l’importanza della cooperazione fra tutti gli Stati, il Santo Padre sottolinea come questo tipo di solidarietà fra le nazioni sia importante “in tutte le tappe della migrazione, dal Paese di origine fino alla destinazione, come pure nel facilitare il ritorno e il transito”.

“In ognuno di questi passaggi, il migrante è vulnerabile, si sente solo e isolato. Prendere coscienza di questo è di capitale importanza se si vuole dare una risposta concreta e degna a questa sfida umanitaria”, aggiunge.

Persone, non numeri

Infine, il Papa pone l’accento su una caratteristica del fenomeno migratorio spesso tralasciata: “Non sono in gioco solo numeri, bensì persone, con la loro storia, la loro cultura, i loro sentimenti e le loro aspirazioni”.

“Queste persone, che sono nostri fratelli e sorelle, hanno bisogno di una protezione continua, indipendentemente dal loro status migratorio. I loro diritti fondamentali e la loro dignità devono essere protetti e difesi” aggiunge il Pontefice.

Il suo pensiero va poi ai più piccoli: “Un’attenzione speciale va riservata ai migranti bambini, alle loro famiglie, a quanti sono vittime delle reti del traffico di esseri umani e a quelli che sono sfollati a causa di conflitti, disastri naturali e persecuzioni”.

E conclude: “Tutti costoro sperano che abbiamo il coraggio di abbattere il muro di quella complicità comoda e muta che aggrava la loro situazione di abbandono e che poniamo su di loro la nostra attenzione, la nostra compassione e la nostra dedizione”.

Foto © Vatican Media